Report a cura di Andrea Raffaldini
Foto di Enrico Dal Boni
Prima data italiana del tour degli Slayer, che per l’occasione si presentano on stage insieme al ritrovato Paul Bostaph dietro le pelli. Il Teatro Geox è riempito per circa metà della sua capienza, ma i ragazzi presenti si dimostrano pieni di energia e pronti ad assistere allo show della formazione americana. Suoni di fattura più che discreta ed un clima clemente permettono di gustarsi al meglio i quattro caterpillar americani, che sbattono sul grugno dei presenti la loro musica a suon di riff. Nessuna band di supporto per questa occasione, Kerry King e compagni non vogliono dividere il palco con nessuno, non hanno bisogno di nessuno ed i fan vogliono solo gli Slayer.
Tom Araya, Kerry King e gli altri Slayer si presentano sul palco senza tante presentazioni e attaccano con la devastante “World Painted Blood”. I nostri sono in grande forma, King mentre suona si lancia nel suo personale headbanging, mentre Gary Holt si occupa degli assoli più difficili. Bostaph dal canto suo pare trattenersi durante l’esecuzione dei primi brani, il suo drumming tecnico e preciso non picchia come dovrebbe nei minuti iniziali del concerto. A partire da “War Ensemble”, il batterista, finalmente caldo, comincia a pestare di brutto con la classe che lo contraddistingue e finalmente la ‘pacca’ si sente eccome! “Disciple”, “Bloodline” e “Mandatory Suicide” scatenano i fan, il muro sonoro degli Slayer non delude mai. Holt svolge un lavoro spettacolare alla sei corde, insieme ad un Kerry King che cammina da una parte all’altra del palco per accentrare l’attenzione del pubblico. Tom Araya da parte sua non perde molto tempo, tra un pezzo e l’altro, con i presenti, a parte qualche frase biascicata con sorrisi sornioni: il bassista/cantante preferisce buttarsi a capofitto nello show. La devastazione sonora non accenna a diminuire: “The Antichrist” e “Seasons In The Abyss” vengono accolte con grande tripudio e altrettanta goduria si prova nell’ascoltare lo scatenato Bostaph. Da fan, tutti siamo emotivamente legati a Dave Lombardo, per molti l’unico vero drummer degli Slayer, ma diamo atto a Paul di essersi dimostrato più che all’altezza del suo illustre predecessore. La band suona un classico dopo l’altro, ed è la volta di “Hell Awaits” e “Dead Skin Mask”, con cui viene costruita l’anticamera per l’Inferno. Già, perché Bostaph scandisce i leggendari colpi di batteria con cui inizia “Raining Blood”, un velocissimo concentrato di rabbia e cattiveria che oltre venticinque anni fa consacrò gli Slayer a livello mondiale. Il concerto pare terminato, ma la band si ripresenta con due bis di tutto rispetto: “South Of Heaven” ed “Angel Of Death” ci danno l’ultima scossa di adrenalina prima del congedo definitivo da parte degli Slayer. Una sostanziale conferma, senza tante sorprese, per uno show ad altissimo livello di intensità. Tom, Kerry, Gary e Paul non deludono quando sono sul palco.
Setlist:
World Painted Blood
Hallowed Point
War Ensemble
Hate Worldwide
At Dawn They Sleep
Stain Of Mind
Disciple
Bloodline
Mandatory Suicide
Chemical Warfare
The Antichrist
Payback
Seasons In The Abyss
Hell Awaits
Dead Skin Mask
Raining Blood
South Of Heaven
Angel Of Death