Introduzione e report a cura di Roberto Guerra
Fotografie di Michele Aldeghi
Dopo aver ricominciato a recensire date ad alto contenuto di metallo vecchia scuola, in occasione dello show ad opera di Primal Fear e Riot V in quel del Legend Club, ci spostiamo ora nuovamente tra le accoglienti mura del Live Club di Trezzo sull’Adda in modo da tingerle temporaneamente coi colori della bandiera inglese, tenendo conto che stiamo parlando di una serata composta da tre band, rigorosamente britanniche, tra le più iconiche e rappresentative dei grandi fasti musicali che da sempre caratterizzano quelle terre. Le stelle principali dell’evento in questione sono naturalmente i leggendari Saxon, vero e proprio sinonimo metallico di garanzia, vogliosi di promuovere in sede live i brani provenienti dal recentissimo album “Thunderbolt”; insieme a loro troviamo i rocker londinesi FM, sopraggiunti in sostituzione degli Y&T, e i folli colleghi Raven, anch’essi provenienti dalla New Wave Of British Heavy Metal. Come abbiamo avuto modo di scrivere anche nel report precedente, far iniziare un concerto ad un orario così scomodo in un giorno lavorativo non rappresenta propriamente l’ideale per chi non ha la fortuna di potersi mettere in macchina già nel tardo pomeriggio, il che ci ha permesso di sopraggiungere alla location appena in tempo per l’inizio della prima band prevista. Come noi, anche molti altri han dovuto fare i conti con traffico e distanza da percorrere, e anche per questo saranno ancora una volta gli headliner a poter vantare il pubblico più nutrito. Scritto questo, bando alle ciance e prepariamoci a fare una bella immersione nelle sonorità rock/metal made in UK. Buona lettura!
RAVEN
Qualunque appassionato di heavy metal europeo sa bene quanto il nome dei fratelli Gallagher sia sinonimo di energia e divertimento al pari di pochi loro colleghi, a prescindere dalla quantità di tempo a disposizione di uno dei terzetti più fuori di testa della storia del genere. Solo mezz’ora di concerto per i Raven stasera, con un’apertura affidata alla recente “Destroy All Monsters” per poi dedicarsi quasi esclusivamente a pezzi più classici come “Hell Patrol”, “All For One”, “Hung, Drawn & Quartered” e “On And On”, inframezzate dalla sorpresa “Top Of The Mountain”. E’ davvero bello notare come la peculiare presenza scenica di John e Mark sia rimasta pressoché invariata nel corso degli anni, intenti a intrattenere il pubblico al meglio delle loro capacità mentre ci danno dentro sui loro strumenti, sorretti ovviamente dal recente ingresso Mike Heller dietro alle pelli; l’esecuzione è infatti piuttosto pulita, così come la totale genuinità e passione trasmessa soprattutto dai due frontmen, che dopo quarant’anni di carriera dimostrano ancora di amare la loro musica e di divertirsi suonando heavy metal semplice e di impatto come ben si addice a una realtà con un tale nome. Forse non avranno mai raggiunto i livelli di fama degli stessi Saxon o di diverse altre band provenienti dal medesimo periodo, ma è innegabile che il nome Raven sia ormai scolpito solidamente e meritatamente nella storia del nostra musica preferita. Ora alleggeriamo leggermente il sound, prima di tornare nuovamente a far cantare le spade.
Setlist:
Destroy All Monsters
Hell Patrol
All For One
Hung, Drawn & Quartered
Top Of The Mountain
On And On
FM
Per chi apprezza le sonorità hard rock/AOR, la band guidata da Steve Overland rappresenta senza dubbio una più che discreta fonte da cui attingere, soprattutto nel momento in cui si vuole fare una scorpacciata di melodie limpide e stilemi compositivi dal sapore squisitamente anni ’80. I primi due album del gruppo, in particolare, sono due vere e proprie pietre miliari, e non è un caso che la band abbia deciso di inserire in scaletta dei classici come “I Belong To The Night”, “That Girl”, “Bad Luck” e “Tough It Out”; tuttavia, appare piuttosto evidente che gli FM siano decisamente fieri di quanto composto durante tutto il corso della propria carriera, arrivando a proporre anche un paio di brani risalenti agli anni ’90, nonché ovviamente all’ultimo riuscitissimo album “Atomic Generation”, dal quale provengono persino l’apertura e la conclusione del concerto, rispettivamente “Black Magic” e “Killed By Love”. Sebbene si tratti della formazione più leggera della serata, bisogna ammettere che l’esecuzione appare a dir poco cristallina, con dei suoni perfettamente distinti e in grado di enfatizzare tanto le melodie di tastiera quanto le linee vocali del sopracitato Overland e i riff di chitarra ad opera di Jim Kirkpatrick, entrato in pianta stabile negli FM esattamente dieci anni fa. Anche la reazione da parte del pubblico appare senza dubbio positiva, con un discreto numero di fanciulle intente ad ondeggiare i fianchi sulle note dei nove brani presenti in scaletta, mentre una altrettanto nutrita schiera di appassionati continua a scaldare le ugole in attesa del piatto forte della serata, che certamente non tarderà ad arrivare; non prima però di aver salutato con un sonoro applauso gli FM che, nonostante una leggera parvenza da outsider, hanno saputo offrire una prova maiuscola ed emozionalmente sentita.
