06/06/2012 - SHINEDOWN + STELLAR REVIVAL @ Magazzini Generali - Milano

Pubblicato il 10/06/2012 da

Introduzione di Maurizio Borghi
Report di Matteo Cereda e Maurizio Borghi

A giugno scatta la caldissima estate concertistica: centinaia di band si riversano in tour per gli eventi più disparati, costringendo anche chi ha il portafogli gonfio a una scelta necessaria, perchè molti eventi si svolgono contemporaneamente nella stessa città. Mentre Megadeth, W.A.S.P. e Behemoth assediano l’Alcatraz nella seconda giornata del Metalfest, gli appassionati di sonorità più mainstream si sono ritrovati ai Magazzini Generali, attendendo gli Shinedown in veste di headliner…


STELLAR REVIVAL

Aprono la serata gli Stellar Revival, formazione semisconosciuta ma già alla ribalta: il quintetto ha pubblicato da poco il debutto “Love, Lust And Bad Company” e, sotto l’ala protettrice della potente Capitol Records, si è già assicurata un posto sul main stage del prestigioso Download Festival. Simili ai gruppi con cui hanno diviso il palco (Theory Of A Deadman, Pop Evil) e il produttore (Hinder, Daughtry), gli Stellar Revival sono scandalosamente piacioni, come sintetizza splendidamente il frontman Rino Cerbone, tronista tanto convinto e disinvolto quanto ruffiano con le signorine delle prime file. Una proposta perfetta per il pubblic,o dunque, che accoglie calorosamente una performance piacevolissima, di un livello tecnico non proprio eccellente, ma ricca di entusiasmo ed energia. “Crazy Ones” e “Saving Grace” sono un fantastico biglietto da visita, d’altronde, ed è possibile apprezzarle sin dal primo ascolto. Segnatevi il nome.
(Maurizio Borghi)

SHINEDOWN

L’attesa per il ritorno in Italia degli Shinedown si risolve purtroppo con una cocente delusione. La band statunitense negli ultimi anni ha composto alcune tra le più belle canzoni (hard) rock dell’intera scena e, a livello di songwriting, ha dimostrato una continuità impressionante, nonché una capacità evolutiva, con la pubblicazione di quattro dischi uno più bello dell’altro e tutti a loro modo diversi. Assistere finalmente ad un loro concerto dal vivo rappresentava dunque per il sottoscritto la cosiddetta prova del fuoco per capire le reali potenzialità della band americana. Privi di scenografia, al di là di un onesto impianto luci, gli Shinedown si sono presentati puntualissimi sul palco dei Magazzini Generali attaccando con “The Sound Of Madness”, al cospetto di un’acustica tutto sommato positiva. La recente pubblicazione del peraltro ottimo “Amaryllis” suggerisce una setlist fortemente incentrata sulle canzoni di quest’ultimo; tuttavia, gli Shinedown sapranno bilanciare la scelta delle canzoni proponendo anche diversi estratti dai tre dischi precedenti. L’impatto strumentale delle canzoni è ottimo, con le stesse che in sede live acquistano maggiore potenza, così come impressiona positivamente la presenza scenica di una band che si dimostra umile ma allo stesso tempo carismatica, soprattutto nella figura del leader Brent Smith. Le note dolenti, purtroppo, arrivano però proprio dalla prestazione vocale di Smith, apparso in chiara difficoltà sulle note alte nonostante il consistente ausilio di basi e cori. Gran parte dei ritornelli vengono cantati con tonalità inferiori rispetto alle versioni originali; forse qualcuno non se ne sarà accorto, poiché la band ha pensato bene di mascherare il tutto con il massiccio utilizzo di basi registrate, ma purtroppo gran parte delle bellissime melodie apprezzate sui dischi non sembrano essere riproducibili dal vivo, almeno in questo momento, per il succitato singer. Le soddisfazioni maggiori gli Shinedown le regalano sui pezzi lenti quali “The Crow & The Butterfly”, “Second Chance” o la cover degli Skynyrd “Simple Man”, allorquando Smith è impegnato su un cantato più caldo, basso e profondo; mentre, per onor di cronaca, il peggio lo riscontriamo su pezzi veloci quali “Enemies”, “Nowhere Kids” e “Devour”, così come appaiono troppo ‘plastificate’ le versioni dei recenti singoli “Unity” e “Bully”. Speriamo dunque che gli Shinedown possano tornare con una performance di ben altro spessore nel prossimo futuro, per farci cambiare opinione sulle reali potenzialità di questa band che non ha superato la prova in sede live. Rimandati.
(Matteo Cereda)

3 commenti
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