A cura di Gennaro Dileo
ROLLING STONES
I leoni del rock tornano in Italia, certamente invecchiati, ma sanno ruggire ancora come si deve! Jagger e soci hanno mostrato di saper tenere ancora il palco (anche se si deve ammettere che la performance di Charlie Watts è risultata decisamente sottotono dietro le pelli). Ma facciamo un passo indietro… arrivo allo stadio di S.Siro intorno alle 19, e i Cranberries stanno suonando le ultime note, prima di lasciare lo spazio agli Stones. Entro e, raggiunto il mio posto, noto con piacere che lo stadio è strapieno e poco prima del concerto si scatena una ola che coinvolge tutti i presenti seduti sulle gradinate. Si nota inoltre che in mezzo al pubblico è montato un piccolo palchetto sul quale i nostri si esibiranno a metà concerto. La tensione sale e “le pietre rotolanti” fanno il loro ingresso, con “Brown Sugar” e lo stadio che, naturalmente, esplode. Mick è in grandissima forma e canta, salta, balla e corre per tutto lo show; Ron Wood è anch’egli caricatissimo, mentre Keith Richards appare più pacato degli altri. Subito dopo l’energica “Start Me Up” coinvolge tutti gli aficionados e il refrain viene cantato da tutto lo stadio. Ma è dal terzo brano (ossia “You Got Me Rocking”) in poi che inizia il bello, infatti un pannello viene fatto cadere, e ne esce fuori una parte di megaschermo che, ovviamente secondo i trucchi del mestiere, si allarga sempre più fino a diventare piuttosto grande, ed è da qui in avanti che il concerto diventa indimenticabile. Brani come “Miss You”, la dolce “Angie”, “Don’t Stop”,”Out Of Control”, “Sympathy For The Devil” (corredata da un ben riuscito gioco di luci rosse che ricrea l’atmosfera infernale) e “Tumbling Dice” vengono eseguite alla grande e la risposta del pubblico italiota non si è fatta attendere. C’è spazio anche per due brani con Keith alla voce, ovvero “Thru And Thru” e “Happy”, song dall’impatto più soft e intimo rispetto allo standard della band. Finalmente arriva anche il turno di suonare sul palchetto, e i nostri attraversano trionfalmente la passerella, sita al centro del parterre e, quando intonano “It’s Only Rock’n’Roll”, un altro boato investe lo stadio. Le luci si fanno più soffuse, rispetto al main stage, dove peraltro la coreografia allestita è stata notevole. Dopo “Mannish Boy”, l’anthem “Like A Rolling Stone” (composta da Bob Dylan) ha infervorato tutti i presenti, il cui ritornello è stato intonato da tutto, ma proprio tutto il pubblico presente. Come di consuetudine, c’è stato spazio anche per il bis, comprendente la celeberrima “Street Fighting Man” (song coverizzata anche dai Ramones), e “Jumping Jack Flash”, che conclude alla grande questo divertentissimo show. Nota di merito per la sezione fiati, e i coristi/e, che hanno dato quel tocco in più a tutte le song facendole risultare più pompose ed elaborate (rispetto allo standard tecnico degli Stones, si intende). Strano ma vero: pur avendo 60 anni e più a cranio, i nostri hanno retto una performance formidabile per ben due ore, ed a questo punto ci si chiede: quante altre band che raggiungeranno una ragguardevole età riusciranno a sfornare un concerto così esaltante? Ai posteri l’ardua sentenza…