02/04/2012 - RAGE + TYR + COMMUNIC + SCAR OF THE SUN @ Bitte Associazione Culturale - Milano

Pubblicato il 17/04/2012 da

Con il nuovo album “21” da poco nei negozi, i Rage hanno fatto ritorno in Italia per una data singola a Milano accompagnati da tre band di tutto rispetto. I Tyr, tra le migliori formazioni in campo epic folk metal, i progressivi Communic e i greci Scar Of The Sun (che purtroppo ci siamo persi causa traffico e tempi di sottoscrizione della tessera ARCI necessaria per accedere al locale anche se con pass stampa). Un pacchetto interesante dunque, che ha avuto però la sfortuna di finire in una location, il Bitte, di scarso livello per concerti di questo tipo. Palco minuscolo, suoni al limite della decenza e impianto luci a dir poco minimale. A questo si aggiunga il biglietto a 30 euro in cassa esclusi i 10 euro di tessera ARCI. Ecco quindi che molti fan sono stati costretti a sborsare la modica cifra di 40 euro, assolutamente soproporzionata viste le condizioni sopra accennate in cui si è svolto lo show. Se questo aspetto non di poco conto abbia fatto da deterrente, oppure se la causa sia una perdita di popolarità da parte di Rage e compagni di tour, non possiamo dirlo con certezza, fatto sta che il pubblico si contava a decine e non a centinaia come sarebbe stato lecito aspettarsi. E non è tutto, perchè i malcapitati spettatori hanno anche dovuto fare i conti con un notevole ritardo con il quale il tourbus delle band è arrivato sul posto e tutti i set, compreso quello dell’headliner, sono stati notevolmente tagliati per rispettare i tempi. Vediamo nel dettaglio come è andata questa serata da dimenticare.

COMMUNIC

Con una manciata di minuti a disposizione, Oddleif Stensland e i suoi Communic hanno giusto il tempo per tre pezzi dall’ultimo album “The Bottom Deep”. Il sound della band, che dal vivo appare ancorpiù figlio degli insegnamenti dei Nevermore rivisti in chiave più progressiva, risente notevolmente non tanto dell’inesistente effetto scenico di palco e luci, quanto di suoni poco nitidi. Si aggiunga la scarsità di pubblico presente e il quadro è praticamente quello di uno show in sala prove. Peccato perchè il biondo chitarrista cantante e i suoi due compagni sono autori di una buona prova, sebbene la mancanza di alcuni attesi pezzi più datati  a fine concerto faccia storcere il naso a non pochi fan. Show nel complesso poco indicativo delle reali potenzialità del gruppo.

SETLIST:
Facing Tomorrow
Destroyer of Bloodlines
Flood River Blood

TYR

Dopo aver loro stessi messo a punto i propri strumenti attingendo da materiale tecnico vario presente a lato palco, praticamente tra il pubblico, i Tyr  attaccano con “Sinklars Visa” ma da subito si nota che qualcosa non va. Heri Joensen appare infastidito, sembra forse accusare qualche difficoltà con l’audio e la sua prova vocale è imprecisa. Solo quattro i brani a disposizione, pochissimi se si considera la posizione di pre-headliner. Senza troppe pause il gruppo propone “Flames Of The Free” e le direttissime “Take Your Tyrant” e “Hold The Heathen Hammer High”. Lo sparuto manipolo di presenti incita la band ma poco si può fare per raddrizzare una prestazione breve e forse anche per questo piuttosto spenta e con poco mordente. I Tyr in altre situazioni, soprattutto gli show al Wacken a cui abbiamo assistito, hanno dato tutt’altro tipo di impressione e raccolto consensi a non finire. Questa sera, parallelamente a quanto detto per i Communic, per più ragioni non sono in condizione di strappare giudizi esaltanti. Alla prossima volta.

SETLIST:
Sinklars Visa
Flames of the Free
Take Your Tyrant
Hold the Heathen Hammer High

RAGE

Con un fondale che riprende la copertina dell’ultimo “21” e dalle dimensioni maggiori rispetto al palco occupato per metà dalla megabatteria di Andre Hilgers, i Rage danno il via al loro set con le nuove “Twenty One” e “Forever Dead”. I due recentissimi pezzi convincono, sebbene la performance di Peavy e soci risenta di un impatto scenico prossimo allo zero. Luci scarsissime in numero e quasi unicamente fisse, pubblico partecipe ma che nel frattempo è aumentato di ben poco, setlist anche in questo caso ridotta e la tagliente ironia del pesante frontman e del suo scudiero Victor Smolski circa la location, sono le principali note negative di uno show che dal punto di vista strettamente esecutivo non ha invece difetti. Fortunatamente la posizione di headliner rende quantomento possibile la presenza di suoni discreti che permettono di apprezzare sia i diversi nuovi brani estratti da “21”, sia pezzi che il gruppo non esegue solitamente dal vivo quali la vecchia “Crawling Chaos” da “Black In Mind” o “No Regrets” dal più recente “Speak Of The Dead”. I virtuosismi strumentali vengono condensati in “Unity”, mentre per i fan di lunga data il top arriva con la sempre spettacolare “Refuge”. “Great Old Ones”, sulla quale si intravede anche un po’ di pogo, e “Soundchaser” chiudono con largo anticipo la performance. I fan tentano invano di invocare altri pezzi ma poi non resta loro che cantare intonare il ritornello del classico “Higher Than The Sky”, accompagnando così i visibilmente stizziti Rage fuori dal palco.

SETLIST:
House Wins (Intro)
Twenty One
Forever Dead
Paint the Devil on the Wall
Feel My Pain
Serial Killer
The Crawling Chaos
No Regrets
Unity
Refuge
Great Old Ones
Soundchaser

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