L’appuntamento di stasera ci strappa dal divano in un giovedì sera d’autunno qualsiasi, in un’epoca nella quale abbiamo perso l’abitudine ad uscire dopo cena, figuriamoci quella ad andare a vedere un concerto. La data è arrivata a sorpresa, nel più puro spirito del DIY, e ha luogo in una piazza atipica – e, diciamolo – più ostica delle ben più usuali Bologna o Padova. Ferrara è un piccola città all’estrema periferia orientale dell’Emilia, realtà sonnacchiosa e diffidente che ha nel tempo ospitato piccole realtà della musica ‘alternativa’ (Zu, Ovo, The Hormonas) e giganti della discografia mondiale (Pixies, Sigur Ros, Sonic Youth, tra i tanti) senza riuscire però mai ad accreditarsi come tappa irrinunciabile nei piccoli e grandi tour, ad eccezione del grande evento estivo che è ‘Ferrara sotto le stelle’, appuntamento più che ventennale. Il Black Star è attualmente rimasto l’unico posto in città nel quale suonare: un circolo piccolo ma curato, con un interno accogliente, tavoli e sedie in legno e una spillatrice di qualità. C’è poca gente quando arriviamo, ma nel giro di una mezz’ora i posti a sedere si riempiono: non sono previsti artisti di supporto, quindi alle dieci spaccate i musicisti romani salgono sul palco e ha inizio lo show.
E’ una formazione a tre (Salvatori, Conte, Freda) quella che attacca con “The Shining Circle”, primo tra i numerosi estratti dal fortunato “Armageddon Gigolo” disco-capolavoro che nel 2006 traghetta gli Spiritual Front oltre i circoli ristretti del dark e del neofolk/industrial, ambienti nei quali la band di Simone ‘Hellvis’ Salvatori getta le proprie – oscure – basi (col debutto “Songs For The Will” e il successivo “Nihilist Cocktails For Calypso Inferno”, usciti attraverso le storiche etichette Old Europa Cafè e Misty Circles). Un’etichetta che sta stretta ad una band il cui suono si è arricchito, con gli anni e le uscite discografiche, di sfumature e colori, caldi come le influenze country rock di “I Walk The (Dead)line” e che, in generale, sorreggono un live dinamico, che in diverse condizioni porterebbe inevitabilmente a muoversi, persino a ballare. Non solo country e rock’n’roll: in “Bastard Angel” ad esempio è il tango a fondersi con una struttura a metà tra darkwave/neofolk e pop colto, mentre “No Kiss On The Mouth” è un vecchio brano, ri-arrangiato e nuovamente proposto in una versione meno cupa proprio in “Armageddon Gigolo”. Simone è un frontman istrionico, magnetico eppure sorridente e affabile, che si prende il tempo di chiacchierare con il pubblico tra un pezzo e l’altro, raccontando aneddoti vari (tipo quando la band ha ‘quasi’ lavorato con Ninetto Davoli, alludendo al video di “Song For The Old Man”, che vede protagonista un altro grande del cinema italiano, Gianni Garko). E il cinema è un altro elemento che ispira e arricchisce l’universo degli Spiritual Front, tant’è vero che durante la performance vengono proiettate scene de l’”Accattone”, opera prima di Pasolini come regista, epopea tragica di un giovane che vive di espedienti e di un corollario di personaggi che come lui conoscono solo la miseria, morale prima che materiale. Una pellicola ‘forte’, così come i testi di Simone. La musica del gruppo romano è densa di emozioni: malinconia, disillusione, amori disperati e sesso senza romanticismo. Ballate storte, come la bellissima “Slave”, con un incipit di pianoforte un po’ da osteria e un po’ da cabaret preso in prestito dall’ironica “Amanti Tristi” dei concittadini Ain Soph. Eccole qua le radici neofolk e post-industriali, riviste in senso più ampio, con arrangiamenti che su disco prendono dal pop più raffinato e ‘alto’, tipo i R.E.M. di “Out Of Time” (pensiamo all’uso degli archi) e che in sede live acquistano invece una forza molto più istintiva e viscerale. Quella che abbiamo il piacere di vedere è una band in ottima forma, affiatata e capace di coniugare tecnica e cuore, oltre che di offrire una chiave di lettura un po’ diversa dei brani rispetto a come li conosciamo su disco, caratteristica che rende ulteriormente interessante l’esperienza del concerto. Citiamo ancora “Jesus Died In Las Vegas”, altra perla oscura impossibile da non cantare, che per un attimo si trasforma in “Jesus Died In Ferrara”, segno che ironia e autoironia sono doti che non mancano ai musicisti romani, cosa non scontata per una band che di traguardi importanti ne ha tagliati parecchi (tour e grandi festival europei, collaborazioni con membri di L’ Âme Immortelle, Ordo Rosarius Equilibrio e perfino la partecipazione alla colonna sonora del secondo capitolo della saga americana horror “Saw”). E infine “Cold Love (In A Cold Coffin)” e “Darkroom Friendship” da “Rotten Roma Casino”, altri due pezzi altamente ballabili, che acquistano velocità e durezza nella trasposizione live. Oltre un’ora di musica (ma onestamente non abbiamo controllato l’orologio) al termine della quale il buon Simone si è reso disponibile per chiacchierare coi fan e dare indicazioni sugli altri fronti musicali che vedono coinvolti lui e Francesco Conte: The Lust Syndicate, NerOmega e Sabbatonero, il progetto benefico di caratura internazionale nato proprio dalla collaborazione tra Conte e Tony ‘Demolition Man’ Dolan dei Venom Inc. Una bella serata e un live godibilissimo, anche per merito di acustica e suoni ottimi, in compagnia di una formazione di spessore, che pur essendo fuori dai canonici confini del metal gli è certamente affine per formazione artistica e attitudine. Se potete, siate curiosi e regalatevi una serata in compagnia degli Spiritual Front.
Setlist:
The Shining Circle
Cold Love (In A Cold Coffin)
I Walk The (Dead)line
Darkroom Friendship
Jesus Died In Las Vegas
Hey Boy
Disaffection
No Kisses On The Mouth
Slave
Pain Is Love
Tenderness Through Violence
Bastard Angel