09/07/2013 - RAMMSTEIN @ Ippodromo Capannelle - Roma

Pubblicato il 12/07/2013 da

Roma brucia, ma questa volta Nerone non c’entra. Sono i tedeschi Rammstein ad animare una delle serate più dure del Rock In Roma, kermesse musicale estiva che si svolge puntualmente presso l’ippodromo di Capannelle, zona a sud di Roma prospiciente i Castelli Romani ma ancora dentro il raccordo anulare. Salvo errori, è la prima volta dei Rammstein nella Capitale e difatti il pubblico risponde alla grande, assiepando il prato adiacente la pista riservata al trotto, nel più piccolo dei due palchi della manifestazione. Ha piovuto nel pomeriggio e il clima è dunque fresco, ma ci penseranno i tedeschi a riscaldare e a illuminare la serata con il repertorio completo, un misto di teatro, spettacoli pirotecnici e tanta musica dura. Ad aprire nessun gruppo, ma un Dj che ha proposto musica elettronica molto spinta (così la classificheremmo, non essendo del settore) e che ha strappato le simpatie del pubblico quando si è fatto promotore del sincopato coro “Fuck the DJ, we want Rammstein!”. Vi raccontiamo la serata nel reportage di seguito.

rammstein - locandina date italiane - 2013
Un enorme telo copre il palco mentre la musica di introduzione sale. Si intervallano scoppi e botti che illuminano il buio dell’ippodromo, mentre il crescendo diventa insostenibile fino all’esplosione che abbatte figurativamente il muro e dà il via al concerto. Il pubblico tramuta l’adrenalina in urla, mentre sul palco non c’è posto neanche ai lati, preso d’assalto dalla crew che balla mulinando le braccia. Colpisce subito l’impianto luci, con delle enormi croci Rammstein-style che vengono calate dall’alto e cominciano a creare atmosfera sulle dolci note di “Ich Tu Dir Weh”. Con la seguente “Wollt Ihr Das Bett In Flammen Sehen?” comincia lo show pirotecnico: sul serrato riff, i bengala ruotano vorticosamente lasciando scie mentre cominciano a comparire i primi fuochi. Sembra Capodanno durante “Sehnsucht”, con il pubblico che saltella, urla, si abbraccia, stringe gemellaggi con i tanti tedeschi presenti. Il brano arriva subito dopo “Keine Lust”, esecuzione svoltasi dietro una coltre fumogena dal forte impatto scenico. Lo scenografo dei Rammstein si è dato un bel daffare per creare un palco tetro, dominato dalle tonalità scure dei colori. Il costumista non è stato da meno. Con l’Apocalisse trasfigurata sul palco, quindi, ecco arrivare la degna colonna sonora con “Feuer Frei!”, dove i due chitarristi, assieme a Till Lindemann, diventano degli sputafuoco. A questo punto lo show è nel vivo, con il palco che sembra un campo minato. Sembra di stare in trincea, con percorsi fissi dove passare schivando i mortaretti che cadono dal cielo. Non può mancare “Mein Teil”, col suo lento incedere, e ovviamente “Du Riechst So Gut”, danzereccia e commerciale ma che coinvolge praticamente tutti. Sulle note della marziale “Links 2-3-4” il battimani è assordante. Si saltella al ritmo, mentre sul palco proseguono le evoluzioni dei sei con i loro suoni che si propagano in tutta Roma sud e con luci e fiamme che si scorgono fino a Frascati, oltre che dagli aerei in atterraggio a qualche km di distanza, a Ciampino. Con le solite sceneggiate del tastierista sadomaso portato a guinzaglio e poi sodomizzato (“Bück Dich”), o quella del finto fan che si arrampica sul palco e a cui viene dato fuoco e poi portato via, si raggiunge l’apice del concerto con “Du Hast”. Fedeli al mantra dei tempi moderni, quello che impone il ‘video ergo sum’, sono migliaia gli smartphone – gli accendini dei concerti di una volta – che riprendono i tedeschi durante la loro teatrale esibizione. Quando Lindemann prende una balestra e lancia in aria dei razzi verso il mixer si raggiunge l’apoteosi della spettacolarità: il mixer sembra rispedire indietro altri razzi guidati da dei sottilissimi fili verso il palco; l’esplosione che ne consegue illumina il prato di Capannelle per centinaia di metri. Quando la cisterna di benzina fin qui consumata è praticamente svuotata, i Rammstein si producono nel classico encore con il momento romantico di “Mein Herz Brennt” in versione piano, “Sonne” e la chiosa con “Pussy”, con il cantante a irrorare le prime file con della spuma cavalcando un pene gigante, strappando il sorriso del pubblico. Intanto, sul palco viene calata la gigantesca croce quadrata del gruppo che brucia. L’esaltazione è finita, é tempo di tornare a casa, soddisfatti.

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