25/03/2018 - PERSEFONE + ODDLAND + DEFECTO + SONDAG @ Rock Pub Centrale - Erba (CO)

Pubblicato il 01/04/2018 da

Report a cura di Roberto Guerra

Nel momento in cui si pensa allo stato di Andorra, risulta piuttosto difficile immaginare che una delle migliori band di metal moderno in circolazione provenga proprio da quella terra di appena ottantacinquemila abitanti situata nei Pirenei orientali. I Persefone non sono solo l’unica band nota proveniente dal suddetto stato ma, insieme ad alcune altre, rappresentano quella che è a tutti gli effetti la nuova ondata di death metal melodico e progressivo, la quale ci sta regalando molteplici emozioni ogni anno che passa grazie ad album sempre più ispirati e magistralmente composti. Dopo la loro ultima data al Barrio’s di Milano, è il momento di emozionarsi di nuovo in una location, a parer nostro, decisamente più adeguata e meno estrema da vivere (ricordiamo come se fosse ieri il caldo disumano che faceva all’interno del locale l’occasione precedente), ovvero il sempre piacevole Centrale Rock Pub di Erba. Insieme a loro troviamo ben tre realtà, ognuna dedita alla sua personale interpretazione di quel poliedrico genere che è il progressive metal, che non sempre può piacere a tutti, si sa. Detto ciò, vi auguriamo buona lettura!

 


SONDAG

Li avevamo già visti di supporto ai Rage e ai Firewind al Legend Club di Milano e, già allora, li avevamo trovati una band italiana davvero molto interessante, seppur totalmente fuori contesto in quell’occasione in cui l’heavy e il power metal più tradizionali la facevano decisamente da padrone. Quest’oggi potremmo dire che l’abbinamento risulta invece quasi perfetto e anche l’ancora poco numeroso pubblico presente in sala appare decisamente più propenso a gradire la particolare combinazione di elementi provenienti tanto dal metal moderno quanto dal rock più classico, caratterizzata da accordature basse e da una struttura piuttosto varia dei pezzi, i quali passano, in un istante, da un mood tutto sommato rilassato a un altro decisamente più violento e tirato su cui iniziare a scaldarsi il collo in vista delle band successive.

DEFECTO

I Defecto, da Copenaghen, sono un’altra band la cui proposta potrebbe attirare l’attenzione di diversi ascoltatori dai gusti abbastanza vari, grazie ai loro richiami a numerose realtà indistruttibili del panorama metal mondiale, dai Metallica fino ai Dream Theater le affinità musicali risultano davvero molteplici. Anche i singoli musicisti si potrebbero identificare nei due mostri sacri sopracitati: il biondissimo frontman Nicklass Sonne, che qualcuno conoscerà per aver sostituito Apollo Papathanasio alla voce dei connazionali Evil Masquerade, come impostazione chitarristica ricorda decisamente il sempre mitico James Hetfield, del quale sfoggia inoltre con orgoglio una chitarra signature; mentre invece lo stile solista del suo socio Frederik Duus Møller ci ricorda il fraseggio e il virtuosismo del buon John Petrucci. Nonostante tutti gli elementi diversi, quella dei Defecto risulta comunque una proposta più assimilabile rispetto a quella di chi li ha preceduti e forse anche questa è la loro forza, considerando l’evidente esaltazione di alcuni presenti intenti a scuotere la testa sulle loro ritmiche quadrate e di impatto. A parte qualche problema col suono delle chitarre nell’impianto, non abbiamo particolari appunti negativi da fare e in sostanza potremmo etichettarli come un’altra band altamente consigliata e da riscoprire anche su disco una volta tornati a casa. Bravi!

ODDLAND

Qui è bene distinguere i propri gusti personali da quella che è l’effettiva qualità del prodotto: gli Oddland rappresentano infatti quel filone piuttosto lento e evocativo del progressive metal, il che potrebbe rappresentare la gioia per alcuni tanto quanto la noia più totale per altri. I loro brani sono infatti un susseguirsi di passaggi lenti e armonizzati, con delle suddivisioni ritmiche anche difficilmente eseguibili e una voce a tratti un po’ piatta, sempre stabile sulle tonalità medio-basse. Il talento del combo finlandese è innegabile così come la professionalità e la capacità esecutiva dei singoli membri, il problema è che la loro musica alla lunga può risultare leggermente soporifera se non si è particolarmente inclini a trascorrere un’ora ondeggiando la testa su brani che non superano mai un certo numero di bpm. Ripetiamo che la qualità c’è e si sente, per questo è necessario rivolgersi semplicemente ai gusti delle persone: se apprezzate il progressive metal eseguito mettendo completamente da parte l’adrenalina in favore di atmosfere più calme allora fate vostro uno dei loro full-length, altrimenti dirigetevi altrove. Anzi no, rimanete esattamente dove siete perché adesso è il momento della portata principale!

PERSEFONE

Giunti alla seconda parte del tour dedicato all’ultimo album “Aathma”, i Persefone sono evidentemente carichi e pronti a scatenare tutta l’adrenalina e la grinta di cui sono dotati su un pubblico in fermento al pensiero di deliziarsi coi loro brani dalle molteplici strutture differenti. Il vocalist Marc Martins Pia è riconosciuto da sempre come un animale da palco e anche in quest’occasione lo dimostra trasmettendo una ferocia delle più totali con la sua voce ruggente, senza contare il suo peculiare tuffo in mezzo al moshpit a torso nudo durante il concerto, accompagnato ovviamente dai cinque incredibili strumentisti alle sue spalle: virtuosismi chitarristici, atmosfere evocative e strutture ritmiche complesse sono solo alcuni degli elementi della variegata proposta dei Persefone, che stasera vanno a pescare come di consueto principalmente dai loro ultimi lavori per fornire uno spettacolo più completo possibile su quella che è la loro potenza compositiva maturata negli anni fino al suo picco attuale, rappresentato ovviamente dal sopracitato “Aathma”. Anche qui, purtroppo, ci sono stati alcuni problemi con l’impianto sonoro, poiché in più di un momento è venuta a mancare una delle due chitarre e, a un certo punto, ha anche temporaneamente smesso di funzionare una delle casse alla base del palco, il che ha fatto un pochettino storcere il naso ai presenti, considerando anche l’incredibile ricchezza del muro sonoro dei Persefone, i quali hanno comunque mantenuto una parvenza divertita, sorridente e professionale nonostante i problemi in questione; e ciò non può che farci piacere considerando che certi musicisti che non nominiamo sono capaci di abbandonare malamente il palco per molto meno. A concerto finito tutto il pubblico è concorde sulla immensa qualità di ciò cui si è appena assistito e tornando verso casa siamo comunque entusiasti del fatto che tra le proposte moderne ci siano band tanto talentuose e con un futuro potenzialmente roseo e ricco di composizioni emozionanti.

 

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