Report di Federico Orano
Fotografie di Riccardo Plata
Un sabato nebbioso non ha frenato gli appassionati del power metal tricolore, giunti un po’ da tutto il Nord Italia per celebrare un evento speciale come il venticinquesimo anno di una delle band italiane più amate e rispettate: i Secret Sphere!
Una serata speciale non poteva che essere onorata da tanti ospiti – ex componenti del gruppo e rinomati colleghi – accorsi, vista l’occasione, per salire sul palco e rendere omaggio alla storica band di Alessandria.
Ad aprire le danze una delle realtà più interessanti messasi in luce negli ultimi tempi e proveniente dalla nostra penisola, ovvero i Draconicon. Una serata speciale in quel del Legend Club di Milano, che avrebbe meritato il gran pienone rispetto alle effettive presenze, ma che si è comunque rivelata speciale, attorniata da un’atmosfera magica che solo eventi come questi possono regalare!
Il Legend Club comincia a scaldarsi verso le 20.30 quando i DRACONICON fanno il loro ingresso sul palco tra le note di “Fiery Rage”.
Non avendo chi scrive mai avuto la possibilità di vedere la band in sede live (come invece è successo a chi ha partecipato all’ultima edizione del nostro festival), notiamo subito che alla voce qualcosa non quadra, ed osservando meglio la formazione sul palco in effetti ci accorgiamo che manca una delle due chitarre e anche la disposizione dei microfoni sembra inusuale.
Dopo aver rotto il ghiaccio ci pensa il gruppo stesso a spiegare la situazione; a causa di un malore dell’ultima ora il cantante Arkanfel ha dovuto dare forfait. Grym Hünter, chitarrista e corista, ha deciso coraggiosamente di prendersi cura della voce principale, allenandosi e ripassando i pezzi durante le ore di strada macinate in auto per arrivare al Legend, come ci hanno raccontato i musicisti subito dopo lo show.
Una volta accertata la situazione d’emergenza possiamo decisamente affermare che la sua prova – tenendo appunto conto della disabitudine al ruolo – è stata più che onesta: il concerto è così andato avanti, consci che il muro di suono che solitamente la band riesce a ricreare non è per forza di cose lo stesso di sempre, con un impatto vocale differente ed Alex Moth a prendersi cura da solo di tutte le linee di chitarra.
In ogni caso pezzi come “Edge Of Power”, estratta dal promettente disco di debutto “Dark Side Of Magic” del 2021, e la spinta progressiva di “Heresy”, singolo del recente e ben accolto da critica e fan “Pestilence” (dato alle stampe nel 2023), hanno comunque avuto una buona presa live.
Il power metal dalle tinte gotiche dei Draconicon è dinamico e scorre via con passione, grazie anche al tocco folkeggiante donato dal violino sempre ben presente, in particolare nei brani più recenti. Un emozionato Grym Hünter prende fiducia pian piano, supportato dal pubblico che capisce la situazione e lo applaude con decisione; a rendere ancora più partecipi i presenti ci pensa la cover dei Ghost “Square Hammer”, che si lascia facilmente cantare durante il suo refrain ipercatchy.
Il power europeo più tradizionale tra Rhapsody e Bloodbound si esalta con la cavalcata “Dark Side Of Magic” e in rapida successione con la spedita “Theatre Of Sorrow” con la quale si chiude lo show.
Non abbiamo potuto ammirare i veri Draconicon ma siamo stati testimoni di una giovane band che non ha esitato ad esibirsi onorando l’impegno nonostante i grossi ostacoli. E ciò gli ha fatto davvero onore!
Anche i protagonisti principali della serata, i SECRET SPHERE, scendono in campo puntuali come un orologio svizzero, d’altronde girava voce che alle mezzanotte in punto, sempre al Legend, avesse luogo un altro evento (peraltro sold-out!).
L’intro del nuovo disco, lo splendido “Blackened Heartbeat” – da molti indicato come una delle uscite migliori della scorsa annata in ambito power metal –apre la via a “Psycho Kid”, brano anch’esso contenuto nel medesimo disco e che esplode con vigore e un po’ a sorpresa, visto che molti si sarebbero aspettati una partenza con powereggiante opener.
Il sound non è perfetto ma non per colpa degli eccelsi musicisti sul palco, che per l’occasione sfoggiano un secondo tastierista: altri non è che Antonio Agate, membro storico mai allontanatosi definitivamente dalla formazione, ma con cui essa collabora costantemente nel songwriting di ogni nuova release; si vede bene come anche lui non potesse certo mancare.
La chitarra di Aldo Lonobile si muove precisa e con carattere tra riff possenti e assoli elaborati, mostrando la solita maestria con la title-track dell’ultimo disco ed il suo riffing indiavolato. Si festeggia un compleanno importante per la band – un quarto di secolo! – ed è lecito attendersi qualche pezzo dal passato, in particolare da un disco spesso dimenticato in sede live come l’esordio intitolato “Mistress Of The Shadowlight”, ed ecco che i fan più datati (non ci sembra il caso di dire vecchi) possono gioire sulle note della favolosa ed elegante power song “Age Of Wizard”. Quanti ricordi sono volati nella mente dei presenti e dei musicisti sul palco!
