Report di Federico Orano
Purtroppo sembrano essere sempre di più gli eventi ai quali dobbiamo rinunciare qui in Italia colpa di un interesse, verso molte band, troppo eseguo da parte degli appassionati nostrani: un enorme problema che colpisce un po’ tutti i generi.
Solamente di recente abbiamo constatato che anche band di un certo peso come gli Accept non passeranno per l’Italia durante la loro lunga tournée, ma sono soprattutto i gruppi di media caratura a farne maggiormente le spese.
Gli austriaci Serenity, forti del loro ultimo disco in studio – il validissimo “Nemesis AD” – hanno annunciato da tempo alcuni live show in giro per l’Europa senza però includere alcuna data qui da noi, e abbiamo quindi scelto di incastrare un weekend a Londra per non perderci la performance di questa band che ormai profuma tanto di Italia: se infatti il bassista Fabio D’amore è un membro storico, di recente si è unito anche Marco Pastorino come chitarrista e seconda voce.
Sempre lui con la sua band principale, i Temperance, è pronto ad incendiare il tour presentando la nuova line-up artefice del recente e positivo “Hermitage – Daruma’s Eyes Pt. 2”.
Arrivati al The Dome, locale accogliente posto nella zona nord della capitale inglese, abbiamo potuto costatare come siano diversi gli appassionati di queste sonorità da quelle parti; tutti pronti ad immergersi in una serata di melodic power metal di qualità!
Non avevamo dubbi sulla puntualità inglese, un po’ meno sulla nostra capacità di arrivare in tempo – tra check-in in albergo e viaggio in metro – per goderci lo spettacolo dei TERRA ATLANTICA, gruppo che con qualche disco di power metal piratesco si è messa in luce tra gli appassionati del genere. Purtroppo varchiamo le porte del The Dome proprio mentre la band sta salutando il pubblico e notiamo come la loro scenografia segua il concept dei loro dischi, con costumi da moschettieri e marinai. Che peccato!
Tempo di una birretta e di qualche saluto con un ragazzo italiano, a dir poco sorpreso di trovare altra gente dal Belpaese giunta per l’occasione, ed ecco giungere il momento dei TULIP, gruppo che non abbiamo mai avuto modo di vedere dal vivo.
Arrivano dal Texas e sono un quartetto interessante che va un po’ fuori dai binari della serata, caratterizzata da un approccio decisamente più soft e sinfonico: loro infatti puntano sì su melodie e sulla grande voce della loro bionda vocalist Ashleigh Semkiw ma anche su un sound potente che va ben oltre i confini del classico power-heavy, spingendosi fino a varcare lidi maggiormente groove e alternative, con chitarre possenti e dal suono moderno..
La storia dei Tulip, ufficialmente formati da due componenti che per queste date ha aggiunto un altro chitarrista ed un batterista, potrebbe essere presa come sceneggiatura per un film; Colin Parrish e Ashleigh partono iniziando la loro avventura musicale a Toronto ma lì nasce anche qualcosa che va oltre la musica e si trasforma in qualcosa di sentimentale. Si separano così dai rispettivi compagni e ‘scappano’ in Texas per proseguire la loro vita insieme.
Compongono due full-length ed un EP, tutti formati da brani possenti e straripanti, capaci di scaricare energia tra un pubblico che apprezza abbondantemente.
Canzoni più compatte si alternano a qualche brano più articolato; “Ghost Of Kyiv” ha tutto in regola per essere il classico singolo passato su YouTube per catturare nuovi fan e presenta sonorità moderne, così come la title-track del nuovo album pubblicato lo scorso anno, “The Perpetual Dream”, con coretti che ricordano i Within Temptation più attuali, per finire con la scoppiettante “Gemini”.
Colpisce inoltre il fatto che la band non presenta un bassista sul palco. Potenzialità ed energia non mancano ma forse un pizzico di personalità in più è necessaria per fare strada!
I TEMPERANCE hanno una buona fanbase e non a caso tutti i presenti sembrano conoscere molto bene i pezzi che il gruppo italiano è pronto a presentare, e c’è molta curiosità nel vedere il gruppo capitanato dall’instancabile Marco Pastorino, con una nuova formazione che vede alla voce la presenza di Kristin Starkey. La cantante americana dimostra di avere delle potenzialità enormi – che forse non riesce ancora a sfruttare del tutto, figuriamoci cosa potrà fare nel suo roseo futuro – cambiando registro in maniera estremamente facile; al suo fianco, il bravo Michele Guaitoli, cantante sempre impegnato a salpare con i Vision Of Atlantis in giro per il mondo. “Daruma” apre le danze con un coretto che coinvolge fin da subito ed un ritornello davvero costruito alla perfezione (il songwriting di Marco ormai ha un trademark davvero riconoscibile!) e a seguire l’impatto catchy di “The Last Hope In A World of Hopes”.
La band è carica e si muove sul palco con estrema fiducia, dimostrando che i tanti show portati avanti negli ultimi anni hanno fatto accumulare esperienza da vendere a questi musicisti ormai scafati, e capaci di coinvolgere i presenti con sorrisi, pose azzeccate e ovviamente tecnica individuale non trascurabile, come dimostra al basso il preciso e pirotecnico Liuk Abbott.
