A cura di Claudio Giuliani
Alla fine hanno trovato la strada per Roma. Dal 1980, anno in cui iniziarono a suonare assieme negli USA, gli Overkill e il loro thrash metal hanno risuonato nei locali delle città di mezzo mondo. Ma non a Roma. Migliaia di fan hanno gioito e sofferto nei loro show, concentrati di thrash metal da vivere fisicamente nel pit. I seguaci del combo del New Jersey hanno preso spesso il treno alla volta di Milano, per presenziare alle loro calate dall’America, esperienze incredibili e imperdibili per ogni amante del genere thrash metal che si rispetti. Ora, grazie alla eRocks Productions, i romani si ritrovano la band capitanata da Bobby “Blitz” Ellsworth praticamente sotto casa. Ad aprire per loro, gruppi spalla non molto conosciuti, una moda degli ultimi anni. Ma questa volta l’headliner era di quelli troppo famosi per lasciarsi sfuggire uno show del genere. E se i fan hanno risposto affollando l’Orion di Ciampino, potevamo forse mancare noi di Metalitalia.com?
DYING GORGEOUS LIES
Quando vediamo che è una lei ad afferrare il microfono, nel momento in cui sale sul palco questo gruppo dal nome un po’ improbabile, il nostro sguardo si fa diffidente. Scrutiamo poi la biografia di questi DGL e scopriamo che sono tedeschi; speriamo, quindi, che la cantante sia almeno al livello di Doro Pesch…ma non sarà così, ahinoi. E allora iniziamo ad ascoltare le canzoni dei cinque, che ci risuonano subito mosce, svelando inoltre l’arcano che la cantante non è neanche la frontwoman del gruppo, perché è il chitarrista a parlare con il pubblico. Il thrash melodico dei Dying Gorgeous Lies, con lo scream della redhead modello Angela Gossow, poggia sui cambi di tempo della batteria, che va veloce e poi rallenta lasciando spazio alle parti vocali. Ma in generale si tratta di un thrash metal che non brilla per originalità e neanche per efficacia. Fortunatamente il tempo a loro disposizione è minimo.
DEFLAGRATOR
Con l’altro gruppo di spalla, l’ultimo prima degli Overkill, la cosa comincia a diventare seria. Si tratta sempre di un gruppo thrash metal dallo stile privo di fronzoli, il mood della serata. Bastano infatti pochi minuti, un paio di canzoni, per capire che tutto lo show verterà su cambi di tempo repentini, stacchi, break e ripartenze. Ci rimane fissa in testa “Evil Possession”, che parte velocissima e si rivela una traccia dal minimalismo allo stato puro. Il brano è pura resistenza fisica, tanto che il batterista, alla fine del pezzo, deve tirare il fiato prima di ripartire. E lo fa picchiando durissimo sul rullante per un altro brano incentrato sui cambi di ritmo. I suoni del gruppo sono molto old-school, con la chitarra molto “motosega” e con il basso in bella evidenza. Il tocco di modernità è dato dal tono di voce, uno scream marcato che può piacere o meno rispetto alla base sonora. In venti minuti appena, i Deflagrator concentrano tanta adrenalina, difatti il pubblico li applaude convintamente al termine dell’esibizione.
OVERKILL
E poi tocca a loro, un bel pezzo di storia del genere. Ce ne si accorge perché si vedono facce nuove, o meglio vecchie, che bevono la loro birra con il giacchetto di jeans dalle maniche mozze, con la toppa di qualche album degli Overkill – fino ad “Horrorscope”, of course – in esposizione dietro la schiena. Hanno rispolverato l’abbigliamento di un tempo, come se si presenziasse a una cena con i compagni di classe venti anni dopo. Gli Overkill salgono sul palco e il pubblico urla eccitato. L’entrata è da campioni. Sulle note di “XDM” arrivano i primi suoni che poi deflagrano quando si inizia a suonare veramente con “Armourist”, prima vera traccia del loro ultimo album. Manco il tempo di tirare il fiato e arriva subito un classico, “Hammered”. La gente comincia a partecipare ancor più direttamente, cantando a squarciagola il coro. Dopo questo salto nel passato, arriva la più recente “Electric Rattlesnake”, buona per rifiatare un po’ con il ritmo più groovy che forsennato. Ma come scrivere di un concerto degli Overkill senza parlare di lui, il frontman per eccellenza? Con la voce che con il passare degli anni diventa più forte, domina il palco vestito con jeans attillati neri, cinta con borchia gigante in bella mostra e maglietta nera aderente, a marcare il fisico scultoreo. Bobby entra ed esce dal palco a seconda se la sua presenza serva o meno, per lasciare la scena ai compagni o reclamarla a sé. Il pubblico lo ama. E quando arriva “In Union We Stand” ci si scambia effusioni, abbracciandosi e cantando tutti assieme. Ma è tempo di tornare a infiammare l’Orion e allora ecco “Rotten To The Core”: delirio puro nel pit. Ci si riposa con “Bring Me The Night”, brano che marca la differenza fra la vecchia e la nuova produzione del ‘made in NY’. Gli americani si concedono una pausa, per riprendere fiato prima di “Necroshine”, mix perfetto di riff lenti e pesanti conditi dalle urla di Bobby, il quale dimostra ancora una volta che la sua estensione vocale è “sprecata” per il genere. Si torna di nuovo indietro nel tempo con “Horrorscope”, pezzo anthem del gruppo, molto pesante anche se caratterizzato dal ritmo cadenzato. “Old school is like drug: you can never get enough”, dice fieramente Bobby mente parte “Hello From The Gutter”, cantata a squarciagola dal pubblico saltellante. Tocca poi ad un altro anthem, “Overkill”, seguito dal più recente e muscoloso “Ironbound”, uno dei pezzi thrash migliori dell’era moderna. Lo show si avvia alla fine, i cinque lasciano il palco ma tornano immediatamente per eseguire la lenta ma dura “Bitter Pill”, estratta dall’album del 2014 “White Devil Armoury”. Non può finire così e infatti arriva “Elimination”, altro brano-delirio, con Bobby che canta a duecento all’ora, tanto che se voi riuscite ad andargli dietro sicuramente fate Ellsworth di cognome. Strette di mano, ovazioni, braccia al cielo, sudore che cola: a fine show, nelle prime file, c’è la ressa per toccare gli idoli del thrash metal americano. Noi ribadiamo il solito concetto: se c’è una band thrash metal da vedere da vicino, questi sono gli Overkill. Senza discutere.
Setlist:
XDM
Armorist
Hammerhead
Electric Rattlesnake
Powersurge
In Union We Stand
Rotten to the Core
Bring Me the Night
End of the Line
Necroshine
Horrorscope
Hello From the Gutter
Overkill
Ironbound
Encore:
Bitter Pill
Elimination
Fuck You (The Subhumans cover)