09/09/2022 - RIVERSIDE + VADVA @ Live Music Club - Trezzo Sull'Adda (MI)

Pubblicato il 14/09/2022 da

Report a cura di Carlo Paleari
Foto di Moira Carola

“Scusate, siamo in leggero ritardo”, dice Mariusz Duda, guardando l’orologio, “di circa due anni”. Che sia finalmente arrivata o meno l’ora di gettarci definitivamente alle spalle la pandemia, non sta a noi dirlo, ma c’è un dato oggettivo: tutti i concerti che abbiamo visto spostare, se non addirittura annullare, stanno pian piano tornando nelle nostre città. Per i Riverside, l’occasione è quella del ventesimo anniversario, un momento importante che cadeva ufficialmente nel 2021, ma che, appunto, riusciamo a festeggiare solo adesso. La formazione polacca in questi due decenni è riuscita ad imporsi come una realtà unica e chi, come il sottoscritto, li segue fin dagli esordi, non può che rallegrarsi di questo traguardo. I Riverside, dunque, colgono questa occasione per celebrare i propri successi e al tempo stesso ricordare i momenti difficili, come la morte del chitarrista Piotr Grudziński. Ed è proprio questo accostamento di luce e buio a dettare anche il passo della serata, con la carica della band a fare da contraltare alle atmosfere malinconiche di composizioni che di sicuro non puntano sull’immediatezza per colpire nel segno. Ecco, dunque, il nostro racconto della serata al Live Club.

Ad aprire il concerto dei Riverside, troviamo i VADVA, terzetto strumentale perfettamente integrato nelle atmosfere di una serata di grande qualità. Quando entriamo nella sala del Live Club, la band ha già iniziato la sua esibizione e riusciamo quindi a seguire solo una breve selezione di pezzi: la proposta del trio recupera sonorità math rock e progressive, creando un flusso sonoro stratificato, che avvolge il pubblico e lo immerge in un’atmosfera ipnotica. La reazione dei presenti sembra decisamente positiva e la breve esibizione dei Vadva viene seguita con attenzione e calore. Certamente il pubblico dei Riverside è già avvezzo a lunghe parentesi strumentali, in cui il dialogo degli strumenti brilla di luce propria, tuttavia non è affatto scontato riuscire a coinvolgere anche una platea ben disposta, con una proposta di questo genere. Complimenti, quindi, ai Vadva, che portano a casa il risultato apparentemente senza sforzo, guadagnandosi senza dubbio numerosi potenziali nuovi ascoltatori.
Tocca quindi ai RIVERSIDE e, trattandosi di un concerto in onore del ventennale della band, non possiamo che apprezzare la scelta di aprire il concerto con “The Same River”, che ci riporta indietro al sorprendente e celebrato album di debutto, “Out Of Myself”. Inizialmente il bilanciamento dei suoni penalizza un po’ la voce di Duda, ma ben presto dal mixer viene sistemato tutto e possiamo apprezzare al meglio la musicalità dei polacchi: Piotr Kozieradzki, solido dietro al suo drumkit, costruisce una base ritmica dinamica, su cui vanno a ricamare le tastiere di Michał Łapaj e le eleganti trame di chitarra dell’ultimo acquisto, Maciej Meller. Al centro, invece, Mariusz Duda catalizza l’attenzione, con il suo timbro suadente e le sempre ottime linee di basso, mai relegate a puro orpello ritmico, ma sempre protagoniste e centrali nella costruzione degli arrangiamenti dei Riverside.
Iniziamo quindi questo viaggio nella loro discografia, e ci troviamo a constatare come la band sia riuscita negli anni ad evolversi – anche cambiando molto – mantenendo comunque una coerenza ed una credibilità stilistica invidiabile. La cosa appare evidente anche nella presentazione dell’ultima canzone registrata in studio, “Story Of My Dream”, che vuole essere proprio un bilancio di questo ventennio, raccogliendo al suo interno molte delle caratteristiche del sound dei polacchi, passato e futuro.
Il concerto prosegue, quindi, con la lunga “Escalator Shrine”, che ci permette di gustare al meglio il dialogo degli strumenti ed il carisma della band, che a sua volta si diverte a giocare col pubblico: a fronte di una composizione che, già di suo, trae ispirazione delle lunghe jam degli anni Settanta, i Riverside ci regalano una parentesi con il celeberrimo tema di “Black Night” dei Deep Purple, coinvolgendo il pubblico nei cori. Si torna quindi ad atmosfere più intime con “Towards The Blue Horizon”, dedicata a Piotr Grudziński, seguita poi da “Time Traveller”, che vede Duda lasciare temporaneamente il basso in favore di una chitarra acustica. A proposito del frontman, abbiamo molto apprezzato la sua interazione con il pubblico: coinvolgente, amichevole e sempre pronto alla battuta, non si è risparmiato nel cercare il dialogo con i presenti, talvolta faticando un po’, probabilmente anche a causa di una conoscenza dell’inglese che, in Italia, non raggiunge gli standard di tanti altri Paesi europei. Lo spettacolo, intanto, prosegue e ci accorgiamo come la band non si stia affatto risparmiando, regalandoci altri momenti altissimi, come la tesa “We Got Used To Us” o “Second Life Syndrome”, che chiude il set principale, prima dei bis: si parte con “Left Out”, per arrivare poi ad uno dei momenti più intensi della serata, con “Conceiving You”, un vero e proprio gioiello, accolta dalle acclamazioni di tutti i presenti. Nel corso della serata, Mariusz Duda ci ha ricordato che all’inizio del 2023 potremo finalmente avere tra le mani il nuovo album firmato Riverside: non sappiamo ancora che direzione prenderanno questi musicisti, se vicina a quanto ascoltato su “Story Of My Dream”, o qualcosa di completamente diverso. Se, però, la qualità delle nuove composizioni rifletterà quella che abbiamo potuto ascoltare sotto il palco del Live Club, siamo sicuri che si tratterà di un grandissimo lavoro. Non vediamo l’ora.

Scaletta
The Same River
#Addicted
Rainbow Box
Story of My Dream
Escalator Shrine
Towards the Blue Horizon
Time Travellers
Egoist Hedonist
We Got Used to Us
02 Panic Room
Second Life Syndrome
Left Out
Conceiving You

 

VADVA

 

RIVERSIDE

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