Report a cura di Valentina Piccione
Foto di Riccardo Plata
L’estate si è fatta attendere a lungo e un concerto all’aperto sarebbe stato sicuramente più gradito, ma in questo torrido giovedì 20 giugno arriviamo ai Magazzini Generali accolti da un noiosissimo acquazzone che giustifica la scelta della location di questa sera. Nonostante la rinfrescata, la temperatura e l’umidità all’interno del locale sono degne delle foreste tropicali. I Papa Roach tornano in Italia dopo una breve attesa: li avevamo infatti sentiti lo scorso novembre in apertura agli Stone Sour, in una performance che ci aveva lasciati perplessi solo per la brevissima durata. Ci viene da pensare che, vista l’accoglienza della scorsa volta, siano tornati così presto proprio per saldare il debito di minuti suonati!
Arrivati al diciannovesimo anno di carriera, i Papa Roach vantano sette album di studio, due live e pure la compilation “The Best Of Papa Roach”. Il pubblico presente si divide a metà: sottopalco si nota la forte presenza di giovani fan, che non si fanno mancare la riproduzione delle stelline tatuate accanto agli occhi del frontman Jacoby Shaddix; nelle retrovie lo zoccolo di fan di prima generazione, senza stelline ma con figli al seguito. Si inizia con “Still Swingin'” dall’ultimo uscito “The Connection”, e subito a seguire “Blood Brothers” da “Infest”. L’atmosfera è elettrica e si capisce subito che la performance sarà all’altezza delle aspettative. I Papa Roach dimostrano ancora una volta di essere impeccabili nella realizzazione di tutti i brani, vecchi e nuovi. La voce di Jacoby Shaddix è potente e per tutta la serata non perderà un colpo. Lo spettacolo continua con l’alternarsi tra i pezzi di “The Connection” e quelli più amati dei dischi precedenti. Non riusciamo bene a spiegarci l’assenza totale dei brani di “lovehatetragedy”: con tutta onestà abbiamo un po’ sentito la mancanza di “M-80 (Explosive Energy Movement)” e “Born With Nothing, Die With Everything”, che ci sarebbero stati benissimo nella setlist, seppur canzoni più lente. Dei nuovi brani l’accoglienza maggiore è riservata a “Where Did The Angels Go?” e “Before I Die”, che arriva a circa metà concerto a rallentare i ritmi e a dare qualche momento di respiro al pubblico, che continua a improvvisare minuscoli, dato lo spazio, circle pit e wall of death, che a tratti fanno più ridere che altro. Un appunto sull’intro con la base di “Before I Die” lo facciamo, perché effettivamente ci lascia un po’ perplessi: fortunatamente però i dubbi si sciolgono appena il gruppo inizia a suonare. Rarissimi gli assoli del batterista Tony Palermo e giusto qualche schitarrata di Jerry Horton; momenti che sono comunque apprezzati. I quattro lasciano il meglio alla fine, con “Getting Away With Murder”, “Scars” e “Lifeline”: sicuramente gli episodi più riusciti del concerto, insieme all’impeccabile e favolosa chiusura di “Last Resort”. La performance di quasi due ore è riuscita perfettamente a rispondere alle aspettative di tutti: con il loro nu metal orecchiabile e i testi decisamente semplici, i Papa Roach riescono ad essere coinvolgenti. Oltre a questo, non sono mancati i vari siparietti col pubblico, che hanno catturato l’attenzione dei più giovani. Abbiamo apprezzato la scelta di inserire quasi tutti i pezzi di “The Connection” e consideriamo questo live come quello della presentazione ufficiale dell’album e, a tutti gli effetti, pur non essendoci pezzi all’altezza di “Last Resort” o “Between Angels And Insects”, nel complesso l’impressione è quella che questo disco piacerà anche ai fan di vecchia data e che i Papa Roach hanno ancora la stessa carica di vent’anni fa.
Setlist
Still Swingin’
Blood Brothers
Give Me Back My Life
Between Angels And Insects
Where Did The Angels Go?
Forever
Before I Die
Burn
…To Be Loved
Getting Away With Murder
Alive (N’ Out Of Control)
Silence Is The Enemy
Scars
Leader Of The Broken Hearts
Lifeline
Dead Cell
Last Resort