07/05/2023 - SUFFOCATION + FULCI + HOBOS + FATE UNBURIED @ Centro Sociale Rivolta - Venezia

Pubblicato il 11/05/2023 da

Stanno per scattare le ore 20 di una tiepida giornata primaverile quando facciamo il nostro arrivo al CS Rivolta di Marghera, in provincia di Venezia. Il parcheggio è già occupato quanto basta, e all’interno della venue troviamo una situazione piacevole e positiva: qualcuno si sfama con pizze e cicchetti tipici, preparati dalla cucina del Rivolta, mentre qualcun altro si disseta aspettando l’inizio del concerto.
La serata è presentata da Versus Music Project, in collaborazione con il collettivo Trivel, due realtà sempre più forti e presenti, soprattutto nel post-pandemia. In seguito alla buona riuscita dell’agosto scorso con i Suffocation al CS Bocciodromo di Vicenza, i due collettivi riportano la band americana in Veneto; questa volta la line-up è composta anche da Fulci, Hobos e Fate Unburied.
Il quintetto di New York è all’ennesimo tour europeo nel giro di pochi mesi (passando anche per il Bloodshed Fest), e sta tuttora raccogliendo i frutti dell’ultima release, “Live In North America”, un insieme di brani dal vivo che disegna le ultime apparizioni della band con il leggendario cantante Frank Mullen, recentemente sotituito da Ricky Myers.
Nel frattempo continua l’attesa per l’uscita di un nuovo album, ma ogni occasione è buona per vedere in azione Terrance e compagni. Approfittiamo che vengano compiuti gli ultimi aggiustamenti al soundcheck per salutare qualche faccia conosciuta, prima di entrare nelle sale del centro sociale.