Roberto Messina, cantante acclamato e sempre fisso nel cuore dei fan, muoveva i primi passi proprio con brani come questo, per poi arrivare al successo grazie ad uno dei dischi considerati tra i capolavori del genere symphonic-power metal come “A Time Never Come” nel 2001, dal quale viene riproposta la raffinata “Under The Flag Of Mary Read”, brano che si muove con leggiadria esaltando molti dei presenti.
Le hit non mancano nella discografia del gruppo e la possente “Rain” è un altro pilastro indissolubile e autentico simbolo per i Secret Sphere: riff tritaossa e acuti squillanti colpiscono con decisione provocando del sano headbanging tra le prime file.
La batteria di Marco Lazzarini scorre su ritmi infernali di stampo death metal sulle note oscure della recente “Confession”, che dal vivo dimostra di rendere molto anche grazie ad un ritornello soave, capace di appassionare e lasciarsi cantare.
E’ tempo di presentare gli ospiti e con la sua verve sempre molto brillante e scherzosa Roberto ha così chiamato sul palco prima Chiara Tricarico (Moonlight Haze) per cantare con lei “J.’s Serenade” e poi Ivan, cantante dei Lionsoul, per duettare nel superinno “Legend”, forse il brano simbolo della band.
Inoltre Michele Luppi, che è stato per alcuni anni il frontman dei Secret Sphere, ha coinvolto i presenti cantando ben tre pezzi; due contenuti nei dischi che vedevano la sua presenza – “Portrait Of A Dying Heart” e “The Nature Of Time” – prima con la power song “Healing” poi con la dolce “Lie To Me” dalle tinte AOR, per poi chiudere duettando con Roberto nell’immortale “Lady Of Silence”.
Bisogna però ammettere che le situazioni più riuscite sono certamente arrivate quando Alessandro Conti (Trick Or Treat, Twilight Force) – che in passato ha cantato per necessità nella band durante un tour europeo – ha preso in mano il microfono per sorreggere l’amico e collega nella rockeggiante “Welcome To The Circus”, mentre le note aggressive e prorompenti di “Loud And Row” si sono dimostrate perfette per essere interpretate dal roccioso Tiziano Spigno, cantante degli Extrema.
Un po’ fuori luogo forse, anche se sempre molto partecipe come impatto, la riproposizione di “Dawn Of Victory”, storica canzone firmata Rhapsody, suonata dalla band con l’ugola talentuosa di Giacomo Voli; e da non scordare, poi, la presenza di Alessandro Del Vecchio, autore di alcuni pezzi nel precedente disco “Lifeblood”, salito sul palco per accompagnare l’amico Aldo (compagno anche negli Edge Of Forever) e cantare “Against All The Odds” con Dario Beretta dei Drakkar a dar man forte e sciabolare riff sul palco.
Il tempo corre e un altro pezzo storico trova spazio in una scaletta con davvero quasi zero pause: in effetti la band si è concessa poco respiro, giusto il tempo di chiamare sul palco i vari ospiti.
“Recall Of The Valkyrie” è la prima composizione scritta dal gruppo nel lontano 1997 quando dei giovani Andy, Aldo e Roberto si incontravano in quel di Alessandria. L’epico brano scorre che è un piacere, lasciando senza voce più di qualche fan sfegatato, che non aspettava altro che cantare il suo maestoso refrain.
“C’è tempo per un ultimo pezzo!” annuncia il leader Aldo, e a sorpresa ecco suonato un brano che probabilmente non ci saremo attesi: “Dr. Faustus”, canzone che chiude lo splendido “A Time Never Come” e che in sede live si conferma composizione di altissimo livello, con riff massicci, una soave parentesi piano-voce ed un incedere che porta al gran finale e ai saluti di rito dopo ben due ore ininterrotte di grande musica.
Una serata spettacolare che ha ripercorso l’intera carriera di una band davvero super, musicisti rispettati che stanno continuando a testa alta una lunga carriera, togliendosi ancora tutt’oggi grandi soddisfazioni.
Certo poteva esserci una maggiore affluenza, e forse ci saremmo meritati una location migliore (giusto il tempo di finire il concerto e la security non ha esitato un attimo a far defluire fuori in fretta e furia i presenti per preparare la venue per l’evento successivo).
Poco importa, perchè sabato sera si è celebrata una festa intima, calorosa ed emozionante, come in una famiglia unita da molti anni. Ed i sorrisi e gli abbracci – forse anche qualche lacrima – sono stati i protagonisti prima, durante e dopo lo show. Venticinque anni di storia non sono pochi, ma i Secret Sphere non hanno certo intenzione di fermarsi qui!
SECRET SPHERE
DRACONICON