21/08/2002 - SUMMER BREEZE 2002 – Prima Giornata @ Abtsgmund -

Pubblicato il 20/06/2003 da

Metalitalia non conosce limiti: dopo aver affrontato il fango di Wacken ed essere sopravvissuto alle gelide lande svedesi, il vostro sito preferito è tornato di nuovo nella terra dei crauti per assistere alla quarta edizione del Summer Breeze Festival, appuntamento estivo destinato agli amanti delle sonorità gothic metal ma che non disdegna puntatine nei generi più estremi, nel classic power e persino nell’hard rock più sanguigno! Durante i tre giorni della durata del festival alcune migliaia di persone hanno invaso il piccolo paesino di Abtsgmund (una sorta di Wacken in collina!), situato a circa un centinaio di chilometri da Stoccarda, animando questo festival che, pur essendo privo di quell’atmosfera unica che si respira solo in quel di Wacken ed essendo un po’ deficitario dal punto di vista dell’organizzazione in parte ancora “casalinga”, ha saputo offrire numerosi concerti di alto livello, regalando anche un paio di chicche come lo show dei redivivi Samael e quello dei gothic metallers per eccellenza, i Paradise Lost!

TIAMAT

L’organizzazione del Summer Breeze è solita dare spazio a numerosi gruppi emergenti o underground nelle prime ore di ogni giornata, dunque i concerti di band di una certa caratura iniziano solo nel primo pomeriggio, scelta che apprezzo in quanto da’ modo ai presenti di conoscere nuove band interessanti, di dare un’occhiata ai numerosi stand allestiti nell’area concerti senza perdersi gli show fondamentali o, per i più nottambuli, di riposarsi a dovere. Essendo arrivato sul posto solo in tarda mattinata ed avendo imprecato a dovere per trovare il campeggio e il press office, riesco a vedere solo di sfuggita le prove di SUIDAKRA e CRIMINAL (le quali mi sono parse più che discrete), mentre il primo concerto che riesco a visionare con l’adeguata attenzione è quello dei death-thrasher NIGHT IN GALES, all’opera sul Pain Stage, il minore dei due palchi allestiti. Un concerto davvero convincente che, a dispetto dei suoni scadenti, ha saputo intrattenere a dovere i già parecchi presenti. Ottima la prova del singer Bjorn e divertentissimo l’inizio sulle note della sigla del mitico telefilm “A-Team”! Pochi minuti dopo, sul Main Stage, è stato il turno dei dark rocker ENTWINE, i quali hanno  attirato soprattutto l’attenzione dell’audience femminile con la loro proposta a metà strada tra HIM e ultimi Theatre Of Tragedy. Bravi ma un po’ troppo tamarri, per i miei gusti. Il primo vero grande concerto della giornata è stato comunque quello degli HYPOCRISY di sua maestà Peter Tagtgren. La scaletta è stata la stessa del Wacken Open Air (e quindi parecchio simile a quella del No Mercy) e i nostri sono apparsi persino più in forma di allora, sfornando una prestazione da applauso che ha sancito definitivamente il ritorno della band nel pantheon dei migliori live act in circolazione dopo alcune prove non particolarmente brillanti offerte negli scorsi anni.
Dopo il concerto degli svedesi c’è stato il tempo di rifiatare (almeno per il sottoscritto) visto che il programma prevedeva le esibizioni dei RED AIM, band divertente ma il cui genere, hard rock, non è tra i miei preferiti, e degli EDGUY, band che, se ancora non si fosse capito, detesto! Le prove di entrambi i gruppi mi sono sembrate comunque buone, soprattutto quella degli Edguy, che hanno catalizzato l’attenzione di un grosso numero di presenti grazie ad una specie di best of show che ha passato in rassegna tutti i migliori brani della loro discografia. A chiudere la prima giornata di concerti ci hanno pensato gli ungheresi EKTOMORF, forti di un metal-core che molto deve ai Sepultura, insigniti del ruolo di headliner del Pain Stage in seguito alla defezione degli Skinlab, e i TIAMAT, headliner della giornata sul Main Stage. Johan Edlund, per non smentire la sua fama di tamarro, si è presentato con gli occhiali da sole quando l’orologio segnava ormai la mezzanotte, mentre il secondo chitarrista è apparso vestito e truccato come Ace Frehley dei Kiss (Edlund stesso lo presenterà ripetutamente alla folla chiamandolo Ace)! Tornando alla musica, il concerto è stato molto buono, quindi sugli stessi livelli di quello tenuto a Milano lo scorso marzo. La scaletta ha ovviamente privilegiato l’ultimo “Judas Christ”, ma non sono mancati alcuni classici come “The Ar” e la conclusiva “Gaia”. Come detto nel report del concerto primaverile, mi sarebbe piaciuto ascoltare anche qualcosa di più datato… ma credo che ormai sia tempo di rassegnarsi, i Tiamat ora sono un’altra band.

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