A rompere il ghiaccio sul palco del Rivolta ci pensano i FATE UNBURIED, quartetto del vicentino. I ragazzi aprono le danze nel Nite Park, una sala lunga, bassa e rettangolare le cui luci poste solamente sopra al palco all’estremità del locale creano un effetto da venue oscura, molto in tema con la serata proposta.
I nostri iniziano belli convinti, sparando un bel sound definito e asciutto che spinge una cinquantina di persone ad addentrarsi lungo la sala per osservare lo show. La formazione di Vicenza propone un metalcore particolarmente incline ai tecnicismi, mescolando melodie, velocità e tempi storti, una fusione per nulla spiacevole, capace di esprimere ambizione e coraggio: i singoli “Sapphire” e “Dehumanized Society” convincono infatti i presenti grazie ai giochi di groove, principalmente scoccando vivaci ripartenze ben riuscite, in seguito a sezioni più rallentate.
I ragazzi ringraziano l’organizzazione per la serata e ripartono con un brano dal tiro più spinto che porta ad un timido pogo di fronte al palco, mentre la sala continua a riempirsi. Un altro paio di pezzi ben eseguiti, “Too Many Bodies” compreso, portano al termine un set dalla buona prova tecnica, concludendo con una serie di fraseggi melodici dall’aria estiva, molto apprezzati dal pubblico.
Passano venti minuti, il tempo strettamente necessario per un rapido linecheck e sul palco prendono posto gli HOBOS: i ‘barboni’ giocano in casa, e sono dei veri e propri local heroes, con alle spalle un’attività di oltre dieci anni.
La loro proposta è un death’n’roll senza dubbio accostabile ai primi Black Breath e l’ultimo album, “Nell’Era Dell’Apparenza” è stato rilasciato dall’italiana Spikerot Records nel gennaio 2019.
Per l’occasione, si presentano sul palco con una formazione a tre chitarre dal sound a motosega, pronte a tirare giù tutto a suon di riffoni. Partono infatti caldissimi, e il muro sonoro dei chitarroni fa avvicinare ai piedi del palco un bel numero di fan – ormai nel Nite Park i presenti superano le duecento unità e la temperatura inizia a salire.
“Comincio A Capire”, brano tra i più noti, dà il via al mosh nelle prime file e ai primi accenni di singalong, mentre sezioni ritmiche ruotano con agilità tra rasoiate inferocite e accellerate repentine; i brani presentano un tiro da impennate in pista e non escludono la presenza di blast beat che trapanano le orecchie dei presenti compiaciuti.
Alla prima pausa sentiamo le prime blasfemie urlate dalle retrovie, qualcuna addirittura unita a tipiche espressioni veneziane, segnali del generale entusiasmo crescente man mano che passano i minuti.
I brani ruotano uno dopo l’altro, eseguiti a dovere con precisione e con attitudine da vendere: la rapidissima “666” e “Nel Nome Del Male” provocano continue manganellate tra nelle prime file, qualche malcapitato cade a terra ma viene prontamente recuperato nell’ilarità e nel divertimento generale. Il sound tritacarne ci investe come un treno in corsa, complici inoltre le cavalcate e le rullate martellanti dietro alle pelli, in più Fabione ruggisce ferocemente in faccia ai presenti, scendendo per urlare tra loro durante l’ultimo pezzo. “Muori Sbirro” e “Fino Alla Fine” chiudono uno show di pura qualità dalla scaletta impeccabile, confermando per l’ennesima volta il valore di questa band. Gli Hobos non si smentiscono mai.
La batteria che forma parte della backline utilizzata dalle band in apertura viene tolta di mezzo per lasciare spazio ad un proiettore, pronto a rendere omaggio al padre del cinema gore con la performance dei FULCI.
La formazione casertana è fresca di una nuovissima e interessante release: “Tropical Sun – The Short Movie”, un cortometraggio ispirato al concept dell’omonimo album, a sua volta basato su “Zombi 2”, la cui colonna sonora vede la firma della band stessa e di TV-Crimes.
Una colata di fumo proveniente da sotto le luci color verde veleno accompagna le prime visual dall’immaginario morboso, ed il pattern dei sintetizzatori su “Glass”, usata come intro, creano un’atmosfera spettrale, aspettando ‘il quattro’. Il pit si apre immediatamente alle prime note di “Tomb” e continua senza sosta con “Apocalypse Zombie”.
Il sound robusto e lancinante della drum machine agisce sui nostri timpani come un martello pneumatico, ed il tutto è reso ancora più imponente dall’aiuto di Leandro Ferraiuolo alla seconda chitarra. Mentre il quartetto carichissimo esegue “Lonely Hearts” e “Tropical Sun”, scattano vari tentativi di crowd surfing nelle prime file, che non arrestano comunque il pogo innescato a tempo con gli efficaci cambi di groove. Viene dato vita anche al primo circle pit della serata grazie alle ripartenze vertiginose, riff di fuoco in tremolo picking e sezioni più slam molto efficaci nel riaprire il pit. Dome e soci transitano poi inarrestabili per “Among The Walking Dead”, “Legion Of The Resurrected” e “Nightmare”, tra le prime file ci si spinge senza controllo e un paio di fan salgono sul palco per lasciarsi andare all’headbanging, prima di tuffarsi in stage diving.
Scorrono le ultime note di una scaletta condensata per ovvi motivi di minutaggio, ma nonostante ciò eseguita ad hoc senza nemmeno l’ombra di una sbavatura, lasciando ogni spettatore elettrizzato dalla validissima performance dei nostri. Svariate corna al cielo vengono alzate per rendere omaggio al quartetto campano, che abbandona il palco dopo aver ringraziato di cuore i fan e l’organizzazione.
È il turno dei SUFFOCATION, headliner della serata: il quintetto newyorkese è in tour in Europa da circa un mese, e si presenta sullo stage del Rivolta in perfetto orario.
Il nuovo frontman Ricky Myers, al fine di invitare gli spettatori nel farsi ancora più avanti, sale sulle casse spia urlando un grosso “Italiaaa” e trovando immediatamente un ottimo riscontro.
Gli americani iniziano il set andando dritti al sodo, senza particolari fronzoli: tecnicissimi, brutali e veloci, includendo ovviamente anche i loro breakdown da picconate sulla schiena. La loro performance è in assoluto al di sopra della media, prendendo in causa tutti i reparti d’esecuzione; a tal proposito, Terrance Hobbs sforna una mole di riff e assoli chirurgici che fanno impazzire fin da subito gli astanti nell’elogio dei tecnicismi.
La scaletta proposta è composta per tre quarti da una serie di classici estratti da “Effigy Of The Forgotten” e “Pierced From Within”, con l’aggiunta di un paio di singoli più recenti. Il sound che si propaga dall’impianto è quadrato e nitido, nonostante le alti dosi di gain e il vortice di beat folli di Eric Morotti, il quale provoca vari copiosi episodi di air drumming nelle prime file, durante i blast di “Catatonia”. Il pubblico reagisce benissimo e alla prima pausa scattano vari ‘pugnetti’ d’intesa tra i fan a bordo palco e i membri della band, prima di ripartire caldissimi con “Clarity Through Deprivation” ed “Effigy Of The Forgotten”.
Myers capisce di avere tutti dalla sua parte e ci invita ad aprire il pit per dare il via alle mazzate e ovviamente ‘incoraggiamento ha subito presa sui fan, scatenando nella sala del Rivolta pogo e qualche (difficile) tuffo da bordo palco. La band ringrazia calorosamente per la risposta dei fan dopo ogni singolo brano, anche se il feedback più molesto viene compiuto durante “Pierced From Within”: bestemmioni urlati tra i presenti, stage diving e braccia al cielo nei rallentamenti che ci pugnalano con il groove.
I Suffocation sono padroni sia sopra che sotto le assi del Rivolta: l’esecuzione è perfetta in ogni suo aspetto, fino all’ultimo dettaglio, Myers urla come un toro incazzato, Morotti infila con precisione un blast dopo l’altro e anche Charlie Errigo esibisce le proprie eccellenti abilità tecniche con battaglie di assoli.
“Infecting The Crypts” chiude il set dopo l’ennesimo ringraziamento, verso l’ondata di corna al cielo che gran parte del pubblico presente mostra in segno di rispetto. È l’ultima occasione per i sopravvissuti al fine di picchiarsi ancora in un circle pit e fare headbanging al cambio di groove, mentre il quintetto americano scocca le ultime accurate frecce prima di abbandonare il palco.
Nessun bis è concesso ma ciò nonostante, notiamo grande soddisfazione e piacere negli occhi dei fan, segnale decisamente positivo della perfetta riuscita della serata.

Setlist:
Thrones Of Blood
Jesus Wept
Catatonia
Clarity Through Deprivation
Effigy Of The Forgotten
Breeding The Spawn
Funeral Inception
Pierced From Within
Blind Torture Kill
Liege Of Inveracity
Infecting The Crypts

 

FATE UNBURIED

HOBOS

FULCI

SUFFOCATION

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