08/10/2024 - SONATA ARCTICA + FIREWIND + SERIOUS BLACK @ Hall - Padova

Pubblicato il 11/10/2024 da

Report di Federico Orano
Fotografie di Enrico Dal Boni

Doppio appuntamento italiano per il tour che porta in giro per l’europa tre band di scuola power metal: i tedeschi Serious Black, forti del loro sesto (!) disco in studio “Rise Of Akhenaton”, i greci Firewind spinti dall’estro di Gus G, talentuoso chitarrista ellenico, e gli attesissimi finlandesi Sonata Arctica che, esattamente un quarto di secolo fa, esplodevano nel mondo del melodic power metal con un disco che ha fatto innamorare una generazione intera, “Ecliptica”, e che quest’anno sono tornati in pista regalando alcune vibrazioni positive rituffandosi su sonorità powereggianti con “Clear Cold Beyond”.
E’ un martedì uggioso, con una pioggia ininterrotta fin dalle prime ore della mattina: tutto fa presagire ad una serata sottotono e invece all’Hall di Padova si sono riversati molti fan per sostenere la buona musica che torna nella Città del Santo all’interno di una venue – vogliamo ancora una volta sottolinearlo – altamente professionale per lo svolgimento di concerti di questa caratura.
Un’organizzazione precisa che ha rispettato tutti gli orari, garantendo suoni adeguati e rendendo la serata molto piacevole.


Nei trentacinque minuti a disposizione, i tedeschi SERIOUS BLACK hanno fatto il loro senza alcuna sbavatura e caricando i presenti con il loro power metal a cavallo tra Firewind e primi Kamelot.
Quello che nacque come un supergruppo ormai diversi anni fa, nel 2015, con Roland Grapow (ex Helloween) e Thomen Stauch (ex Blind Guardian), si è man mano accomodato su una formazione senza grossi nomi al suo interno, ma forte invece di un bravo frontman come Nikola Mijić (che ricordiamo anche negli Eden’s Curse), grintoso e abile nel muoversi tra passaggi più solidi ad altri più acuti, lo show diventa molto coinvolgente.
La loro proposta è a tratti un po’ scontata, ma potendo pescare da ben sei dischi, tra cui l’ultimo “Rise Of Akhenaton” rilasciato solamente qualche settimana fa, ne esce una setlist più che discreta. Aldilà dei brani, è l’approccio dei cinque musicisti sul palco a fare la differenza: carichi e bravi a far entrare il pubblico nel vivo della serata coinvolgendoli con alcuni cori, in particolare durante l’inno “Serious Black Magic”.
Il bassista Mario Lochert tira fuori anche qualche parola in italiano, merito delle sue vacanze estive in riviera romagnola, come racconta lo stesso musicista tedesco. “Akhenaton” – che apre le danze – è un pezzo quadrato e grintoso, così come la powereggiante “Metalized” mentre il power più melodico di “Senso Della Vita” sembra fatto apposta per il pubblico italiano. Complimenti ai Serious Black, appassionati ed energici; non si può chiedere di più ad un gruppo posto in apertura.

I FIREWIND sono una sicurezza! Basterebbe menzionare il virtuoso chitarrista Gus G ed il suo tremendo talento alle sei corde per rendere gustoso il loro show. Ovviamente il musicista greco si è circondato di altrettanti colleghi preparatissimi, in particolare ci ha sorpreso il bravissimo batterista Jo Nunez, tecnico e grintoso al punto giusto.
Il sound della band ellenica, diventato sempre più heavy – come dimostra l’ultimo disco “Stand United” dato alle stampe quest’anno – è compatto e possente.
La scaletta pesca parecchio delle ultime release: “Fallen Angel” con il suo riff infuocato e la vibrante “Destiny Is Calling” con un ritornello profondo, sono due brani ruvidi e corposi, che il bravo Herbie Langhans (presente, ricordiamo, in molte band della scena tedesca come Sinbreed e Seventh Avenue ma anche come corista di Avantasia) è perfetto per interpretare.
Non mancano alcuni pezzi estratti dal passato del gruppo, come la scrosciante “Destination Forever” – estratta dal debutto “Between Heaven And Hell” – che scorre via rapida e la possente “I Am Anger”, da puro headbanging, dal disco “Burning Earth”.
Ma tra i momenti forse più apprezzati dell’intero show bisogna menzionare la strumentale “The Fire And The Fury”, eseguita alla perfezione da un esaltatissimo Gus, e poi i ritmi coinvolgenti della possente “Ode To Leonidas”. Nessun pezzo estratto invece da quello che per molti rimane il disco migliore della band, “The Premonition”, se non la cover di “Maniac”, posta in chiusura e che onestamente ha funzionato alla perfezione per chiudere con i fuochi d’artificio coinvolgendo anche chi non conosceva il gruppo ellenico. Uno spettacolo solido ed infuocato.

