07/03/2013 - PYREXIA + BEHEADED + UNFATHOMABLE RUINATION @ Unicorn - Londra (Gran Bretagna)

Pubblicato il 11/03/2013 da

Primo tour europeo per i Pyrexia, a ben ventitre anni dalla fondazione. Meglio tardi che mai, come si suol dire! La death metal band statunitense non è mai stata troppo attiva o fortunatissima in carriera, ma vederla finalmente da queste parti fa piacere, anche se la serata non è delle migliori, visto che i Nostri arrivano a Londra il giorno stesso in cui Cannibal Corpse, The Black Dahlia Murder e Hour Of Penance suonano nel vicino Forum (non teniamo troppo conto dei Devildriver, visto che probabilmente buona parte dei loro fan non ha comunque idea di chi siano i Pyrexia). Il popolo death metal locale, in ogni caso, risponde abbastanza bene, vuoi perchè i concerti allo Unicorn – un pub poco distante dal popolare quartiere di Camden – sono sempre gratuiti, vuoi perchè, dopo tutto, la “concorrenza” di stasera suona nella capitale più o meno regolarmente: quale death metaller degno di questo nome non ha ancora visto i Cannibal Corpse dal vivo almeno una volta nella vita? I veterani del circuito locale e coloro in cerca di novità si recano insomma tutti allo Unicorn, finendo per fornire una cornice più che discreta ad un evento certamente piccolo, ma per alcuni molto atteso.

pyrexia - locandina tour - 2013

UNFATHOMABLE RUINATION

Dopo un paio di supporter locali – che purtroppo non riusciamo a visionare – tocca agli Unfathomable Ruination calcare il piccolo palco dello Unicorn. Abbiamo avuto modo di assistere a show della band londinese in precedenza, ma questa sera notiamo la presenza di un secondo chitarrista, il quale riesce a ispessire le trame dei Nostri e a rendere molti dei passaggi più fluidi rispetto al passato. Il gruppo, che presenta ufficialmente il suo primo full-length, “Misshapen Congenital Entropy”, vanta già un buon seguito nella zona e calca il palco con sicurezza, proponedo una manciata di tracce che, nonostante dei suoni rivedibili, lasciano ampiamente il segno sulla folla. I brani degli Unfathomable Ruination sono generalmente molto lunghi e strutturati, ma possono sempre vantare interessanti spunti melodici e, soprattutto, una base ritmica piuttosto orecchiabile che li rende tutto sommato digeribili anche ad un primo ascolto. La formazione abbraccia varie influenze e le concentra in un death metal fresco e dinamico, che può già dirsi personale. Qua e là servirebbe forse una maggiore capacità di sintesi, ma quella verrà probabilmente con il tempo, una volta maturata un po’ di esperienza. Anche sul palco il quintetto denota personalità ed entusiasmo e questa sera conclude la sua breve performance tra gli applausi.

BEHEADED

Si sale ulteriormente di livello con i Beheaded, freschi reduci dalla pubblicazione del loro quarto album “Never To Dawn”. Il gruppo gioca praticamente in casa, visto che la capitale britannica ospita parecchi maltesi, ex sudditi della Corona, e sin dalle prime battute dello show si dimostra decisamente carico e in forma. Anche la resa sonora migliora di parecchio rispetto al set degli Unfathomable Ruination, esaltando le variegate trame della band, che proprio con l’ultima fatica ha dato ampio sfogo al suo lato più raffinato. Il concerto tuttavia prende una piega animalesca grazie all’ottima prova di Frank Calleja, frontman molto fisico e partecipe, abile nel prendere per mano il pubblico e nel trasmettere pienamente quell’impatto che pezzi come la title track del nuovo lavoro o “Suffer In Silence” possono generare. La presenza di una sola chitarra tutto sommato non sembra infastidire troppo il gruppo, che evidentemente sa quali episodi proporre in sede live, evitando cali di tensione e parentesi pretenziose. Insomma, gli oltre vent’anni di carriera si sentono tutti nel corso della performance dei Beheaded, i quali arrivano al termine del set stremati ma con un pubblico praticamente ai loro piedi, che li premierà con una fortissima ovazione e parecchio merchandise acquistato. L’ennesima ottima conferma da parte di una band ormai storica nel panorama.

PYREXIA

Nel giro di pochi minuti il palco è pronto anche per i Pyrexia, che naturalmente sono il gruppo più atteso della serata. Basta poco per capire che il concerto sarà di quelli ignoranti: qualcuno fa prove da mosh pit ancora prima che venga suonata una nota e i quattro americani sorridono ampiamente, pregustando la carneficina. La carriera dei Pyrexia può sostanzialmente essere divisa in due parti, con gli esordi votati a un death metal fortemente influenzato dai Suffocation e con le opere successive più improntate su sonorità groovy e lineari. Questa sera si opta per un mix con brani estratti da tutti i periodi, con l’aggiunta di un paio di inediti che andranno a far parte del prossimo album in studio. L’anima newyorkese dei ragazzi emerge con prepotenza già dal look – teste rasate, cappelli degli Yankees, movenze hardcore – ma si materializza completamente a concerto iniziato, quando possiamo ammirare il frontman Eric Shute fare stage diving e aizzare la folla come se fossimo a uno show dei Madball. D’altra parte, i breakdown non lasciano scampo e anche all’altezza degli episodi più tecnici – “Abominat”, “Sermon Of Mockery” – la band affronta l’esecuzione con un trasporto e una fisicità prettamente hardcore. Proprio su “Sermon…” Shute arriva addirittura ad invitare gli astanti a salire sul palco: nessuno si fa pregare e i Pyrexia concludono il set circondati da gente invasata, che in un paio di momenti mette pure a repentaglio la chitarra del leader Chris Basile. Nel complesso, il concerto dura appena una mezzoretta, ma in giro si sentono solamente commenti positivi. Abbiamo sempre avuto l’impressione che la musica del quartetto, soprattutto quella dell’ultimo periodo, fosse studiata appositamente per i live e stasera ne abbiamo avuto conferma: grande impatto, grande partecipazione del pubblico e, in generale, tanto divertimento. I nuovi pezzi proposti hanno lasciato intendere che i Pyrexia non hanno molta intenzione di tornare al sound degli esordi, ma, almeno uno di questi, “Thy Minion”, ha denotato un buon brio nel riffing e una struttura catchy davvero funzionale. Senz’altro i Pyrexia non finiranno per fare la storia, ma un posticino nel cuore dei vecchi appassionati probabilmente riusciranno sempre a ritagliarselo.

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