07/11/2018 - POWERWOLF + AMARANTHE + KISSIN’ DYNAMITE @ Live Music Club - Trezzo Sull'Adda (MI)

Pubblicato il 11/11/2018 da

Introduzione e report a cura di Roberto Guerra
Fotografie di Michele Aldeghi

La prima data ufficiale dei Powerwolf in veste da headliner in territorio italiano non poteva che rappresentare uno degli eventi più attesi da parte di una grossa fetta del pubblico metal nostrano, soprattutto tenendo conto dell’enorme successo che la band teutonica sta riscuotendo negli ultimi anni in pressoché ogni angolo del globo. Non è quindi un caso che l’affluenza prevista in quel del Live Club di Trezzo sull’Adda si attesti su numeri non indifferenti, il che trova conferma nel momento in cui notiamo la lunghissima fila che si è già formata fuori dall’ingresso della location negli attimi precedenti l’apertura delle porte. Ad incrementare ulteriormente il livello della serata troviamo altre due realtà piuttosto popolari in questo determinato periodo, seppur appartenenti a un filone relativamente diverso rispetto a quello che sarà l’atto principale di un evento ad alto contenuto teatrale e ricco di numerosi momenti in cui esaltarsi, in modo da permettere ai numerosi presenti di mettere temporaneamente da parte la routine settimanale e i numerosi problemi causati dal maltempo di questi stessi giorni. Scritto questo, bando alle ciance e vi auguriamo buona lettura, benedicendovi nel nome del Dio lupo (no, non è una bestemmia) di cui si parlerà a breve…

 


KISSIN’ DYNAMITE

Chiome vistose, trucco sugli occhi e attitudine festaiola sono solo alcuni degli elementi alla base della prima proposta della serata odierna: i tedeschi Kissin’ Dynamite non hanno bisogno di particolari presentazioni per chi segue con sufficiente partecipazione l’ambiente hard rock più fresco e recente, composto spesso da realtà relativamente evitabili e di dubbia utilità, ma allo stesso tempo in grado di sorprendere nel momento in cui una band ingrana la marcia giusta per stuzzicare l’interesse di una discreta quantità di ascoltatori. Il biondissimo Johannes Braun e i suoi compagni hanno raggiunto negli ultimi anni un notevole livello di maturità musicale, proponendo album molto piacevoli e ricchi di brani catchy da proporre in sede live: lo scoppiettante inizio con “I’ve Got The Fire” e “Somebody’s Gotta Do It” lascia forse un po’ straniti alcuni presenti, ma ne esalta già diversi altri, migliorando ulteriormente con la energica e ‘powereggiante’ “Highlight Zone” e la più metallica “Love Me, Hate Me”. La capacità di intrattenimento di questi ragazzi appare decisamente degna di nota, a fronte di una tecnica strumentale essenziale ma tutto sommato funzionale per rendere ottimamente una setlist frizzante e fomentante, che giunge alla sua conclusione sulle note dell’accoppiata “I Will Be King”, durante la quale il connubio di mantello e scettro sfoggiato da Johannes ci ha ricordato il compianto Freddie Mercury, e “Flying Colours”, al cui termine la band annuncia con entusiasmo la propria data da headliner al Legend Club di Milano prevista per il 10 aprile. Insomma, tra ritornelli cantati ad alta voce e ondeggiamento di capelli e fondoschiena (nel caso di svariate fanciulle), decisamente un ottimo riscaldamento da parte di una band meritevole di più di una possibilità anche in separata sede.

Setlist:

I’ve Got The Fire
Somebody’s Gotta Do It
Highlight Zone
Love Me, Hate Me
Waging War
You’re Not Alone
I Will Be King
Flying Colours

 

