Report a cura di Marco Gallarati
Il nostro Metalitalia.com Festival 2015 si sta pian piano avvicinando e la temibile accoppiata thrashy old-style Testament/Exodus starà certamente scalpitando ai box in attesa di frantumarci le orecchie, in quel del Live Music Club di Trezzo in data 30 maggio prossimo. Quest’anno, in collaborazione con il nostro partner di lungo corso Eagle Booking Live Promotion e con i ragazzi della Bagana Rock Agency, abbiamo messo in piedi un percorso di avvicinamento all’evento principale, percorso articolato in tre date d’antipasto in tre diversi locali della Lombardia. Un altro modo per far crescere la nostra manifestazione anno dopo anno, così come delle semplici occasioni per passare delle buone serate metal e underground. Si parte, a meno di un mese e mezzo dal MIF, dalla Brianza bene di Seregno e dall’Honky Tonky, ottimo locale che da anni propone regolarmente concerti a tema e che, vista la sua notevole struttura, potrebbe anche essere sfruttato di più. I tre gruppi che hanno animato la prima data del Road To Metalitalia.com Festival 2015, nell’ordine i milanesi Drown In Blood, i bergamaschi Helion e i romani Hideous Divinity, hanno degnamente interpretato la loro parte, regalando un buon paio d’ore di metal estremo e ferale al centinaio di persone accorse. Vi raccontiamo quindi com’è andata…
DROWN IN BLOOD
I Drown In Blood aprono le danze e lo fanno presentando al pubblico i brani del loro imminente album di debutto, “Addicted To Murder”, in uscita a brevissimo su Earthquake Terror Noise. Il quartetto milanese gioca in casa e, pur essendo la band d’apertura, può vantare una bella fetta di astanti vicini allo stage. I suoni, purtroppo, non giocano a favore dei Nostri, rimanendo impastati e confusi per quasi tutta la mezzora di esibizione, roboanti sulle frequenze basse (udibilissimo, infatti, il capace quattro-corde di Gigi Corinto) e un po’ scarni sulla poco intelligibile chitarra di Marco. Il death metal old-school dei ragazzi, incentrato prevalentemente sugli stilemi della scuola americana Cannibal Corpse-Deicide-Morbid Angel, quindi alternante sezioni in blastbeat a poderosi rallentamenti quadrati e dotato di pochissime concessioni alla melodia, si riesce così ad apprezzare solo in parte, minato dai problemi d’acustica succitati, che comunque non impediscono ai Drown In Blood di mettere in mostra, almeno, una verace attitudine e una brutalità devota al genere suonato. Fra i brani proposti, segnaliamo “Evil Parasites” e “Razor In My Hand”. Premessa appena soddisfacente ma divertente, dunque, da rivedere con suoni assai migliori.
HELION
Dopo un rapido cambio di palco, si passa agli Helion e con i quattro bergamaschi si trasloca rapidamente dal classico death metal made in Florida dei precedenti Drown In Blood a sonorità molto più complesse, varie e ricercate, facenti capo ad un technical extreme metal progressivo parecchio ambizioso, unente, a grandi linee, gli approcci compositivi di Nile e Cynic. Preceduta dall'”Intro” strumental-rumoristica, nella quale i musicisti danno le spalle al pubblico, “Pyramid’s Cult” si dipana incuriosente in tutta la sua epopea vocale e chitarristica, richiamante a gran voce e fin troppo evidentemente le scale e le atmosfere che i Nile fanno loro con sapienza magistrale. Il doppio cantato dei due chitarristi Massimiliano Cirelli e Oscar Giavazzi non è malvagio e ben variato tra growl profondo e growl un po’ meno profondo, mentre al basso Cristiano Marchesi si dimostra un aspirante virtuoso dello strumento, anche qui messo in risalto dal mixer. Il nuovo entrato alla batteria, Davide Cazziol, completa il quadro di una line-up professionale e orientata alla pulizia dell’esecuzione, che quest’oggi approfitta dell’occasione per farci ascoltare tutto il suo primo vagito discografico, l’EP autoprodotto “Duat’s Calling”; intervallato inoltre dalla proposizione della cover di “Sacrifice Unto Sebek” dei – chiaramente! – Nile. Gli Helion fanno una discreta figura, in definitiva, ma l’impressione che ci lasciano al termine del loro set è quella di una band con le idee ancora non completamente definite: i tre brani proposti, infatti, sono parsi un po’ disuniformi e identificanti un complesso che forse ha il difetto (o il pregio?) di voler mettere troppa carne al fuoco e, in un certo senso, sfidare costantemente le propria capacità compositive. Una band valida e interessante, comunque, che può solo crescere.
HIDEOUS DIVINITY
Degli Hideous Divinity, perlomeno qui su Metalitalia.com, se ne è sempre parlato più che bene e in termini magniloquenti. E, ancor più dopo averli visti all’opera al Road To Metalitalia.com Festival 2015 pt. 1, non ci resta altro da fare che confermare quanto di ottimo fino ad oggi espresso sul nostro orgoglio romano. “Cobra Verde” è uscito da ormai qualche mese, la band è alla vigilia della sua partecipazione al Neurotic Deathfest ed è definitivamente lanciata verso l’Olimpo del death metal internazionale, diciamo pure seconda a pochi in quanto a coinvolgimento, professionalità, capacità interpretativa, materiale e riproposizione in sede live. Detto senza grossi giri di parole: gli Hideous Divinity sono una spietata macchina da guerra, e punto. Orfani del bassista Stefano Franceschini, che però raggiungerà i compari per il Neurotic, i Nostri si presentano on stage come quartetto e con i pattern di basso campionati, senza per questo nulla perdere in sede di aggressione e brutalità. La presenza scenica del mostruoso Enrico ‘H.’ Di Lorenzo, una voce devastante in ambito estremo, forte anche di una laurea in foniatria e di tanti studi da professore dello scream e del growl, è assolutamente piena e vivace, così come simpatico è il suo modo di fare tra un brano e l’altro. E poi, appunto, ci sono i pezzi devastanti che compongono “Cobra Verde” ed il suo predecessore “Obeisance Rising”: un massacro totale, fedelissimo a quanto udibile su disco e suonato con pochissime sbavature, a parte un lieve inceppamento del computer per le basi manovrato dal drummer Giulio Galati, che ha compromesso di un niente la perfezione raggiunta dai (oggi) quattro death metaller on stage. Una band che, assieme agli ormai noti nomi del panorama death metal italiano assurto a protagonista della scena europea (e anche mondiale, su!) negli ultimi anni, ha davanti a sé le porte del futuro spalancate…e che, anzi, a nostro modo di vedere è già colonna portante del death metal presente e di quello a venire. Prestazione impeccabile e davvero da maestri del genere!
L’appuntamento con il Road To Metalitalia.com Festival 2015 si rinnova per il 30 aprile prossimo, con la seconda parte che vedrà all’opera Furor Gallico e Black Rage al Live Keller Pub di Curno (BG). Non mancate!