Foto a cura di Giuseppe Craca
IL MEET & GREET
Come molti di voi sapranno, grazie alla collaborazione con Live e Sony Music, Metalitalia.com ha organizzato in esclusiva un incontro di alcuni suoi lettori con Ozzy. Cinque erano i fortunati che si sarebbero aggiudicati l’ambita opportunità di stringere la mano a uno dei capostipiti della musica heavy e di ricevere inotre un ingresso omaggio per il concerto e una copia dell’ultimo album “Scream”. Eccoci dunque qui fuori dai cancelli con i cinque fortunati un’oretta prima dell’inizio dei concerti, in trepidante attesa di accedere all’area backstage. A sorpresa ci viene concesso di ammettere all’incontro anche altri due ragazzi che viaggiavano assieme a due dei vincitori e veniamo scortati dietro al palco dove, dopo pochi minuti, fa capolino Ozzy. C’è tempo giusto per una battuta, un autografo e qualche foto a testa, scattate dal nostro fotografo Giuseppe Craca. L’emozione dei sette ragazzi, cosiccome quella di noi che li accompagnamo, è palese. Ozzy, nerovestito, truccato e armato di pennarello, è piuttosto tranquillo, disponibile e accetta volentieri una maglia azzurra per lui personalizzata regalatagli proprio da uno dei cinque nostri lettori (la stessa maglia che Ozzy indosserà poche ore dopo durante il finale del concerto). Passano pochi minuti, Ozzy saluta e si dilegua, e la sicurezza invita tutti a lasciare il backstage e ad accedere all’area concerti. Soddisfatti sia per noi che per i nostri lettori, non possiamo fare altro che ringraziare Live e Sony Music per averci permesso di co-organizzare un’iniziativa così unica.
IL CONCERTO
Tocca ai Labyrinth aprire per Ozzy e per loro è una vetrina a dir poco prestigiosa nonché un’altra occasione d’oro per celebrare questo loro rilancio dopo il rientro in formazione dello storico chitarrista e songwriter Olaf Thorsen. Discreto il numero di loro sostenitori sotto al palco, nonostante il power metal proposto dal sestetto non sia esattamente in linea con lo stile molto più tradizionale dell’headliner. La loro prova è apprezzata e gli applausi non mancano, indice che questo gruppo goda ora di un rinovato seguito. Buona la prestazione soprattutto a livello strumentale, mentre il singer Roberto Tiranti appare un tantino meno in forma rispetto ai suoi standard e in vari passaggi tende a risparmiarsi un po’ troppo. Solo una manciata i brani a disposizione per una mezz’oretta di set che passa dalla nuova e convincente “A Chance” fino alle più datate e sempre apprezzatissime “Moonlight”, “New Horizons” e “In The Shade”. Non perfetti come in altre occasioni, i Labyrinth aggiungono comunque un altro importante tassello a questo loro nuovo-vecchio corso che li sta riportando ai vertici della scena classic-power italiana.
OZZY OSBOURNE
Le nuvole si avvicinano e il vento inizia a muoversi quando le luci del palco si accendono il Principe delle Tenebre irrompe sulle note di “Bark At The Moon”, accompagnato da un’ovazione generale della platea. I suoni non sono subito perfetti e ci vuole qualche istante prima che vengano sistemati al meglio. Quello che veramente conta è però constatare già dai primi pezzi, tra cui il nuovo singolo “Let Me Here Your Scream” la cui resa live è più che buona, che il sessantunenne frontman dei Black Sabbath è decisamente più in forma del previsto. La sua voce tiene abbastanza bene e anche le sue movenze sul palco appaiono meno impacciate che in altre occasioni. Dimenticato dunque lo show piuttosto mediocre del Gods Of Metal 2007, ci godiamo uno dietro l’altro grandi classici come “Mr. Crowley”, “I Don’t Know”; qualche chicca come la sabbathiana “Fairies Wear Boots” (sulla quale purtroppo l’amplificazione si ammutolisce per qualche istante) o l’insolita “Killer Of Giants”. Ozzy, armato di idrante e del fido secchio d’acqua, tira fuori come al solito il suo buffo carisma ma in questa serata appare piuttosto concentrato sulla performance. Gus G., il secondo principale osservato, deve combattere contro la figura di Zakk Wylde, chitarrista di cui ha preso il posto. Il pubblico difatti, a differenza del calore con cui acclama la sezione ritmica Blasko-Tommy Clufetos, è piuttosto freddo con Gus persino quando questi si esibsce nel suo discreto assolo, sul quale accenna anche “Bloodbath In Paradise”. Per conto di chi scrive, il greco non avrà il carisma, lo stile e la personalità di Zakk ma la sua prova è convincente e, soprattutto sui brani dell’era Rhoads o Black Sabbath, la resa è ottima e più fedele all’originale rispetto a quanto era solito fare il biondo frontman dei Black Label Society. Spettacolari dunque le attesissime “Iron Man” e “War Pigs”, classici intramontabili che non ci resta che sperare di poter apprezzare anche con i Black Sabbath in formazione originale. La pioggia inizia a cadere copiosamente, la fine dello show è prossima e Ozzy su “Crazy Train” è, permetteteci di dire “giustamente”, un tantino in debito d’ossigeno. Solo il tempo di una pausa ed ecco che torna sul palco vestito con la maglia azzurra personalizzata che il nostro lettore gli aveva regalato durante il meet & greet. Un bellissimo gesto a cui segue la grande chiusura con l’immancabile “Paranoid”. Chi si aspettava un concerto sottotono o chi è rimasto a casa convinto che Ozzy fosse ormai una sorta di relitto umano, è stato sorprendentemente smentito da una performance più che buona, decisamente al di sopra delle più recenti esibizioni del leggendario frontman. Come già accennato, con Ozzy in questo stato di forma non resta che sperare in una reunion dei quattro musicisti che hanno inventato l’heavy metal.
SETLIST:
Bark At The Moon
Let Me Hear Your Scream
Mr Crowley
I Don’t Know
Fairies Wear Boots
Suicide Solution
Road To Nowhere
Shot In The Dark
Rat Salad + guitar & drum solo
Iron Man
Killer Of Giants
I Don’t Want To Change The World
War Pigs
Crazy Train
Paranoid