20/12/2024 - SLIFT + VALERIAN SWING @ Locomotiv Club - Bologna

Pubblicato il 23/12/2024 da

È un freddo venerdì di dicembre: in giro per il capoluogo emiliano si scorgono studenti già pronti per i bagordi del weekend prefestivo, laureate e laureati in corso di festeggiamenti e quel tipico viavai di persone intente ad acquistare gli ultimi regali di Natale.
Ma noi siamo a Bologna per un altro obiettivo: il Locomotiv Club ospita infatti uno dei tour più attesi dell’anno da parte del pubblico underground affamato di sonorità psichedeliche. Forti di “Ilion”, album di cui abbiamo ampiamente parlato su queste pagine e per il quale abbiamo intervistato Jean Fossat, i francesi Slift calano così in terra italiana per tre date, accompagnati dalla formazione emiliana dei Valerian Swing, freschi anche loro di uscita con il nuovo disco “Liminal”, che aggiunge un ulteriore tassello di elettronica al loro post-rock denso e lisergico proposto dal pacchetto.
Una serata non per tutti i palati, ma che ha attirato nel locale bolognese almeno duecento persone incuriosite e sospinte, forse, anche dal clima festivo nell’aria.

Arriviamo al Locomotiv per l’apertura delle porte e ci fiondiamo immediatamente al banco del merchandise che, oltre a dischi e magliette, offre anche un bellissimo poster di “Ummon”, il lavoro precedente dei francesi headliner della serata.
Fatti i dovuti acquisti, il tempo di prendere una birra e sono appunto i VALERIAN SWING a prendersi la scena con i loro synth e soprattutto i loro visual in bilico fra il disturbante e l’ipnotico.
Se già con “Nights” il suono della formazione di Correggio era già passato dall’essere più post-rock ad orientarsi verso un misto di synth e rock elettronico, “Liminal”, del quale campeggia in bella vista il quadrato rosa in tutti i video che accompagnano il concerto, approfondisce ulteriormente il concetto. Nondimeno, il lavoro della band e la sua resa dal vivo risultano molto interessanti, nonostante una evidente differenza in termini di sonorità con quello che verrà suonato dal trio che li seguirà.
Gran parte della scaletta è dedicata al nuovo disco, come l’apertura affidata alle atmosfere di “Pond Riddim” e della successiva “Home”, mentre spicca in particolare “Badman (Ting)”, il pezzo con il featuring del leggendario rapper britannico Flowdan – ovviamente in questo caso registrato – mentre i video seguono fedelmente quanto riprodotto sonoramente trasformandolo in una sorta di storia fantascientifica, fra il cubo rosa della copertina che sfreccia in innumerevoli immagini che rendono il live molto intrigante. Certamente la musica dei Valerian Swing richiede un po’ d’attenzione per essere compresa, ma il trio si porta a casa un ottimo concerto che ha fatto indubbiamente felice chi è fan delle derive più elettroniche post-Mogwai e dintorni, anche grazie alla parte visiva che ci trasporta in atmosfere in bilico fra David Lynch e la fantascienza più pura.

Non passa nemmeno mezz’ora dalla conclusione del concerto dei Valerian Swing che salgono finalmente sul palco gli headliner della serata: con di sfondo il loro logo che gira come un pianeta, gli SLIFT irrompono sulle note di “Ilion”.
Ci aspettavamo che sarebbe stato uno show travolgente e nessuna delle nostre aspettative è stata delusa: i fratelli Fossat sono una macchina collaudata, sospinta dalla batteria di Canek Flores che si agita nello spazio cosmico con una combustione di riff e sintetizzatori.
Chi ha almeno visto una volta nella vita un certo tipo di musica live ha probabilmente in testa il concetto di ‘muro di suono’: nel caso degli Slift, esso sembra prodotto da una astronave in procinto di alzarsi per volare nello spazio profondo a esplorare nuovi mondi.
Dopo ben tredici minuti di canzone è il turno di “Nihm”, altro estratto dall’ultimo lavoro in studio che, anche qui, esplode in una apoteosi di effetti di luce volutamente disturbanti ( di quelli decisamente non ideali per chi purtroppo ha patologie al sistema nervoso). I video, infatti, fungono da contrappunto perfetto all’energia devastante del trio che, come uno sciame di meteoriti, continua a colpire le nostre orecchie con estratti dagli altri dischi, in particolare “Ummon” e “Altitude Lake”, salutate con molto piacere dai presenti.
Con soli quattro pezzi siamo già a metà della scaletta, ma la formazione non accenna a mollarci per un secondo suonando anche tre pezzi non ancora pubblicati, già in scaletta dall’inizio del tour americano, che verranno probabilmente prima o poi raccolti in un EP apposta, mettendo di nuovo in mostra l’abilità e la perizia tecnica del trio e la loro capacità di passare dagli assoli alla Hendrix al rock elettronico dei tedeschi Can.
Dopo un’immancabile “Weaver’s Welft”, il gran finale non può che essere lasciato a “Lions, Tigers and Bears”, il pezzo conclusivo di “Ummon” che tira fuori il lato più punk e scatenato della formazione, accolto con un’ovazione dal pubblico, mentre, come una sorta di outro, il tutto sfuma in un estratto di “The Story That Has Never Been Told”, l’ultimo brano del monumentale “Ilion”.
Non sembra quasi essere passata un’ora e mezza quando tocca congedarci dall’ottima performance e, sinceramente, saremmo pure stati ad ascoltare gli Slift per altre due ore: il combo francese ci ha stregati e ci ha portati nello spazio intergalattico grazie al proprio innegabile talento che gli sta fruttando grande notorietà nell’ambiente heavy-psych. Notorità che, speriamo, li porti presto di nuovo sui nostri lidi.

Setlist Slift:
Ilion
Nimh
Ummon
Altitude Lake
Faker
Orbit Tertius
Secret Mirror
Weavers’ Weft
Lions, Tigers and Bears
The Story That Has Never Been Told

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