A cura di Luca Pessina
Li aspettavamo da queste parti la scorsa primavera, ma purtroppo un vulcano islandese ha sconvolto i nostri e soprattutto i loro piani! Per fortuna però che il tempo non ha fatto scemare il desiderio degli Shrinebuilder di suonare nel Vecchio Continente. Anzi, col senno di poi per noi appassionati è stato anche un bene che il gruppo americano sia stato costretto a posticipare di qualche mese questo suo tour, dato che, arrivando in Europa in questo periodo, ha potuto fissare delle date assieme a un’altra formazione a dir poco interessante, ovvero i Wolves In The Throne Room! Insomma, due piccioni con una fava!
WOLVES IN THE THRONE ROOM
Entriamo nella Scala (per quanto ci riguarda, una delle sale concerti migliori di Londra) pochi secondi dopo l’inizio dello show dei Wolves In The Throne Room. Si intuisce facilmente che i fan più accaniti dei nostri sono tutti assiepati fra le prime file, visto che appena sotto il placo l’headbanging regna sovrano, mentre in fondo e ai lati il pubblico è ben più controllato. Di certo, la curiosità di vedere all’opera la band in veste di supporto è parecchia, dato che i nostri sono soliti prediligere show da headliner o apparizioni a festival altamente selezionate. I giochi di luci risultano comunque quelli tipici della band e anche i suoni sono ampiamente all’altezza della situazione, segno che i WITTR hanno avuto tutto il tempo per preparare la loro esibizione, senza quella fretta che solitamente viene messa addosso a coloro che hanno il compito di scaldare il pubblico. Data la loro lunghezza, solo quattro tracce vengono proposte durante la performance, ma il black metal atmosferico dei tre statunitensi riesce ugualmente ad arrivare dritto al cuore. Sempre più famoso il trasporto con cui i ragazzi ripropongono on stage la loro musica e sempre più compatta la loro resa live, ormai degna di gruppi ben più longevi e scafati. Suonare spesso ha aiutato il gruppo a migliorare il proprio affiatamento e il religioso silenzio in cui solitamente i nostri suonano contribuisce a far sì che ogni concerto sia sempre un’esperienza veramente toccante. Basta chiudere gli occhi per ritrovarsi trasportati nel mezzo di una foresta innevata. Grandissima live band!
SHRINEBUILDER
Le ritmiche calano di intensità e l’atmosfera si fa più fumosa con l’arrivo dei doom metallers Shrinebuilder. Fa un certo effetto vedere un gruppo con un solo album all’attivo suonare da headliner davanti a circa un migliaio di persone, ma, del resto, la qualità di "Shrinebuilder" e il curriculum dei musicisti coinvolti nel progetto parlano da soli… questi ragazzoni sono degli esordienti solo sulla carta! Non a caso, quando il gruppo calca il palco e attacca con "Pyramid Of The Moon", sembra a tutti gli effetti di trovarsi a un concerto di una delle "band madri" dei nostri, tanto il pubblico è esaltato e partecipe. Si respira poca aria di curiosità nella sala: tutti o quasi sembrano già cosa aspettarsi, ovvero un gran concerto. E, in effetti, i quattro statunitensi non deludono le aspettative, tirando fuori dal cilindro una performance notevolissima, che compensa alla prevedibilità della setlist con una vagonata di intensità e trasporto. A dire il vero, Scott Kelly appare un po’ distaccato o comunque non al 100%, ma ci pensa quel "buzzurro" di Wino a fare il bello e il cattivo tempo sul palco. Davvero ottima la sua prestazione, sia a livello esecutivo (chitarra e voce) che di presenza scenica. Si stenta a credere che questo redneck abbia quasi cinquant’anni! Sorretto anche da un’impeccabile sezione ritmica, lo spettacolo degli Shrinebuilder vola via in un battibaleno e quasi stentiamo a credere che dopo la splendida "Solar Benediction", il cui crescendo finale si merita la palma di momento migliore dello show, sia già arrivato il momento dei saluti. Ma pazienza… è ovvio che dovremo aspettare la pubblicazione di un altro full-length per assistere a performance più lunghe. Comunque buonissima l’impressione lasciataci questa sera dagli Shrinebuilder… "super band" non solo su disco, ma anche e soprattutto dal vivo.