TRAP THEM
Anch’essi tornati sul mercato pochi mesi fa con un nuovo e apprezzatissimo EP, i Trap Them hanno colto al volo l’invito dei Rotten Sound per portare la loro devastazione oltreoceano. Si è visto subito che il quartetto americano è abituato a esibirsi in contesti decisamente underground e quindi nessuno si è stupito di vederlo comunque dare il massimo davanti a un pubblico ancora esiguo e un po’ distratto da birre o merchandise. Grazie a un’ottima presenza scenica del frontman, il gruppo ha acquistato mordente con il passare dei minuti e il death’n’roll dalle venature grind e sludge proposto è alla fine riuscito a lasciare il segno sui presenti… almeno giudicando dal numero di t-shirt e CD acquistati da questi ultimi di lì a poco!
VICTIMS
Piacevole sorpresa, i Victims! Non conosciutissimo al di fuori della Svezia, il gruppo ha offerto questa sera una performance notevole per impatto e intensità. Hardcore old school cantato spesso in svedese e forte di alcune ignorantissime parentesi motorheadiane è quanto suona il terzetto: potrete quindi immaginare come ci sia voluto ben poco per infiammare il pit (tra l’altro, composto per buona parte da ragazzi scandinavi). Curioso poi constatare come la presenza scenica non sia esattamente uno dei punti forti dei Victims: i nostri di certo ci mettono tanta passione, ma è raro vederli muoversi sul palco. L’impatto, in ogni caso, è devastante! E pazienza se alla lunga molte canzoni paiono assomigliarsi… questa musica è fatta per essere suonata dal vivo. Chiedetelo a chi ha cantato a squarciagola tutti i chorus!
THE OCEAN
Ennesima data a Londra per i The Ocean… già la seconda in pochi mesi dalla pubblicazione del fortunato “Precambrian”. Eppure i fan della formazione tedesca sono accorsi in massa, dimostrando di essere tutt’altro che prossimi alla saturazione! Del resto, c’è anche da dire che questa sera il gruppo ha offerto uno spettacolo un pochino diverso dal solito. Non tanto dal lato visivo, visto che gli affascinanti giochi di luci sono come sempre stata parte integrante dello show, bensì da quello musicale. Trovandosi in tour con band assai più violente del solito, i The Ocean hanno optato per una setlist decisamente aggressiva, in modo da cercare di accattivarsi il più possibile le simpatie di tutti i fan accorsi. Così, durante i cinquanta minuti a loro disposizione, i sei tedeschi hanno eseguito per lo più pezzi tratti da “Hadean/Archaean” (la prima parte dell’ultima opera) e da “Aeolian”, puntando quindi tutto o quasi sulle loro composizioni più dirette e compatte. Da segnalare, comunque, anche la riproposizione della già mitica “For The Great Blue Cold Now Reigns”, probabilmente la composizione più riuscita di “Precambrian”. Peccato per l’assenza on stage di un vero quartetto d’archi, ma le sofisticate trame e l’imponente chorus della song hanno fatto venire la pelle d’oca anche al più ottuso dei grindcorer! Ancora una volta, un gran concerto.
ROTTEN SOUND
Circa cinquanta minuti di show… e quasi trenta pezzi proposti! Potete del grindcore! E che grindcore! Se qualcuno aveva ancora dubbi in merito, lo show di questa sera li ha senz’altro spazzati tutti via: i Rotten Sound sono la grindcore band del momento. Punto. Partendo dai suoni – quasi identici a quelli dei CD – per arrivare a impatto, precisione nell’esecuzione e presenza scenica, nulla è andato storto nel concerto del quartetto finlandese. Proponendo tracce legate fra loro a grappoli di tre o quattro, il gruppo ha praticamente eliminato le pause (ve lo immaginate fermarsi ogni due minuti scarsi di musica?), rendendosi protagonista di una vera, inarrestabile tempesta di chitarre sferraglianti e batteria impazzita, che non ha lasciato indifferente assolutamente nessuno. “Cycles” è stato proposto quasi per intero, segno che i Rotten Sound sono ben consapevoli di aver dato alle stampe uno dei lavori cardine della loro carriera, poi, soprattutto nel finale, grande spazio alle hit di “Exit”. E, qua e là, anche alcune chicche tratte da “Consume To Contaminate” e da “Murderworks”… con una “Targets” a vincere la palma di episodio più memorabile e massacrante tra i vecchi classici. Insomma, pur con tutto il rispetto per i mitici Napalm Death, non possiamo far altro che ribadire come questa band sia ormai sul punto di esplodere e diventare definitivamente uno dei primi punti di riferimento all’interno di questa scena. Non era la prima volta che avevamo il piacere di vedere il quartetto dal vivo, ma questa sera all’Underworld si ha davvero avuto l’impressione di avere a che fare con una formazione ormai su livelli di eccellenza. E il pubblico di oggi, giudicando dalla risposta a dir poco entusiasta e dagli applausi tributati ai nostri, pare essere stato della nostra stessa idea.