“No Return”, pescata dal nuovo “Hermitage – Daruma’s Eyes Pt. 2” possiede un impatto notevole e tutto da cantare. I suoni sono più che buoni e accompagnano la band durante la teatrale e powereggiante “Darkness Is Just A Drawing”, in grado di esaltare le doti vocali di Kristin con la sua ugola piena e possente. Bello ascoltare “Diamanti”, che vede le voci dei Nostri intrecciarsi disegnando sognanti melodie fine al ritornello cantato in italiano; i musicisti scherzano un po’ con il pubblico, utilizzando qualche siparietto che va a riprendere i classici clichè all’italiana. La chiusura arriva con “Pure Life Unfolds” ed orchestrazioni possenti che accompagnano le chitarre decise di Marco che fanno vibrare lo scenario chiudendo lo show tra gli applausi.
Peccato sentire poco la voce di Marco, a parer nostro un cantante di grandissimo livello, ma la sensazione è che il suo sia diventato più un ruolo di compositore e chitarrista, anche forse per gestire al meglio gli impegni sempre più frequenti che lo vedranno sul palco anche più tardi con i Serenity.
I Temperance si dimostrano una band in piena maturità, un gruppo che sta raccogliendo sempre più il meritato successo costruito sul tanto impegno profuso negli anni.
Forti del recente “Nemesis AD” edito lo scorso Novembre, i SERENITY sono pronti a presentare i nuovi brani ai propri fan, e saranno ben sei le canzoni estratte da quest’ultimo lavoro in studio.
E, in uno show davvero ricco di pathos, forse l’unico appunto è che ormai sono davvero pochi i pezzi storici che vengono riproposti dal gruppo austriaco pescando da dischi rimasti nella memoria di molti, come “Words Untold & Dreams Unlived”, “Fallen Sanctuary” e “Death & Lagacy” dai quali verrà rispolverato infatti solamente un pezzo. Quando il cantante e autentico leader Georg Neuhauser sale sul palco, si parte alla grande con la prorompente opener del nuovo disco, la bella power song “The Fall Of Man” alla quale fa subito seguito senza alcuna pausa la trionfante “United”, recuperata dal buon “Lionheart”.
“Ritter, Tod Und Teufel (Knightfall)” è una bella cavalcata power che possiede un grande impatto, dimostrando anche in sede live tutto il potenziale che prometteva su disco. La band sembra in palla: dopo la serata precedente ad Essen, in Germania, il viaggio per arrivare in tourbus fino a Londra non dev’esser stato una passeggiata, ma la carica che i circa trecento presenti hanno trasmesso alle band si fa sentire.
Nel frattempo l’ipermelodica “Souls And Sins” vede la partecipazione sul palco anche del bravo Michele Guaitoli in un bel duetto con il cantante austriaco, dando ancor più supporto e peso ad una sezione italiana che dà da fare; Fabio D’Amore con le sue note di basso e Marco Pastorino con la sua chitarra solista e i cori sono assoluti protagonisti sul palco.
Cori gregoriani sparati dalle casse aprono la via di “The End Of Babylon”, midtempo dall’impatto melodico che prepara la via alla storica “Velatum”, primo videoclip realizzato dalla band nel lontano 2008. Eravamo curiosi di ascoltare la favolosa “Reflections (Of AD)”, autentica hit dell’ultimo disco, e siamo soddisfatti che venga riproposta anche se in una versione leggermente editata. Marco Pastorino prende in mano il microfono per muoversi con la sua ugola cristallina tra note angeliche, prima che la batteria di Andreas Schipflinger inizi a spingere sull’acceleratore durante il bel refrain, raccogliendo applausi davvero forti per questa superlativa composizione che non può che ricordare i migliori Avantasia.
Una parentesi acustica è un’ulteriore scelta azzeccata; Marco, seduto, impugna la propria chitarra accompagnando Georg durante un pezzo che insieme hanno composto per un disco uscito una manciata di anni fa sotto il nome di Fallen Sanctuary, “Broken Dreams”, e funziona anche in questa veste acustica, così come “Soldiers Under The Cross” pescata dal nuovo disco, brano decisamente più scoppiettante e spensierato.
Ci sarebbe stata decisamente bene in questa situazione una “Fairytales” – splendida ballata contenuta in “Fallen Sanctuary” – ma la parentesi acustica si chiude per lasciar spazio alle sonorità piratesche di “ Legacy Of Tudors”. E’ tempo di bis dopo i rapidi saluti del gruppo: l’uptempo “My Kingdom Comes” corre rapido e a testa bassa con il suo refrain altamente melodico, mostrando tutte le influenze che da sempre la band presenta verso i grandi Kamelot. E l’accoppiata finale non ammette prigionieri: il power sinfonico di “Sun Of Justice” prima e l’esemplare “Lionheart” poi chiudono la serata tra gli applausi. I Serenity hanno impacchettato a dovere uno show ricco di adrenalina per ottanta minuti di power metal sinfonico eseguito alla perfezione.
E’ subito tempo di saluti e abbracci con i musicisti immediatamente disponibili sotto il palco per autografi, foto e due chiacchiere con i propri fan. Il tour è appena iniziato e porterà il gruppo in giro per il Nord Europa ancora per un po’, ma l’atmosfera che si respirava durante e dopo lo show ci fa capire come le band siano cariche e piene di energia. E magari la nostra accoglienza in italiano ha un po’ contribuito a donare ulteriore carica ai nostri connazionali impegnati in queste serate!
Setlist Serenity:
The Fall Of Man
United
Ritter, Tod Und Teufel (Knightfall)
Souls And Sins
Set The World On Fire
The End Of Babylon
Velatum
Reflections (Of AD)
Broken Dreams (Acoustica)
Soldiers Under The Cross (Acustica)
Legacy Of Tudors
My Kingdom Comes
Sun of Justice
LionhearT