Report a cura di William Crippa
Fotografie di Francesco Castaldo
Domenica 20 marzo: già dalla prima mattina attraverso i social media arrivano notizie preoccupanti e al limite del credibile da Bologna, sede del concerto della sera prima dei Puddle Of Mudd. Si parla di Wes Scantlin ubriaco, fatto o peggio, incapace persino di stare in piedi, figurarsi cantare, con calorose raccomandazioni d vendere il biglietto o stare a casa per chi il biglietto ancora dovesse comperarlo. Impavidi e senza paura, ed abbastanza increduli visto il tenore a dir poco apocalittico dei commenti letti, ci rechiamo al locale di Trezzo per verificare di persona. Al nostro arrivo i fan presenti sono non più di cento, ma cresceranno in numero fino a raggiungere un dignitoso 60-65% della capacità del Live Music Club, ad occhio e croce.
GANG BANG
Ad aprire le danze ci pensano i Gang Bang da Udine, band dedita ad un rock italiano abbastanza semplice basato su un mood triste e contenuto in quanto ad energia, con pezzi che richiamano Timoria, Negrita e certo grunge più intimistico. Nulla di particolarmente esaltante o particolarmente di qualità, non premiato in maniera concreta perchè il pubblico è davvero avaro nel lasciarsi andare in applausi o segnali di approvazione. Un pugno di brani per loro, senza infamia e senza lode, prima di lasciare lo stage dopo il selfie di rito.
Ore 21.50, giù le luci, ed ecco Matt Fuller, Dave Moreno e Michael Adams salire sul palco, seguiti da una strana figura molto magra che si trascina sulle assi del Live barcollando e portandosi dietro uno zaino ed uno sgabello che piazza davanti al microfono; ovviamente si tratta di Wes Scantlin, che, non appena le luci si accendono, appare molto peggio di quello che i fan si aspettavano. Magrissimo, con il volto scavato e gli occhi praticamente chiusi, malfermo sulle gambe e ubriaco o strafatto o entrambe le cose, Wes manca letteralmente il microfono sull’attacco del primo brano, quasi cadendo a terra, anche se il cantato arriva comunque al pubblico per la vergognosa pratica del ‘lip sync’, per la quale Scantlin è tristemente famoso da anni. La scena è grottesca ed i fan si spaccano letteralmente in due fazioni: chi fischia disgustato e chi applaude, ridendo del vocalist e cantando canzoni da osteria. La band suona regolarmente, ovviamente avvezza a queste scene, mentre il cantante dà il peggio di sè. Particolarmente imbarazzante è quando Wes dimostra di non saper neppure in che città si stia esibendo, biascicando in maniera non intelligibile al microfono frasi sconnesse. Non mancano neppure le emozioni forti, quando, dopo aver parlato con il vuoto alla sua destra, Scantlin decide di regalare qualche birra ai fan sulla balconata, ovviamente in pericolosissime bottiglie di vetro, che lancia sfiorando le teste dei fan sotto il palco. Il pubblico continua ad essere diviso: da una parte chi fischia disgustato, arrabbiato di aver pagato per assistere ad uno spettacolo simile, dall’altra chi ride e si gode la scena in maniera quasi morbosa, come coloro che rallentano per vedere un incidente stradale o ridono di un ubriaco molesto che parla da solo, curiosi di vedere fino a che punto si possa arrivare. Decisamente gustosa è la scena dei roadie che corrono a sostituire le bottiglie di birra sulla pedana della batteria con più sicuri bicchieri, che volano come da programma sulle teste del pubblico. Scantlin arriva anche a tirare fuori una bottiglia di rum e una di Jack Daniel’s dallo zaino che si porta dietro, gettandole poi alla venue dopo profondi sorsi. Non si commenta il lato musicale, perchè non c’è nulla da commentare con una band che suona in maniera elementare brani accompagnati dalla voce in playback. Dopo sei brani solamente, disastrosi, i Puddle Od Mudd si ritirano nel backstage, per tornare dopo una manciata di minuti in condizioni ancora più precarie. Forse l’unica canzone godibile in tutto il set è “She Hates Me”, solo ed esclusivamente perchè cantata completamente dal pubblico, al termine della quale Scantlin si siede sulla pedana della batteria e fa segno alla band che tutto finisce qui; dopo qualche lunghissimo minuto di nulla, parte la base preregistrata di “Blurry” ed i Puddle Of Mudd si alzano per l’ultimo brano, ma, durante questo, Wes lentamente si accascia e collassa sul palco di fronte ai fan; tutto termina in questo modo, con il cantante svenuto che viene portato fuori di peso in mezzo ai fischi ed agli insulti. Uno spettacolo pietoso e vergognoso, ridicolo, che chi vi scrive mai in ventidue anni, e oltre quattrocenti concerti, aveva visto prima.