Live report a cura di Alessandro Corno
Foto a cura di Francesco Castaldo
VISIONS OF ATLANTIS
Il compito di precedere gli headliner spetta a questo gruppo austriaco con all’attivo ben quattro album. La poca notorietà della symphonic power metal band è però purtroppo motivata da una altrettanto non esaltante carriera discografica, fatto che pone qualche dubbio circa la scelta di dedicare alla formazione una vetrina così importante come questo tour. I nostri timori di trovarsi di fronte un gruppo preparato dal punto di vista tecnico ma non molto ispirato vengono infatti confermati dopo pochi brani. Ad esclusione della convincente "Seven Seas" infatti, i pezzi proposti questa sera non convincono e stentano a smuovere una platea che si fa via via più affollata. Dal mid tempo "At The Back Of Beyond" fino alle incursioni più power delle nuove "Elegy Of Existence" o "Black River Delta" e passando per l’appena discreta e catchy "New Dawn" non si va oltre all’ordinario livello della miriade di band power in circolazione prive di un songwriting realmente brillante. I duetti tra il cantato femminile della brava Maxi Nil e quello maschile più ruvido di Mario Planck stentano a dare quello spunto di cui le linee vocali dei brani avrebbero bisogno e le capacità dei due come frontman non appaiono certo irresistibili. Risultato: non tardano a levarsi dal pubblico voci che inneggiano agli headliner. Prestazione dunque tecnicamente buona ma inficiata da brani privi di mordente che il pubblico italiano pare aver applaudito più per "fair play" che per reale apprezzamento.
RHAPSODY OF FIRE
Quando in Italia si parla di Rhapsody c’è ancora chi non risparmia attacchi alla band triestina, riesumando i ricordi delle prime e incerte esibizioni live. Sono passati più di dieci anni dal criticato tour con gli Stratovarius e quasi nove dall’ultima performance tentuta dai Nostri proprio qui, all’Alcatraz di Milano. Poche in effetti le occasioni in cui Luca Turilli, Alex Staropoli, Fabio Lione e compagnia hanno avuto modo di dimostrare il loro valore ai fan italiani e dunque questa sera sono più che lecite le grandi aspettative che il numeroso pubblico nutre verso la band. A rompere gli indugi la intro “Dar-Kunor” a cui segue “Triumph Or Agony”. L’inizio è fulminante e la band da subito mette in evidenza uno stato di forma mai sfoggiato prima, con Luca Turilli e gli altri strumentisti che danno prova di essere una band ora coesa e preparatissima. I suoni a centro sala dapprima discreti migliorano col passare dei minuti e solo le tastiere in certe occasioni appaiono leggermente basse come volume. Molto in risalto la voce di Fabio, questa sera una vera forza della natura, ottimo su ogni tonalità e rarissimamente impreciso. Seguono “Knightriders Of Doom”, i cui cori in italiano dal vivo hanno una presa incredibile, e la danzereccia “Village Of Dwarves”. Tra applausi e grida di approvazione, spazio anche al nuovo album “The Frozen Tears Of Angels” con il singolo “Sea Of Fate” e qualche brano dopo l’epica “On The Way To Ainor”. Suggestiva la ballata folk “Guardiani Del Destin”o e invece esaltante la vecchia “Land Of Immortals”, anche se il massimo della partecipazione si registra con i cori da stadio di “Dawn Of Victory” e sui ritmi terremotanti di “Holy Thunderforce”. Non da meno “Lamento Eroico”, cantata in maniera impeccabile da Fabio accompagnato da quasi tutta la platea. Il coinvolgimento è alto, grazie a anche all’attitudine positiva del frontman, e la tensione non cala nemmeno con gli immancabili soli di batteria e basso, fortunatamente non troppo lunghi. Si va verso la chiusura con il mid-tempone “March Of The Swordmaster” a precedere la consueta pausa prima della doppietta conclusiva. Soprendente la scelta di proporre la complicata ma al contempo convincente “Reign Of Terror” con tanto di cantato in screaming, mentre più che annunciato il successone finale della punta di diamante “Emerald Sword”. Questa ultima data del tour si chiude con la band che ringrazia i tanti presenti e lascia il palco tra i meritati applausi di un pubblico finalmente ritrovato. A noi resta la convinzione che i Rhapsody Of Fire siano ora una delle migliori power symphonic metal band in circolazione e che col tempo avranno modo di dimostrarlo anche ai più incalliti detrattori.
SETLIST:
Dar-Kunor
Triumph or Agony
Knightrider of Doom
The Village of Dwarves
Sea of Fate bellaparte soli
Guardiani Del Destino
Land of Immortals
fabio fa cantare
On The Way To Ainor
Tharos Holy Rage (Drum Solo)
Dawn of Victory
Lamento Eroico
Holy Thunderforce
Dark Prophecy (Bass Solo)
Unholy Warcry
The March of the Swordmaster
Reign of Terror
Emerald Sword
Sea of Fate (outro)