A cura di Andrea Raffaldini
Foto di Federico Rucco
Il Castello Scaligero di Villafranca ogni anno ospita una serie di eventi musicali di grande spessore ed intensità. Una location suggestiva, con le sue mura che circondano palco e pubblico, con la fresca erba che mette a proprio agio gli avventori e con una resa acustica capace di far apprezzare ogni nota suonata. Quale migliore situazione per ospitare due grandi band come Wolfmother e Soundgarden? I fan hanno iniziato a confluire diverse ore prima dell’inizio dei concerti, affollando le spine delle birre nei chioschi, il tutto in un’atmosfera di grande relax ed allegria. Quando l’orologio segna le 20.00 in punto, lo spettacolo ha inizio.
WOLFMOTHER
Il trio australiano sale sul palco accolto da un grande applauso generale. “Dimension” e “New Moon Rising” danno inizio allo show di Andrew Stockdale e compagni. Si capisce subito che la band, da poco riformata e con il nuovo “New Crown” in circolazione, ha voglia di spaccare, di regalare tonnellate di adrenalina. La chitarra di Stockdale sciorina riff acidi nella miglior tradizione del rock anni Settanta. Vin Steele alla batteria non si perde in chiacchiere, ma preferisce sfoderare i muscoli e picchiare come un fabbro per tutto il concerto. Altrettanto convincente il bassista Ian Peres, un vero animale da palcoscenico che si alterna tra basso e tastiere, fondamentale per la sezione ritmica della band. Nell’ora a disposizione, i Wolfmother suonano grandi classici e brani più recenti, da “Enemy Is Your Mind”, “Apple Tree”, “California Queen” a “Colossal”. La voce di Stockdale è sempre squillante e sicura, così come gli assoli partoriti dalla sua Gibson, precisi e con quel gusto old-fashioned che arriva dritto al cuore dei rocker più stagionati. Il cantante/chitarrista ci allieta chiamando la sua figlioletta sul palco a ballare per l’intera durata di un brano, tra i sorrisi e gli applausi del pubblico. Il tempo sta per scadere, “The Jocker And The Thief” è l’ultimo capitolo di un concerto davvero energico e di gran classe, che ha saputo coinvolgere i presenti facendoli cantare e ballare per tutta l’ora a disposizione. I Wolfmother hanno dimostrato ancora una volta di essere più in forma che mai.
Scaletta:
Dimension
New Moon Rising
Woman
Enemy is in Your Mind
White Unicorn
How Many Times
Apple Tree
Heavy Weight
Vagabond
California Queen
Colossal
The Joker And The Thief
SOUNDGARDEN
Il Sole sta tramontando e il clima fresco ci accarezza mentre, sorseggiando la nostra birra gelata, attendiamo l’arrivo degli headliner. Chris Cornell ed i “suoi” Soundgarden si presentano sul palco accolti da un’ovazione generale. La band di Seattle è in tour per festeggiare i vent’anni di “Superunknown”, disco diventato ormai un classico della scena grunge. Lo show inizia con “Searching With My Good Eye Closed”, tratta da “Badmotorfinger”. Si continua con le mitiche “Spoonman” e “Flowers”, tutte cantata a squarciagola dal pubblico nelle prime file. La band suona affiatata e precisa e lo stesso Cornell offre una buona performance. Certo, la voce non è più quella degli anni Novanta, le imprecisioni non sono mancate, ma rispetto a disastrosi concerti del passato, questa volta il cantante americano viene promosso a pieni voti dai presenti. L’assenza del batterista Matt Cameron, impegnato in tour con i Pearl Jam, non ha pesato sul concerto, grazie al fantastico sostituto che risponde al nome di Matt Chamberlain. Preciso, potente e dinamico, il batterista si è fatto apprezzare grazie alla sua classe sopraffina che gli ha permesso di entrare in piena sintonia con il resto del gruppo. Lo show prosegue con “Outshined” e con il cavallo di battaglia “Black Hole Sun”, uno dei pezzi più conosciuti in assoluto dei Soundgarden. Cornell interagisce con il pubblico, addirittura raccoglie una bandiera italiana da un fan e la indossa sopra il capo per rendere omaggio ad un Paese che ha sempre sostenuto la sua band. “The Day I Tried To Leave”, “Superunknown”, “Fell On Black Days” sono solo alcune delle perle che la formazione ha suonato in maniera energica per arrivare dritta al cuore dei fan. Il fido Kim Thayil alla chitarra non ha perso il tocco degli anni d’oro e, a parte qualche pelo bianco in più nella sua barba, sembra di rivivere i gloriosi Nineties, quando il grunge dominava le classifiche. Il concerto volge verso la conclusione senza cali di intensità, “Rusty Cage “ e “4th Of July” danno vita ad un gran finale col botto. Non è ancora tempo dei saluti, perché i Soundgarden ci concedono un paio di grandi bis: “Let Me Drown” da “Superunknown” e la grandiosa “Beyond The Wheel”, tratta dal disco di debutto “Ultramega Ok” del 1988, mandano in estasi le migliaia di persone all’interno delle mura del Castello Scaligero. Suoni impeccabili, una location fiabesca ed un concerto ad alto tasso emotivo sono gli ingredienti che hanno reso unica questa serata. Durante il percorso verso l’uscita dalle mura del castello, sentiamo soltanto commenti entusiasti dalle persone, giovani e meno giovani, che per quasi due ore hanno rivissuto quella magia nata a Seattle ormai trent’anni fa. Ora non ci resta che attendere nuova musica firmata Soundgarden, perché Chris Cornell ed i suoi colleghi hanno dimostrato di essere ancora una grande band con tutte le carte in regola per sfornare canzoni memorabili.
Scaletta:
Searching With My Good Eye Closed
Spoonman
Flower
Outshined
Black Hole Sun
Jesus Christ Pose
Blood on the Valley Floor
Been Away Too Long
The Day I Tried to Live
My Wave
Superunknown
Blow Up the Outside World
Fell on Black Days
A Thousand Days Before
Burden in My Hand
Rusty Cage
4th of July
Let Me Drown
Beyond the Wheel