09/11/2003 - Overkill + Seven Witches @ Transilvania Live - Milano

Pubblicato il 17/11/2003 da

A cura di Gennaro Dileo

Ecco a voi il report del concerto di una delle band più inossidabili e coerenti della scena metal, gli Overkill. Sono in pista da quasi vent’anni e, incuranti di qualsiasi moda, hanno sfornato dischi su dischi mantenendo inalterata l’attitudine, pur modernizzando il sound nel corso del tempo.

 

SEVEN WITCHES

“Chi non muore si rivede”, recita il detto, e penso che questa affermazione sia applicabile alla ricomparsa dell’ex singer degli Helstar, James Rivera, chiamato alle armi da Jack Frost per incidere l’ultimo lavoro in studio “Passage To The Other Side”. I Seven Witches aprono più che degnamente la serata, proponendo vari estratti della loro discografia, e brani come la vigorosa “Dance With The Dead”, la dura “Mental Messiah”, interpretata alla grande da Rivera, la criptica “Passage To The Other Side”, hanno confermato l’indubbio stato di salute della band, alle prese con un metal di stampo prettamente classico (Priest su tutti), enfatizzato a tratti da alcuni fraseggi thrashy. Pur non avendo una notevole presenza scenica, la loro figura l’hanno certamente fatta.


 

OVERKILL

Sono da poco passate le 21, e la band capitanata da Bobby Ellsworth e D.D.Verni si presenta sul palco in gran forma, e la doppietta costituita da “Devil By The Trail” e “Necroshine” scalda a dovere i numerosi fan accorsi all’evento. La storica e violenta “Hammerhead” viene accolta come manna dal cielo, e l’esecuzione del quartetto è pressoché perfetta. E’ notevole il fisico del singer che, dopo i recenti problemi di salute e non la sua più giovanissima età, farebbe invidia a chiunque. Tornando alla musica, gli yankees sciorinano una song dietro l’altra, a partire dall’anthemica “In Union We Stand” per passare alla massacrante “Supersonic Hate”, sino ad arrivare alla mitica “Bastard Nation”, cantata a squarciagola da quasi tutto il pubblico. La resa sonora del concerto è stata buona, la band ha creato un wall of sound davvero ragguardevole, capace di martoriare a dovere i malcapitati timpani dei kid accorsi. Altro highlight del concerto è stata indubbiamente “Elimination”, che ha scatenato un gran pogo nelle prime file e pugni tesi nelle retrovie, saturando le mura del locale a suon di decibel e sudore. “Rotten To The Core” non ha fatto altro che aumentare la tensione e la temperatura all’interno del locale, e il medley conclusivo costituito da “Fuck You” e “War Pigs” ha concluso una serata sicuramente indimenticabile per le persone accorse a questo concerto, ch e non fa che confermare il pieno stato di salute della band statunitense. Che poi gli ultimi dischi non siano propriamente irresistibili, questo è un altro paio di maniche…

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