ANNOTATIONS OF AN AUTOPSY
Non c’è molta gente a sostenere gli Annotations Of An Autopsy questa sera. Il gruppo ha un pubblico molto giovane e questa sera ha evidentemente preferito rimanere a casa piuttosto che pagare una decina di sterline per vedere i nostri suonare per primi e per soltanto una ventina di minuti. La band, di conseguenza, si è esibita di fronte a qualche decina di persone pressochè immobili. Molti death metallers vecchio stampo guardavano gli AOAA con diffidenza, a causa dell’abbigliamento un po’ trendy e dei capelli corti, mentre i goth probabilmente si chiedevano che cosa mai stesse vomitando il corpulento frontman Steve Regan, l’unico dei suoi a impegnarsi davvero a fondo, nonostante l’ambiente freddino. Cinque pezzi suonati senza pause e tanti saluti… gli AOAA di certo non sono la miglior death metal band sulla faccia della terra, ma un feedback così poco entusiasta non lo si augura a nessuno.
GOTHMINISTER
Nonostante un’immagine onestamente un po’ ridicola (trucco pesantissimo, pose da “macho goth”, etc), i Gothminister hanno riscosso un certo successo fra il pubblico in sala. In verità, qualche decina di persone era lì solo per loro, quindi era prevedibile che il gruppo norvegese potesse trovare terreno fertile, ma bisogna dire che anche una buona percentuale degli altri astanti ha dimostrato di gradire il mix di industrial, gothic e metal del quartetto. Le ritmiche quadrate di parecchi dei pezzi proposti e la buona presenza scenica del frontman Gothminister hanno destato l’interesse di molti e, in generale, la band ha palesato sufficiente sicurezza ed esperienza da guadagnarsi il rispetto anche di chi non vedeva l’ora di godersi lo show degli headliner.
SAMAEL
Ci sarebbe piaciuto vedere i Samael esibirsi per qualcosa di più della mezz’ora loro concessa, ma purtroppo il tempo stringeva. In ogni caso, il quartetto svizzero ha saputo offrire ugualmente un buono spettacolo, sia a livello musicale che visivo. Ai lati del palco sono infatti stati allestiti dei teloni sui quali sono state proiettate delle suggestive immagini durante il breve show. Dal canto suo, la band non ha comunque risparmiato energie, mettendo in mostra la solita ottima presenza scenica. Vorph in primis si è confermato frontman assai carismatico, dominando la scena dal primo all’ultimo minuto. La setlist, come ovvio, è stata breve, tuttavia i Samael hanno avuto il buon gusto di pescare da un po’ tutti gli album recenti, offrendo quasi solamente le hit principali: “Reign Of Light”, “Rain”, “Black Trip” e “Slavocracy” su tutte. Si poteva fare qualcosina in più dal punto di vista dei suoni (un po’ impastate le chitarre), ma nel complesso si è comunque trattato di un concerto piacevole.
SUFFOCATION
Semplicemente favoloso, lo show dei Suffocation! Li abbiamo visti esibirsi spesso in Europa negli ultimi anni, ma questa sera il quintetto americano ha offerto una performance davvero degna dei tempi d’oro. Diversamente dalle ultime esibizioni, il gruppo si è preso pochissime pause e ha martellato i presenti per un’ora abbondante, proponendo, tra l’altro, una serie di pezzi che non sempre erano stati suonati di recente. Stiamo parlando di “Entrails of You””, ma anche e soprattutto delle datate “Catatonia” e “Brood Of Hatred”, accolte tutte benissimo da un pubblico in visibilio. Lo show, inoltre, è stato filmato da un paio di telecamere e, a detta del solito, simpaticissimo Frank Mullen, verrà incluso in un DVD di prossima pubblicazione. Speriamo davvero che ciò accada, perchè questa sera i Suffocation sono sembrati più che mai una macchina da guerra: presenza scenica d’altri tempi, esecuzione perfetta e suoni potentissimi. Quando la band ha dato il via al concerto con “Thrones Of Blood” ci è quasi sembrato di venire investiti da un treno in corsa! Memorabile poi il finale con “Infecting the Crypts” e “Liege of Inveracity”: il breakdown di quest’ultima – a distanza di 18 anni dal suo concepimento – è ancora in grado di far impallidire la totalità delle band metal/death-core del momento. E che dire del forsennato circle pit scattato all’inizio di “Infecting…”? Così come i Suffocation, il pubblico ha davvero dato tutto sì stesso. Insomma, c’è ora da sperare che questo incredibile stato di forma on stage si rifletta anche sul songwriting per il prossimo full-length: se così sarà, non avremo scampo!