Report a cura di Edoardo De Nardi
Il pachidermico tour dei Sunn O))) tocca Bologna nel secondo dei tre appuntamenti live previsti per l’Italia, una generosa disposizione verso il nostro Paese che ha permesso a molti apprezzatori di assistere al sontuoso impatto che il duo Anderson/O’Malley, insieme agli altri tre session presenti sul palco, mette in scena in sede live. Ad accompagnarli a Bologna e nella successiva serata sono i The Secret, gruppo italiano ben noto agli americani, visto che tutto il loro materiale è stato pubblicato negli ultimi dieci anni proprio dalla famigerata Southern Lord di Greg Anderson; una scelta quindi logica e coerente con la filosofia artistica che abbraccia tutto l’operato dei Sunn O))). Forse memori dell’ipnotico spettacolo visto al Labirinto della Masone qualche anno fa (ultimo appuntamento del gruppo su suolo italiano fino ad oggi), sono in molti ad occupare il TPO nel corso della serata, incuriositi da questa nuova performance triviale della band e pronti a lasciarsi catturare dai drone catatonici che verranno sprigionati di lì a poco…
THE SECRET
Quello dei The Secret è sicuramente un nome già ormai ben affermato in Italia, forte delle sue innumerevoli presenze sui palchi nazionali e delle sue pubblicazioni ben ricevute un po’ ovunque nel corso degli anni; un nome sempre interessante da rivedere, soprattutto in questa serata, in quanto i toni della loro performance sono decisamente diversi rispetto agli headliner. In questo senso, il gruppo sembra giocare d’intelligenza, prediligendo il materiale più lento e cadenzato della sua discografia, insistendo particolarmente sulle canzoni dal riffing più atmosferico e ripetitivo, in una sorta di mantra velocizzato che fa di riverberi e delay il proprio cavallo di battaglia. Del resto, il sound del quartetto friulano deve molto, oltre che alle bordate black/crust più velenose, alla profondità dinamica dovuta a questo tipo di soluzioni in cui i Nostri sembrano trovarsi perfettamente a loro agio. Per contro, soprattutto nella prima parte della loro esibizione, risulta difficile comprendere nitidamente l’operato dei vari musicisti, forse complice un ambiente dedicato al concerto molto ampio e rimbombante. Già dalla metà del concerto le cose sembrano mettersi per il meglio, lasciando così risaltare la furiosa aggressività a cui i The Secret ci hanno abituato, che viene ben recepita anche dai presenti.
SUNN O)))
Che si tratti della prima volta o che si sia già avvezzi a quel che ci aspetta, uno spettacolo dei Sunn O))) rappresenta in ogni caso una prova di forza titanica, una sfida sensoriale inaudita che viene rinnovata nel tempo con intensità sempre maggiore ed opprimente, fino a raggiungere limiti estremi di sopportazione, facendoci aprire, quindi, alla possibilità di nuove esperienze non solo uditive, ma artistiche in generale. Il suono infinito, tuonante, abissale degli strumenti è importante tanto quanto la luce, il fumo, lo spazio e la materia che riempie la sala, e solamente il Tutto nel suo insieme può essere percepito ed assimilato nell’interezza della sua gravità e pesantezza dal pubblico, elemento attivo nella performance statica e apparentemente passiva che si origina dal palco. E’ un canto femminile flebile e mellifluo, quello che principia lo spettacolo, che si propaga misteriosamente nell’aria accompagnato dal suono sordido di percussioni orientali e che si conclude nel silenzio e nel buio, prima che arrivi il primo terribile rintocco infernale che si sprigiona dalla chitarra sul palco, seguita poi dalla sua gemella e dal basso, segnale che il rumorosissimo sabba drone ha finalmente preso vita. Il soundscape asfissiante generato dagli strumenti a corda prima e dall’introduzione di moog pulsanti e psichedelici poi, si protrae per un’ora abbondante, tempo ritenuto necessario dagli stregoni americani per abbattere ogni barriera e resistenza nella mente degli astanti, prima di infrangersi su un nuovo canto ancestrale, delicato, inquietante ad opera del trombone stavolta, su cui si staglia un accompagnamento dark ambient da brividi lungo la schiena, che lascia basiti e culla traditore fino all’oblio, rappresentato dagli orrendi scenari di nichilismo fatti di feedback, fischi, accordature baritonali ed un tempo del suonato dilatato oltremodo, che si fonde col tempo cosmico della vita stessa. “Life Metal” cita il titolo della penultima fatica discografica rilasciata da Greg Anderson e Stephen O’Malley, e pare proprio che niente possa spiegare meglio questa definizione, se non la testimonianza e la presenza ad uno spettacolo come quello che i due portano in scena da oltre venti anni, fino a questa occasione: i Sunn O)) danno vita ad un’esperienza totalizzante, trascendentale, che annienta i confini noti della musica per rielaborarli secondo filosofie e regole proprie, secondo istinti primordiali e suggestioni antiche come la vita stessa.