Report di Maurizio ‘morrizz’ Borghi
La locandina del tour estivo europeo mostra gli Slaughter To Prevail in spiaggia con maschere e camicia floreale, ma Milano e provincia in questo giugno 2024 sono colpite duramente dal maltempo ed anche stasera un’allerta meteo minaccia il regolare raggiungimento del Live Music Club.
A parte l’assenza del mare, la cornice non è assolutamente quella prevista, dunque, ma per fortuna le condizioni climatiche non diventeranno estreme e, a parte qualche regolare rallentamento o congestione, è stato possibile raggiungere Trezzo Sull’Adda senza problemi.
La band di Alex Terrible si esibisce per la prima volta in Italia in una data da headliner e in un periodo dove la popolarità del gruppo è in rapida ascesa, nonostante il passato turbolento e le dichiarazioni complicate di un frontman che, dal suo trasferimento negli Stati Uniti, sta letteralmente vivendo il sogno americano.
Arrivando al locale, scopriamo che il parcheggio regolare è già pieno e siamo indirizzati all’area del supermercato antistante, segno di un’affluenza decisamente sopra la norma: il biglietto a 56€ non ha spaventato fan e curiosi insomma, e scopriremo che nemmeno le magliette a 50€ (compresa quella con Hello Kitty) impediranno ad un pubblico molto interessato di godersi la serata al 100%, portando a casa l’immancabile ricordo.
Riusciamo ad assistere solo a metà del già breve set degli INGESTED, che dopo il tour coi Lorna Shore raccolgono quest’ulteriore ghiottissima opportunità ingranando la quarta a carriera ormai avanzata, confermandosi dei veri e propri animali da tour e dimostrandosi una certezza dal punto di vista live: nonostante il recente “The Tide of Death and Fractured Dreams” sia un prodotto standardizzato e lineare nella discografia del gruppo, dal vivo lo slam/brutal/deathcore convince sempre e va ammesso che, grazie a volumi e mixing adeguati, la loro resa in club di dimensioni medio/grandi è davvero soddisfacente. L’abile frontman Jason Evans ha appreso velocemente come catturare l’attenzione del pubblico casuale, giocandosi scambi di facile presa col pubblico e giochetti banali ma sempre utili come quello del “jumpthefuckup”. Altra bella figura per la band di Manchester, insomma, che pare stia raccogliendo il seminato dopo quindici anni di underground.
Alle 21:30 precise, dopo un veloce cambio, arriva il turno degli attesi SLAUGHTER TO PREVAIL. Il palco è spoglio, con batteria, un paio di rialzi e un wall led che si dimostrerà quasi del tutto accessorio, proiettando per tutto il set solo il logo del gruppo. L’introduzione è costituita da un lunghissimo pezzo dance, che dopo svariati minuti riconosciamo come il brano dell’iconica scena di apertura del film “Blade”, locata nella famigerata discoteca dei vampiri. Delicatissimi. Entrano quindi in gioco i russi, che sfoggiano immediatamente la propria violenza ed ignoranza nell’accattivante ed eloquente “Bonebreaker”: il look è studiato e vistoso, con le maschere dorate che coprono il volto a tutti i membri e chitarra e basso bianchi e sporchi di sangue.
Si nota subito come l’attenzione sia rivolta esplicitamente ad Alex Terrible, che da vero personaggio e fenomeno social si porta sulle spalle il successo del gruppo col susseguirsi di video di successo (in primis le sue cover su YouTube), trovate eccentriche (lotta con gli orsi, video di addestramenti militari e di arti marziali) e uscite discutibili (le sue dichiarazioni hanno fatto discutere il movimento LGBT, inoltre la sua passata affiliazione con elementi di estrema destra non è stata certo dimenticata). Alex, cattivo ragazzo ma anche self made man e uomo redento, è di sicuro l’uomo sotto i riflettori. Sarà l’unico a levarsi la maschera e ad indossare (per poco) anche un giubbotto antiproiettile, differenziandosi nel look dal resto della band e mostrando successivamente il fisico scolpito. È lucido, empatico e docile nei brevi scambi col pubblico – col suo pesante accento inviterà a cambiare il mondo cambiando noi stessi, poi fermerà una canzone per prestare soccorso a una persona nel pogo – tanto quando scatenato, bestiale e fisico nella sua performance.
Dopo i primi brani, che dimostrano come la proposta degli STP è spesso più accostabile al nu-metal che al deathcore per l’estetica pacchiana, le costruzioni semplici e la tendenza all’impatto sopra ogni tipo di tecnicismo, vengono a galla alcune magagne: sebbene abbia dimostrato ampiamente in studio e su YouTube di sapere il fatto suo, Alex attualmente appare meglio come frontman che come cantante, nel senso che per la fama che (giustamente) lo precede e per essere una band di livello medio-alto, ci sono parecchie cose da sistemare a livello di produzione, dal mixing sfortunato delle vocals, ai volumi, agli effetti davvero poco necessari su una delle ugole più potenti in circolazione. Anche le chitarre hanno sofferto, soprattutto per un utilizzo esagerato di basi pre-registrate, ormai sdoganate ma stasera utilizzate in maniera confusionaria e non eccellente. Fa eccezione la batteria: Evgeny Novikov è una vera e propria forza della natura che non sbaglierà assolutamente nulla e che godrà di suoni di livello.
Detto questo, dev’essere chiaro come il sole che il concerto non ha risentito di questi difetti, resi minori da una foga ed una partecipazione sopra ogni standard da parte del gruppo, animato da una carica e da un entusiasmo che è raro osservare e che si dimostrano decisamente infettivi, dato che il pubblico va letteralmente in visibilio. Oltre alla caratterizzazione e alla maestria social, è questa la principale chiave di lettura del successo degli Slaughter To Prevail.
La scaletta mostra come “Kostolom” sia ormai la base per le esibizioni della band, con brevi puntate nei brani meno estremi pescati dal passato. Il nuovo singolo “Kid Of Darkness” anticipa invece quello che sarà il futuro prossimo, che non fa altro che proseguire dritto per un sentiero ben delineato. Dopo la fedele cover di “Du Hast”, l’encore è affidato a “I Killed A Man”, che ci si stampa in testa come una prestazione brutale, divertente e dominante come quella di stasera, dove l’entusiasmo, la personalità ed il trasporto, coadiuvati da stratagemmi, pacchianità e gimmick, vincono (giustamente) su tecnica e perfezione sonora. Questo debutto è stato un successo: immaginatevi con una produzione infallibile, esperienza ed un palco più ricco dove potranno arrivare questi russi scatenati.