A cura di Luca Pessina
15 anni di assenza dalle scene non hanno rimosso il ricordo dei Pestilence dalle menti dei death metallers di vecchia data, nè scalfito il loro status di band seminale per tutti coloro appassionati di certe sonorità. Ecco perchè, nonostante fosse la sera di Pasqua, ad accogliere il gruppo nel solito Underworld c’erano centinaia di persone: con buona pace delle festività, i Pestilence sono un’istituzione e la curiosità di vedere all’opera on stage la loro nuova incarnazione a quanto pare era davvero tanta. E, dal canto loro, Patrick Mameli e compagni non hanno deluso, rendendosi protagonisti di uno show forse un po’ troppo breve, tuttavia appagante sotto la maggior parte dei punti di vista.
VREID
Persi purtroppo gli opener The New Dominion a causa di impegni lavorativi (c’è chi lavora anche a Pasqua!), siamo invece riusciti ad assistere all’intero concerto dei Vreid, inseritisi nel tour europeo dei Pestilence praticamente all’ultimo minuto. Il gruppo norvegese, a livello stilistico, è molto lontano dalla proposta dei Pestilence (non a caso ha da poco portato a termine un tour di spalla ai Kampfar), tuttavia questa sera ha dimostrato di essere perfettamente in grado di intrattenere un pubblico potenzialmente “ostile”, sfoderando una prestazione compatta e molto grintosa. Simili per certi aspetti agli ultimi Enslaved, ma con un tocco black’n’roll decisamente marcato in alcuni pezzi, il quartetto ha all’inizio faticato un po’ a far entrare in sintonia la folla con il suo sound, ma poi, grazie a un paio di tracce più heavy, ha iniziato a strappare applausi, arrivando a fine show con una schiera piuttosto nutrita di astanti assiepati immediatamente sotto al palco. Insomma, dopo mezzora abbondante, i Vreid sono usciti a testa alta.
PESTILENCE
Senza intro nè giochi di luci particolari, i Pestilence hanno calcato il palco con tutta calma, fermandosi a stringere le mani dei fan delle prime file e confabulando fra di loro per un paio di minuti. Poi Mameli si è rivolto finalmente alla folla e ha annunciato "Devouring Frenzy", primo brano del nuovo album. I suoni sono apparsi piuttosto validi sin dalle prime battute, così come la coesione della band. Del resto, con una sezione ritmica composta da Tony Choy e Peter Wildoer è difficile sbagliare! Al contrario, Mameli inizialmente è sembrato un pochino fiacco sulle vocals, ma in questo senso le cose sono migliorate di molto dopo un paio di brani di riscaldamento, per fortuna all’altezza di "Chemo Therapy", primo grande classico della serata. Su quest’ultimo, il pubblico è letteralmente esploso, anche se va detto che pure per i brani del controverso "Resurrection Macabre" l’accoglienza è stata calorosa, anche perchè il nuovo materiale in sede live rende sicuramente dieci volte più che su CD. Soprattutto "Hate Suicide" ha lasciato una buona impressione, mettendo sovente in luce le ottime doti di Wildoer. Per godere della maestria di Choy, abbiamo dovuto invece attendere il suo assolo, che ha avuto luogo subito dopo quest’ultima canzone e che ha riscosso consensi all’unanimità: il bassista degli Athesit è davvero un maestro del suo strumento! Dopo questa piccola esibizione, Mameli e il secondo chitarrista Patrick Uterwijk (solidissima anche la sua prova) hanno fatto ritorno sul palco e da qui in poi si è assistito a un vero e proprio revival, con una serie di classici snocciolati in rapida successione. "Chronic Infection", "The Secrecies Of Horror" e la splendida "Mind Reflections" hanno fatto venire i brividi a tutti, mentre "Lost Souls", preceduta dalla nuova "Synthetic Grotesque", ha invece scatenato il primo vero pogo della serata, che è anche degenerato in una serie di stage diving. Il solito breve, finto congedo dal palco ha quindi portato di lì a poco all’esecuzione della richiestissima "Out Of The Body", senz’altro una delle tre canzoni più celebri del repertorio dei Pestilence. Una chiusura coi fiocchi, all’insegna della potenza e della più pura adrenalina. Certo, dopo questa perla, ci sarebbe piaciuto ascoltare anche una "Twisted Truth" o una "Multiple Beings", ma, a quanto pare, per la band – e per Mameli, che alla fine è apparso quasi stremato – un’ora di concerto era più che sufficiente. Assolutamente non male, comunque… con meno pezzi nuovi e più hit del passato, si sarebbe potuto parlare di uno show stupendo, ma anche così c’è stato di che divertirsi. Almeno dal vivo, i Pestilence sono ancora una band all’altezza della loro fama.
Setlist:
Devouring Frenzy
Horror Detox
Chemo Therapy
The Process Of Suffocation
Fiend
Hate Suicide
(Drums & Bass Solos)
Chronic Infection
The Secrecies Of Horror
Mind Reflections
Synthetic Grotesque
Lost Souls
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Out Of The Body