AMARANTHE

Esistono casi in cui diventa necessario discernere quelli che sono i propri gusti personali da quelle che sono le impressioni incondizionate riguardo un determinato concerto e tutto ciò che ne fa parte. Quando si parla degli svedesi Amaranthe, l’esempio non può che calzare a pennello per diversi motivi: tra questi si potrebbe citare un eccessivo utilizzo di elementi elettronici in base che vanno quasi a guastare una proposta che, a parere di chi vi scrive, nei primi anni era anche interessante, per quanto tamarra e un po’ pacchiana. Purtroppo sono in molti a ritenere che la band, con l’avanzare della propria carriera, abbia un tantino esagerato nel voler a tutti i costi esasperare l’elemento electro-pop moderno a discapito della componente più metal-oriented. Ciò non vuole essere un attacco all’essenza catchy di un repertorio dotato comunque di alcuni brani orecchiabili e gradevoli, quanto più un riferimento al fatto che a volte bisognerebbe sapere quando porsi un limite in modo da non perdere eccessivamente il collegamento col genere di partenza, finendo poi con lo scadere quasi nel ‘bad taste’; tuttavia, alla fine si tratta di gusti ed è giusto che sia così. Per chi apprezza il loro stile, infatti, non si può certo dire che l’esibizione degli Amaranthe non sia comunque divertente e caciarona, con numerosi momenti in cui è possibile cantare e ballare insieme alla bella Elize Ryd e soci, ad esempio in concomitanza delle varie “Digital World”, “Hunger” e “Call Out My Name”; tutto ciò grazie a dei suoni equalizzati piuttosto bene, anche perché in caso contrario sarebbe piuttosto difficile persino per un fan godere in sede live del prodotto musicale degli Amaranthe (ricordiamo in merito lo show abbastanza disastroso al Rock Fest di Barcellona). A prescindere dal proprio pensiero, gli Amaranthe sanno comunque divertire il loro pubblico e questo è un fatto da riconoscere; perciò vogliamo comunque far loro un applauso, seppur con un discreto senso di amarezza per quella che inevitabilmente consideriamo una band alquanto sopravvalutata, che riesce tuttavia ancora una volta a portare positivamente a casa lo show.

Setlist:

Maximize
Digital World
365
1.000.000 Lightyears
Hunger
Amaranthine
GG6
Dream
Drop Dead Cynical
Call Out My Name
The Nexus

 

POWERWOLF

Notando l’affluenza vicinissima al sold out ed evitando di commentare il gruppetto di ragazzi che, negli attimi precedenti i primi rintocchi del concerto dei Powerwolf, ha ben pensato di recitare il Padre Nostro in stile coro da stadio, ci prepariamo per quella che sarà la prima vera ‘metal mass’ in territorio italiano per una delle band tedesche più popolari degli ultimi anni. I Lupi clericali fanno il loro ingresso on stage sulle note iniziali della focosa “Fire & Forgive”, traccia iniziale dell’ultimo apprezzato album “The Sacrament Of Sin”, dal quale in seguito verranno proposti vari estratti, tra cui i singoli “Incense And Iron”, “Demons Are A Girl’s Best Friend” e “Killers With The Cross”, insieme persino alla toccante “Where The Wild Wolves Have Gone” e all’ignorantissima “Stossgebet”. Il fatto che ognuno di questi brani venga cantato a gran voce la dice lunga sull’immenso interessamento da parte del pubblico nei confronti di una band il cui successo appare in crescita costante ogni anno che passa, anche se è inevitabile che l’esaltazione maggiore sia riservata ai cavalli di battaglia come “Amen & Attack”, “Armata Strigoi” (stavolta senza strafalcione sulla seconda strofa), “Resurrection By Erection”, “We Drink Your Blood”; tutte perfettamente interpretate dal corpulento vocalist Attila Dorn e dai quattro lupi al suo seguito. Trattandosi, come detto in precedenza, della prima vera data da headliner dei Powerwolf in Italia, non si può non spendere una parola sul comparto sonoro, davvero devastante e ben equalizzato in ogni componente, basi comprese, anche se il volume di tastiera e orchestrazioni si sarebbe potuto tirare un po’ più su, in modo da rendere uno show già di per sé teatrale ancora più incisivo. Ciò rappresenta forse l’unica leggerissima pecca del concerto odierno, insieme forse alla tipica tendenza di Attila e branco di dilungarsi in interazioni varie tra un brano e l’altro, il che può far piacere, così come spezzare eccessivamente il ritmo del set; quest’ultimo, tuttavia, può vantare una durata generale non indifferente, soprattutto tenendo conto dell’inatteso encore post “Lupus Dei”, solitamente traccia conclusiva di ogni esibizione dei Powerwolf. In effetti pareva strano che la band si congedasse senza l’immancabile trittico “Sanctified With Dynamite”, “Coleus Sanctus” e “Werewolves Of Armenia”, al seguito della quale Attila sancisce che la messa è ufficialmente finita e ci invita ad andare in pace, dopo esserci goduti quasi due ore di power metal, orrore e teatralità in compagnia di una band che, un po’ come tutte le recenti realtà di successo, non potrà piacere a tutti, ma che si dimostra per l’ennesima volta più che meritevole di tutta l’attenzione ricevuta.

Setlist:

Fire And Forgive
Army Of The Night
Incense & Iron
Amen & Attack
Let There Be Night
Demons Are A Girl’s Best Friend
Killers With The Cross
Armata Strigoi
Blessed & Possessed
Where The Wild Wolves Have Gone
Resurrection By Erection
Stossgebet
All We Need Is Blood
We Drink Your Blood
Lupus Dei
Sanctified With Dynamite
Coleus Sanctus
Werewolves Of Armenia

 

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