Setlist Firewind
Fallen Angel
World On Fire
Destination Forever
Destiny Is Calling
I Am The Anger
The Fire And The Fury
Ode To Leonidas
Chains
Rising Fire
Maniac (Michael Sembello cover)

Tocca infine agli headliner della serata e alla band decisamente più attesa: lo dimostrano le tante t-shirt con su stampato il logo SONATA ARCTICA che si intravedono tra la folla, abbastanza numerosa, contando – come detto in precedenza – di essere in un piovoso martedì sera di Ottobre.
Spaccando il minuto, ecco entrare uno ad uno i musicisti finlandesi, che aprono lo show con l’opener del nuovo disco, “First In Line”.
Dobbiamo ammettere che i nuovi brani hanno un buon impatto anche dal vivo: la band è particolarmente carica, forse non si aspettava, appunto, in una serata come questa e in una cittadina forse mai sentita nominare prima come Padova, un seguito così caloroso.
Tony Kakko in particolare dimostra di essere molto a suo agio vocalmente: certo, i nuovi pezzi sono studiati per non impegnarlo particolarmente su note elevate e la stessa scaletta evita i brani storici più ostici (alla “Blank File”, per intenderci) da cantare, ma il cantante nordico porta a casa una prestazione davvero coi fiocchi, utilizzando appunto toni  più pieni e profondi.
Dal recente “Clear Cold Beyond” vengono quindi estratti quattro canzoni, tra le quali spiccano la rapida e powereggiante “California” e la teatrale “Dark Empath”. I cinque musicisti proseguono lo show senza sbavature, e se in alcuni brani l’utilizzo di basi preregistrate è necessario – vedi la stessa “Dark Empath”, con i suoi cori e le orchestrazioni possenti – nel complesso ciò non è risultato eccessivo.
La canticchiabile “I Have A Right” è ormai appuntamento fisso all’interno della setlist dei Sonata Arctica ed il pubblico sembra essere molto legato ad essa; il ritornello a mo’ di filastrocca è altamente canticchiabile e coinvolge molti fan. Tra i momenti migliori dello show troviamo poi certamente “The Last Amazing Grays”, capace di conquistare con i suoi cambi di ritmo e le sue melodie calde ed intime. Tommy Portimo dietro le pelli spinge forte: il batterista è membro storico della band e ricordarlo attorno all’anno 2000, magro e certamente meno sicuro alla batteria, ci fa sorridere. Degno di nota anche il lavoro preciso di Elias Viljanen alla chitarra, capace di regalarci assoli puntuali e fedeli. Non convince del tutto “Broken”, colpa forse di alcuni arrangiamenti e dello stesso cantato di Kakko, che si discostano un po’ troppo dalla versione originale.
Arrivati a questo punto dello show, con un Tony Kakko sempre molto loquace (forse anche troppo: si perderà diverse volte in lunghi discorsi, apprezzabili certo, ma piuttosto avremo preferito un paio di pezzi in più!), si ha come la sensazione – forse avvertita dai fan più datati – che la band dopo aver eseguito le composizioni più recenti, sia quasi ‘obbligata’ a dare al pubblico ciò che vuole ascoltare ‘davver’, e si entra così in una fase esaltante con pezzi estrapolati da “Ecliptica”, debutto del 1999, e “Silence” del 2001.
Insomma, forse si potevano alternare durante la scaletta senza una divisione così perentoria, ma tant’è: la lenta “Tallulah” riporta tutti all’adolescenza; quante volte un’intera generazione si è chiusa in camera cantando a squarciagola il testo (semplice) di questo brano! E a seguire, il trittico estrapolato dal disco d’esordio infiamma letteralmente la platea: “Replica” continua su ritmi cadenzati ma alza in coro molti dei presenti, la powereggiante “My Land” esplode con tutta la sua carica e l’immancabile “FullMoon” fa tremare le fondamenta dell’Hall di Padova!
La band saluta i presenti ma torna ben presto sul palco acclamata da tutti, con un encore che prevede prima la scintillante “Flag In The Ground” poi la possente e sempre presente “Don’t Say A Word” con il suo incedere molto travolgente. I saluti arrivano sulle note della breve outro “Vodka”, una tradizione ormai immancabile.
Si chiude quindi uno show scintillante e preciso per i Sonata Arctica, anche sopra le aspettative, con l’unica pecca di una setlist che poteva essere leggermente più lunga.

Setlist Sonata Arctica:
First In Line
Dark Empath
I Have A Right
California
Angel Defiled
Broken
The Last Amazing Grays
Tallulah
Replica
My Land
FullMoon

Flag In The Ground
Don’t Say A Word
Vodka (outro)

SERIOUS BLACK

FIREWIND

SONATA ARCTICA

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