15/09/2005 - Pain Of Salvation + Dark Suns @ Live Music Club - Trezzo Sull'Adda (MI)

Pubblicato il 20/09/2005 da

A Cura di Carlo Paleari

Ritornano, dopo pochi mesi dall’ultima calata italica, i Pain OfSalvation, per la seconda parte del tour di supporto a “BE”. Il grupposvedese, accompagnato ancora una volta dai Dark Suns, riesce nuovamentea lasciare il segno, grazie a una prova maiuscola, capace di ammaliaretutti i presenti.

DARK SUNS

I tedeschi Dark Suns hanno il compito di riscaldare il pubblico primadell’esibizione dei Pain Of Salvation. Il gruppo, dedito ad un metalestremo di stampo progressive, molto vicino allo stile degli Opeth,conferma i pregi e i difetti mostrati nello show di aprile. Le lorocomposizioni, infatti, sono senza dubbio ben strutturate ed efficaci,soprattutto nell’alternanza tra le sfuriate più vicine al death metal ele parti più eteree e malinconiche; eppure alla lunga la loroesibizione si trascina eccessivamente, non riuscendo a coinvolgere almeglio gli spettatori. Se, infatti, il pubblico ha risposto in manieraentusiasta alle prime canzoni, giunti alla fine dei cinquanta minuticoncessi ai Dark Suns si percepisce una certa impazienza e distrazione.Questo può essere imputato sia all’acustica non eccelsa del Live Club,che impasta il suono in maniera imbarazzante e, probabilmente, anche auna certa staticità del gruppo, dovuta a cause di forza maggiore (lospazio sul palco riservato ai Dark Suns è ridotto, data la presenzadella strumentazione dei Pain Of Salvation). Una nota di merito finale,comunque, va senz’altro fatta a Niko Knappe, che ha ricoperto ilsingolare ruolo di batterista/cantante per tutta la durata dellaperformance. Da rivedere in un contesto più consono.

PAIN OF SALVATION

Forti della celeberrima puntualità che da sempre contraddistingue glieventi musicali in Italia, i Pain Of Salvation salgono sul palco conben cinquanta minuti di ritardo ma, fortunatamente, riescono a farsiperdonare subito, dando vita ad uno show intenso e pieno di musicad’alto livello. Accompagnati dalle immagini proiettate su uno schermo,Daniel Gildenlow e soci salgono sul palco, per scatenarsi subito in una“Used” davvero terremotante, seguita a ruota da una “Diffidentia”,primo estratto dalla loro ultima fatica, tanto potente da convincereanche chi, come il sottoscritto, non era stato entusiasta delcontroverso “BE”. Una volta scosso il pubblico con queste due bordate,i Pain Of Salvation iniziano un vero e proprio viaggio nella lorodiscografia, seguendo le uscite quasi in ordine cronologico, edestrapolando alcuni dei migliori episodi della loro carriera. Dopo unasplendida “! (Foreword)”, cantata a squarciagola dal pubblico, si passaa tributare “One Hour By The Concrate Lake” con l’accoppiata “Spirit OfThe Land”/“Inside”, in cui Daniel abbandona temporaneamente la chitarrarivelandosi un ottimo intrattenitore. Si continua con un trittico dipezzi stupendi che si contendono, a parere di chi scrive, la palma dihighlight della serata: si tratta “Second Love”, capace di strapparepiù di un brivido a tutto il pubblico; “Inside Out”, impreziosita da unbell’assolo di Johan Hallgren; e “Ashes”, trascinante e potente. I PainOf Salvation proseguono il loro viaggio antologico tributando, condiversi brani, “Remedy Lane”, l’album che nel 2002 aumentò notevolmentela loro popolarità. In particolare, non si può non citare la splendida“Undertow”, vero e proprio crescendo di emozioni, in cui la band vienequasi superata dai cori del pubblico, mentre Daniel, visibilmentecompiaciuto, incita il pubblico a cantare. I cinque svedesi nondimenticano nemmeno la parentesi acustica del live “12:5”, da cui vieneestratto il primo “Brickwork”, una sfiziosa sorpresa per tutti coloroche temevano di non poter più gustare i brani dei Pain Of Salvation inversione unplugged. Finalmente giunge il momento di lasciare spazioall’ultima opera della band e, così, il concerto volge al termine sullenote dei brani tratti da “BE”, tra cui spicca la lunga “Dea Pecuniae”,interpretata magistralmente da un Daniel sornione e carismatico,vestito da ‘Mr. Money’ con giacca gessata e occhiali da sole, cheammicca verso una procace fanciulla salita sul palco a fargli daspalla.
Dopo pochi minuti di attesa, la band ricompare per i doverosi bis, resisingolari da un curioso aneddoto: pare infatti che fosse presente insala un vecchio amico dei Dark Suns i quali, saliti nuovamente sulpalco, si lanciano, in suo onore, in una assurda versione tedesca di“Ashes”, accompagnati ovviamente dai Pain Of Salvation al completo.Terminato questo curioso siparietto, si riparte con gli ultimissimibrani e, così, i cinque musicisti ci salutano con le ottime “OblivionOcean”, “Nightmist” (splendida…) e “People Passing By”. Ancora unavolta, dunque, i Pain Of Salvation si sono dimostrati una delle puntedi diamante del prog-metal mondiale, sia per la capacità diintrattenere il pubblico, sia per il valore della loro propostamusicale. In particolare un plauso al bravissimo Daniel Gildenlow, unartista a tutto tondo che sa essere chitarrista fuori dal comune,cantante di talento e frontman carismatico. Prima di sparire dietro lequinte, Daniel urla al pubblico: “Se voi ritornerete, noiritorneremo!”. Cos’altro dire? Noi ci saremo, Daniel. Noi ci saremo.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.