Setlist:
Black Magic
I Belong To The Night
Life Is A Highway
That Girl
All Or Nothing
Wildside
Bad Luck
Tough It Out
Killed By Love
SAXON
Prima sulle note di “It’s A Long Way To The Top” degli Ac/Dc e poi su quelle dell’intro “Olympus Rising”, inizia ad appropinquarsi la tempesta a base di fulmini e saette ad opera di una delle più iconiche rappresentazioni viventi di tutto ciò che è riconducibile al termine ‘heavy metal’. Con la recente title-track, omonima dell’ultimo album “Thunderbolt”, il cataclisma si abbatte sul Live Club, perfettamente valorizzato da dei suoni validi sin da subito e da un Biff Byford in forma e carico come sempre, dotato ancora oggi di un’ugola invidiabile, della quale fa ulteriormente sfoggio con le successive “Sacrifice” e “Nosferatu”, affiancato puntualmente dalle tre asce nelle mani sapienti di Nibbs Carter e dell’accoppiata Paul Quinn / Doug Scarratt, entrambi muniti di chitarre nuove di zecca. Il vero boato però sopraggiunge con la mitica “Motorcycle Man”, sulla quale Biff non manca di fischiare come di consueto mentre sotto il palco si manifesta anche il primo moshpit effettivo della serata, che proseguirà fino alla fine dell’intero concerto con poche interruzioni. Sebbene classici come “Strong Arm Of The Law”, “Power And The Glory” e “Solid Ball Of Rock” rappresentino indubbiamente alcuni tra i picchi più elevati raggiunti dallo show, il pubblico appare altrettanto coinvolto anche su estratti più recenti, tra cui le nuovissime “Predator”, “The Secret Of Flight” e la micidiale “Battering Ram”, title-track del penultimo mostruoso lavoro, uscito sul mercato già ben tre anni fa; immancabile, inoltre, il tributo al compianto Lemmy con “They Played Rock And Roll”, dedicata proprio a lui e ai Motorhead stessi. Mentre scorrono inni del calibro di “And The Bands Played On” e “747 (Strangers In The Night)” ci accorgiamo, guardando l’orologio, che lo show sta proseguendo già da parecchio tempo, eppure i nostri cinque signori britannici sembrano avere ancora abbastanza birra in corpo per poter andare avanti a suonare per almeno due giorni di fila, anche grazie all’esecuzione totalmente esente da difetti o imprecisioni di qualsiasi natura, ma sempre permeata di tutta quell’essenza old school che sta alla base di un concerto dei Saxon. L’accoppiata “Crusader” e “Princess Of The Night” precede la prima breve pausa, dopo la quale possiamo tirare ancora un po’ il fiato con “The Eagle Has Landed”, prima di far letteralmente tremare il mondo intero con la devastante e attesissima “Heavy Metal Thunder”, a cui segue la seconda e ultima pausa. In questi pochi minuti abbiamo modo di assistere a una manifestazione di umiltà e vicinanza ai fan che poche band possono vantare: l’intera line-up invita alcuni estimatori presenti a lanciare sul palco i propri gilè di jeans, per poi indossarne uno ciascuno fino alla conclusione del concerto con “Wheels Of Steel” e “Denim And Leather”, dopo la quale la band li restituisce ai legittimi proprietari, non prima di averli autografati a mano sotto il suono incessante dell’applauso dei presenti. Questi sono i momenti in cui comprendiamo cosa rappresenti davvero l’heavy metal per tutti coloro che lo amano senza montarci su idealizzazioni inutili: coesione e aggregazione per tutti coloro che ancora fanno sfoggio di un’attitudine e una passione che continua a resistere nonostante gli anni che passano, e se si vuole mantenere intatto questo spirito bisogna prendere spunto proprio da band come i Saxon, che dimostrano ogni volta di amare con professionalità e cuore questo mondo, conservando nel contempo un’umanità e una grinta giovanile che molti colleghi, anche di recente formazione, possono solo sognarsi. Con questo, ancora lunga vita ai Saxon, che ci auguriamo manterranno la promessa di tornare il prima possibile in Italia, dove saranno sempre i benvenuti.
Setlist:
Thunderbolt
Sacrifice
Nosferatu (The Vampires Waltz)
Motorcycle Man
Predator
Strong Arm Of The Law
Battering Ram
Power And The Glory
Solid Ball Of Rock
The Secret Of Flight
Dallas 1 PM
They Played Rock And Roll
And The Bands Played On
747 (Strangers In The Night)
Sons Of Odin
Crusader
Princess Of The Night
The Eagle Has Landed
Heavy Metal Thunder
Wheels Of Steel
Denim And Leather