Pubblicato il 20/11/2009 da
Luca Pessina
A cura di Luca Pessina
Nei periodi autunnali e primaverili, vengono organizzati talmente tanti tour che a volte anche una città immensa come Londra fa fatica ad “ospitarli” tutti. Ecco quindi che si ricorre all’allestimento di mini festival, facendo suonare due carrozzoni live nello stesso locale e nella stessa serata. Lo scorso 11 novembre è toccato ai belgi Rise And Fall – rivelazione hardcore degli ultimi anni e attualmente in tour in Europa con i thrash-corers texani Iron Age – e alla straordinaria accoppiata Relapse Tombs/Buried Inside incontrarsi in quel della Islington Academy e unire le forze per uno show imperdibile per i palati “core” più raffinati…
N.B. Purtroppo non abbiamo potuto seguire la performance degli Iron Age, eravamo impegnati a parlare con i Rise And Fall per un’intervista che leggerete presto su queste pagine!
BURIED INSIDE
Dopo aver letteralmente divorato l’ultimo "Spoils Of Failure", chi scrive non vedeva assolutamente l’ora di assistere a un concerto dei Buried Inside, da tempo una delle realtà più eccitanti della cosiddetta scena post hardcore. Purtroppo però tocca ammettere che il gruppo canadese, almeno questa sera, non è riuscito a replicare le sue toccanti trame esattamente come ci si aspettava. Di certo anche i suoni delle chitarre, molto impastati o quasi assenti in chiave solista, hanno influito non poco sulla riuscita complessiva della performance, tuttavia anche il frontman Nick Shaw ci ha messo del suo, presentandosi malaticcio e vocalmente poco potente in molti passaggi. Di certo a una band come i Buried Inside non si richiede una grande presenza scenica, quindi non ci ha fatto nè caldo nè freddo vederla rimanere quasi immobile per circa mezzora. Il dispiacere deriva dal fatto che le trame di brani stupendi come "IV" siano fuoriuscite dagli amplificatori in maniera piuttosto confusa e fiacca, anni luce lontana dalla maesosità udibile su CD. Speriamo che ci siano presto altre occasioni per rivedere all’opera questi ragazzi…
TOMBS
A meno che i nostri si esibiscano in scantinati o in situazioni del tutto improvvisate, non c’è pericolo che i Tombs dal vivo non riescano a godere di una resa sonora appropriata. Una chitarra, un basso, una batteria e un microfono… lineup ridotta all’osso, che, alla lunga, rimane sempre quella che dà più garanzie di ogni altra in sede live. Non a caso, quando il trio newyorkese è salito sul palco, ha potuto godere sin dall’inizio di un muro di suono di tutto rispetto, che ha esaltato soprattutto i passaggi più blackeggianti della sua cangiante proposta. Nell’ottima prova del gruppo, ci sentiamo di segnalare soprattutto quella del massiccio cantante/chitarrista Mike Hill, che anche nelle parti più sostenute ha macinato riff come un ossesso riuscendo anche a urlare con efficacia. A "Golden Eyes" e "Beneath The Toxic Jungle" invece la palma di canzoni più riuscite della serata… già su CD sono delle mazzate di dimensioni colossali, ma dal vivo le loro rasoiate di blast-beat fanno ancora più male. Questa sera il "duello" fra le due band della scuderia Relapse è stato insomma vinto dai Tombs, che, oltre a godere di suoni decisamente migliori rispetto a quelli dei Buried Inside, hanno dimostrato di avere molta più esperienza e affiatamento dei loro amici canadesi. La scelta di puntare sul materiale più black metal (Hill indossava addirittura una tshirt dei Marduk!) si è rivelata vincente e alla fine il gruppo si è congedato fra grandi ovazioni.
RISE AND FALL
Mettere la parola fine sulla serata è toccato quindi ai Rise And Fall, la band che nella Academy questa sera poteva vantare il maggior numero di fan. Quando il quartetto belga ha attaccato con la nuova "Soul Slayer", il concerto si è infatti tramutato in un tipico hardcore show, con ragazzi che correvano e saltavano da ogni parte e persino qualche accenno di mosh nelle sezioni più cadenzate. Dal canto suo, il gruppo ha fatto davvero le cose per bene, sfoderando una scaletta perfettamente bilanciata tra brani nuovi e vecchie hit di "Into Oblivion", le quali hanno riscosso il maggior successo. Del resto, il nuovo "Our Circle Is Vicious" è stato pubblicato da poco, quindi parecchia gente questa sera non era ancora molto familiare con il nuovo repertorio della formazione. In ogni caso, la splendida "In Circles", con i suoi passaggi più pacati e la sua atmosfera mesta, è riuscita subito a catturare l’attenzione di tutti, dimostrando di avere tutte le carte in regola per diventare un futuro grande classico. Le note "The Noose" e "Forked Tongues", quest’ultima posta in chiusura, hanno invece creato vuoti nelle prime file, scatenando un pogo classico che a tratti ha coinvolto anche lo stesso frontman Bjorn, per il resto molto ispirato e bravo a tenere il palco. D’altronde, i Rise And Fall hanno già alle spalle dozzine di tour europei e americani, era certo che ci saremmo trovati davanti a una band esperta e compatta. Il loro show questa sera è stato breve (solo mezzora!) ma assolutamente divertente. Sarù un grande piacere rivederli all’opera on stage.