Report a cura di Carlo Paleari
Foto di Riccardo Plata
Monumentale. Non c’è altro modo per definire lo spettacolo dei Rammstein, una band che tour dopo tour continua ad alzare l’asticella, rendendo sempre tutto più enorme, pirotecnico, apocalittico e maestoso. Lo “Stadium Tour”, rimandato di un anno a causa della pandemia, arriva finalmente nel nostro Paese, con una data praticamente sold-out allo Stadio Olimpico Grande Torino. Nonostante il caldo c’è aria di festa e nei dintorni dello stadio si attende l’inizio dello spettacolo ingannando l’attesa con un panino e una birra: d’altra parte – e non ci stanchiamo mai di ripeterlo – è stato bellissimo tornare finalmente sotto il palco dei grandi eventi e questo dei Rammstein è senza dubbio uno dei concerti più imponenti dell’estate. Lo smistamento delle code è rapido e ordinato e ci servono pochi minuti per varcare le soglie dello stadio e trovarci di fronte ad un colpo d’occhio imponente: il palco, enorme e minaccioso, ci porta immediatamente in una realtà distopica, fatta di lamiere annerite, torri metalliche ed architetture taglienti. Non ci resta che aspettare l’inizio dello show.
Manca ancora un’ora all’inizio dello show degli headliner, quando sul piccolo palco laterale fa il suo ingresso il DUO ABÉLARD, Héloïse Hervouët e Katherine Nikitine sono due pianiste francesi che, in questo tour di supporto ai Rammstein, si stanno esibendo in un set strumentale fatto di rielaborazioni pianistiche dei brani degli stessi. Si tratta di una scelta particolare, che si presta a due diverse chiavi di lettura: da una parte, infatti, una scelta di questo tipo crea immediatamente una complicità con il pubblico, che si trova fin da subito ad ascoltare melodie ben note, ma al tempo stesso avere un opening act che esegue delle cover dell’artista principale ci è parso un po’ troppo celebrativo. Le due musiciste, comunque, sono state protagoniste di una prova convincente, rielaborando in maniera credibile una proposta che non sempre può essere trasposta al pianoforte. Il pubblico segue con buona attenzione, spesso cantando i ritornelli più iconici, e senza dubbio la resa migliore è nei brani più malinconici, come “Ohne Dich”, mentre i pezzi più sostenuti, come la celeberrima “Du Hast”, non sempre rendono al meglio. Tutto sommato, comunque, una buona performance, perfetta per accompagnare il pubblico all’inizio del concerto.
Finalmente poco dopo le 21.00 il palco prende vita, accompagnato dalla ‘musica per i fuochi d’artificio reali’ di Handel; dello spesso fumo nero inizia ad uscire dalla cima delle torri e il pubblico si trova ben presto avvolto in un’atmosfera infernale, con i RAMMSTEIN che fanno il loro ingresso sul palco e attaccano subito con due estratti dal nuovo album, “Armee De Tristen” e “Zick Zack”. E’ però con “Links 2-3-4” che lo show esplode, sia da un punto di vista letterale, con la prima bordata di fuochi d’artificio, sia per l’entusiasmo del pubblico. Le canzoni si susseguono una dopo l’altra e ci troviamo a fare due considerazioni: la prima è come l’esibizione dei Rammstein sia sempre di più uno spettacolo da vedere che da ascoltare, con la musica che ovviamente è un cardine dell’esibizione, ma con accanto l’aspetto visivo e scenografico oramai diventato qui davvero il perno attorno cui ruota l’intero concerto. La seconda considerazione, strettamente legata alla prima, è come i musicisti stessi finiscano per essere adombrati dalla mole della scenografia: intendiamoci, il carisma c’è tutto, soprattutto quello di Till Lindemann e di Flake, che macina chilometri sul suo tapis roulant, ma la dimensione dello stadio rende, per una grossa fetta del pubblico, tutto minuscolo. Ad esclusione dei fortunati nelle feuerzone, chi assiste al concerto dagli spalti o dalla seconda metà del pit deve affidarsi al saltuario uso del maxischermo centrale per vedere davvero i musicisti all’opera; diventa naturale, quindi, che il vero protagonista, il frontman dello show (concedeteci la provocazione) non sia un essere umano, ma il palco stesso. Questa consapevolezza, però, non venga letta come un fatto negativo, perchè se c’è una proposta musicale in cui il protagonista possa diventare senza problemi un gigante di fuoco, fumo e lamiere, ecco, quella è proprio la musica dei Rammstein. Così, attorniati da un mare di braccia alzate e cellulari smaniosi di catturare una fiammata colossale, attraversiamo tutti i momenti salienti dello show: vediamo la gigantesca carrozzina di “Puppe” prendere fuoco tra le urla del pubblico; lo stadio trasformarsi in un immenso djset con il remix di “Deutschland”; assistiamo al sempre gradito ritorno di Till in versione macellaio, pronto a cucinare il povero Flake con fiammate sempre più mostruose durante “Mein Teil”; saltiamo assieme ad ogni singola persona nello stadio nel delirio di “Du Hast”; per arrivare all’inferno di “Sonne”, le cui fiamme si sollevano non solo dal palco, ma anche dalle varie torri sparse nel parterre, alzando la temperatura già torrida.
La band saluta e ringrazia, ma la serata è ben lontana dall’essere finita: l’attenzione si sposta nuovamente sullo stage-B e tocca ancora al Duo Abélard, che accompagna Lindeman in una sentita versione piano e voce di “Engel”. Il tempo di tornare sul palco principale con il consueto giro in gommone sul mare di braccia sollevate ed ecco ripartire lo show con “Auslander”, “Du Riechst So Gut” e “Pussy”, che vede l’ingresso di un enorme cannone fallico, usato da Till per sparare schiuma bianca sulle prime file. Il secondo set di bis, invece, si apre alla grandissima con “Rammstein”, mentre il cantante spara un ventaglio di fiamme dalla schiena, in una delle trovate sceniche di maggiore effetto dell’intero concerto. Ancora la potente “Ich Will” e poi il saluto finale di “Adieu”, che vede l’intera band inginocchiata in un sentito ringraziamento alla platea in delirio. Un trionfo, insomma, che conferma lo show dei Rammstein come uno dei più spettacolari al mondo, capace di trascendere i generi per giocare in un campionato a parte: che siate o meno fan della band, assistere ad un loro concerto è una di quelle esperienze che andrebbe fatta almeno una volta nella vita.
Setlist:
Music for the Royal Fireworks
Armee der Tristen
Zick Zack
Links 2-3-4
Sehnsucht
Zeig dich
Mein Herz brennt
Puppe
Heirate mich
Zeit
Deutschland (remix)
Deutschland
Radio
Mein Teil
Du hast
Sonne
Engel (with Duo Abélard) (piano version, B-stage)
Ausländer
Du riechst so gut
Pussy
Rammstein
Ich will
Adieu
Sonne (piano version)
Haifisch (Haiswing remix)
Ohne dich (piano version)