A cura di William Crippa
Tornano in Italia i Sepultura, e tornano per un motivo davvero speciale: festeggiare i 30 anni di attività della band, anche se l’anniversario cadeva nel 2014. L’appuntamento è fissato per lunedi 27 luglio, presso il circolo Magnolia di Segrate. L’idea che ci sia stato un errore a livello di informazione tramite i social media ci colpisce immediatamente quando, arrivati poco dopo le 19.30 per abitudine cronica all’anticipo, ci troviamo la prima band della serata che si appresta ad iniziare il proprio set davanti ad un pugno di presenti. Eppure tramite internet l’ora indicata per l’apertura porte era per le 20. Poco male, noi siamo presenti per raccontare la serata a chi non c’era e per chi è arrivato in ritardo.
KRYSANTEMIA
Ad aprire le danze per questa data milanese dei Sepultura ci pensano i modenesi Krysantemia, band dal tiro davvero micidiale, che appaiono sul palco davanti a non più di venti persone. Il responso dagli scarsissimi presenti è davvero sconfortante, visto che, pur mostrando di apprezzare la musica proposta dal combo di Pavullo nel Frignano, pochi sono gli applausi tra un brano e l’altro da parte dei freddi spettatori. Tuttavia, il cantante Svi non smette un solo istante di incitare, anche se a vuoto, e la band spara i propri pezzi, basati su un potentissimo thrash-death metal al massimo della potenza, supportato da ottimi suoni e tecnica strumentale sopraffina. Una manciata di brani per i Krysantemia, pescati da entrambi i loro album, prima di scendere dal palco dopo una prestazione maiuscola che avrebbe meritato davvero molta più attenzione. Da rivedere assolutamente in situazione più favorevole.
ADAMAS
La situazione un poco cambia per la salita sulle assi degli umbri Adamas, fosse anche solamente perchè il numero dei presenti al momento della partenza della loro esibizione è almeno raddoppiato, ed anche perchè a quanto pare la band un poco di pubblico se lo è portato da casa. Da premio l’intro dello show, con l’audio dello spassosissimo dialogo tra Andrea Diprè e Sasha Grey dal video omonimo. Thrash Bay Area davvero vario, che mostra moltissime influenze differenti, e davvero ben suonato. Accompagnati dagli applausi e dall’incitamento dei propri fan, gli Adamas superano la prova in agilità, regalandoci un set piacevole e per nulla noioso. Ancora mille grazie per l’intro che ha strappato un sorriso ad ogni maschio presente.
DOMINATION
Giungono le ore 21 ed è il turno dei giovanissimi thrasher Domination, greci in procinto di pubblicare il proprio debutto sulla lunga distanza, “Infants Of Thrash”, il 3 agosto. Ferocia vera, potenza e voglia di picchiare duro, dotati di un’attitudine ed un impatto molto più hardcore che thrash, ecco il biglietto da visita degli ateniesi, che, forti di brani micidiali, hanno nel cantante Theodore ‘Theo’ Papadopulos il proprio asso nella manica; feroce, cattivo, violento e con un’aria da vero bastardo, Theo ricorda molto Phil Anselmo di metà anni ’90, anche nelle movenze e nell’atteggiamento. Il pubblico, che ora comincia a farsi davvero importante, è completamente stregato dalla potenza di questa band composta da neomaggiorenni o poco meno e segue ogni brano con interesse. Un applauso enorme accompagna l’esecuzione dell’ultimo pezzo e l’uscita di scena di questi ragazzini che stasera hanno colpito davvero nel segno.
SEPULTURA
Ore 22 esatte, le luci si spengono ed i Sepultura salgono sulle assi del circolo Magnolia sulle note di “The Vatican”, dall’ultima fatica da studio “The Mediator Between Head And Hands Must Be The Heart”, generando subito un grande circle mosh di fronte al palco; immediatamente la band carioca rincara la dose proponendo la massiccia title track di “Kairos”, cantata in coro da tutti i fan; Derrick Green prende la parola, spiegando che quello di questa sera sarà un concerto celebrativo ed antologico per festeggiare i 30 anni del gruppo, annunciando quindi “Propaganda”, che manda i presenti in visibilio. “Breed Apart” dà il via ad una vera festa sulla pista di cemento, festa interrotta bruscamente all’annuncio della storica “Inner Self”, che scatena l’headbanging, bissata da una violentissima “Dead Embryonic Cells”. Si torna in epoca Green con “Convicted In Life” e “Choke”, presentata molto orgogliosamente dal cantante, che racconta quanto sia stata importante per lui questa canzone e quanto importante sia l’album dal quale è tratta. Ma la parentesi recente è solo momentanea, perchè “Cut-Throat” richiama in causa nuovamente “Roots”. La band stasera è davvero carica; Derrick ce la sta mettendo tutta per rendere al meglio in occasione di questo importante anniversario e si vede davvero, supportato da un Andreas Kisser in serata di grazia; e che dire di Paulo Jr. ed Eloy Casagrande, se non che la sezione ritmica fino ad ora è assolutamente solida e precisa, senza alcuna pecca, nonostante il bassista non dia assolutamente spettacolo, costantemente ritirato nelle retrovie a fianco della pedana della batteria. Il pubblico è quello delle grandi occasioni: numeroso, partecipe e felice di essere presente, ed ogni brano, dal più vecchio al più recente, è cantato a memoria da chiunque non sia impegnato a pogare. “Apes Of God” porta ad una sentita “Under My Skin”, introdotta dal singer come l’unico brano adatto a descrivere l’orgoglio che prova militando nei Sepultura. Grande è la gioia da parte della venue quando viene annunciata “From The Past Comes The Storm”, pescata dal remotissimo “Schizophrenia”, ed il mosh violento continua sulle note della cover “Policia”, prima che un’altra cover, “Orgasmatron”, riporti la calma e faccia riposare un poco i fan. Un grandissimo coro all’indirizzo di Andreas Kisser viene ricambiato con un bacio agli astanti ed il segno del cuore, e sembrano lontanissimi i tempi delle grossolane e clamorose bestemmie in italiano durante gli show. Un guasto alla batteria di Eloy costringe la band ad una pausa forzata, durante la quale Kisser e Paulo Jr. ci mostrano una simpatica improvvisazione in chiave folk brasiliano. Risolto il problema al drumset, ecco arrivare un terzetto di brani che fanno esplodere di felicità il pubblico: “Territory”, “Arise” e “Refuse/Resist” eseguite in fila potrebbero accontentare ogni fan, ma non quelli presenti oggi, e mentre la band scende dal palco per la pausa, dal Magnolia si alza forte il coro ‘biotech, biotech’, coro che prosegue fino a che i Sepultura non tornano on stage. L’encore inizia con una vera sorpresa, “Bestial Devastation”, prima di “Primitive Future”, durante la quale i fan continuano ad inneggiare a “Biotech Is Godzilla”, che quando viene poi eseguita lascia gli astanti al palco in una vera estasi di violenza che si tramuta in un pogo selvaggio. “Ratamahatta” e “Roots Bloody Roots” danno il colpo di grazia finale, spedendo a dormire un pubblico felice ed appagato e lasciando a bordo palco una band vistosamente soddisfatta.