19/04/2025 - SATANIC SURFERS + THE CORPS + LINEOUT @ Legend Club - Milano

Pubblicato il 22/04/2025 da

A poche ore dalla Pasqua di Resurrezione, come da manifesto del tour (vedi l’immagine qui sotto) ecco che Cristo torna tra noi nelle vesti di un Diavolo che fa surf… ovviamente con un tasso di blasfemia pari all’approccio sfrontato e cazzaro delle band presenti stasera al Legend Club.
Il locale, peraltro, è bello pienotto, specie pensando al ponte festivo in corso: a onor del vero, dalla loro reunion nel 2015, i Satanic Surfers non sono mai mancati troppo a lungo dal nostro paese, con un richiamo di pubblico sempre di livello.
Questa sera parliamo di circa duecento persone assiepate nel locale, che passeranno gran parte del tempo a cantare i brani dei loro beniamini made in Sweden… ma, in pieno spirito da raduno punk rock, non manca supporto anche durante le esibizioni delle due band precedenti.
L’età media, e non sorprende, rappresenta le cariat… ehm, gli adolescenti di quasi trent’anni fa, quelli conquistati, in piena ondata di ritorno punk, dalle sonorità solari e scanzonate che si diffusero come un esilarante virus a cavallo della metà degli anni Novanta – anche se non mancano parecchi ragazzini.
Punk is not dead, insomma: al massimo si è parecchio trasformato negli anni!

L’esibizione dei LINEOUT dura per noi, ahimè, pochi minuti – probabilmente abbiamo frainteso gli orari di inizio concerti, o i bagordi pasquali si sono fatti sentire in anticipo.
Sospendiamo quindi il giudizio, anche se il loro hardcore melodico ci pare godere di un buon tasso tecnico e di un’impronta complessivamente dotata di personalità.
THE CORPS salgono sul palco senza lasciare adito a dubbi: quattro skater che non smetteranno di sorridere per tutti i tre quarti d’ora della loro esibizione, trascorsa saltando e muovendosi con brio sul palco, con il tocco di classe di anelli luminosi degni di supereroi della DC Comics. Sfoggiati dal bassista e dai due chitarristi, i tre gingilli sfavillano sulle loro mani a ogni pennata, donando un tocco kitsch notevole.
Diciamo che se, fatti i dovuti paragoni, i Satanic Surfers hanno rappresentato un po’ la risposta svedese al punk rock a stelle e strisce, nel caso del combo canadese l’approccio diventa ancora più pop, con momenti in cui i ritornelli ruffiani della band non avrebbero sfigurato in dischi dei Blink 182 – o forse, a voler essere cattivelli, li hanno anche fatti sfigurare un po’.
Lo show, sinceramente, tocca a un certo punto un momento di stanca, in cui la percezione è che, indovinata la formula, il quartetto tenda a ripetere un po’ lo stesso brano, tuttavia sul finale – complici un paio di accelerate e brani più robusti, quasi hardcore, la promozione viene conquistata pienamente.

Sono passate da poco le 22:30 quando i SATANIC SURFERS si piazzano sotto i riflettori, accolti da un boato degno dei più cari eroi dell’infanzia – e il motivo l’abbiamo ben espresso nell’introduzione a questo articolo.
Quello che in California esplose sotto l’egida della Epitaph Records e con i NOFX come capofila, in Svezia fu replicato per certi versi dalla Burning Heart, etichetta del resto legata a doppio filo a quella di Brett Gurewitz, con i Millencolin e i qui presenti ‘Surfers come capofila.
Il loro momento di massimo splendore è stata notoriamente l’uscita di “Hero Of Our Times”, e non a caso l’album del 1996 gode di diversi estratti, questa sera: dalla title-track a “Better Off Today”, passando per “Before It’s Too Late”, gli eterni ragazzi di Lund infiammano il pubblico con classe e mestiere.
Va detto che, al di là di un album alle soglie del capolavoro della scena, anche i dischi successivi hanno i loro pezzi trascinanti, e questo vale anche per l’album di ritorno – dopo ben tredici anni di stop – ossia “Back From Hell”, da cui riconosciamo “All Gone To Shit”.
Sulla tenuta di palco, niente da dire: Rodrigo Alfaro è un cantante dotato e versatile, e l’eterno limite di avere il frontman dietro la batteria viene ben sopperito da Andy Dahlström, bassista della band ormai da più di vent’anni, che oltre a occuparsi dei cori, scambia battute (e inevitabili bestemmie) con il pubblico.
Ecco, forse il quarto giro di animali da cortile associati a dio fingendo di non sapere cosa significhi, o l’ennesima battuta sulla pasta nel corso del concerto potevano essere risparmiati nell’economia dello show, ma il tiro garantito dagli svedesi nell’ora di esibizione è stato encomiabile e un perfetto “Skål!” per brindare con gli amici sotto palco.

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