28/11/2015 - SUNPOCRISY + VOID OF SLEEP @ Colony Club - Brescia

Pubblicato il 04/12/2015 da

Report a cura di Marco Gallarati

Non è passato neanche un mese pieno dalla pubblicazione di “Eyegasm, Hallelujah!”, avvenuta il 1° novembre 2015, che i loro autori, i Sunpocrisy, scendono in campo sul terreno casalingo e amico del Colony Club di Brescia per un release party coi fiocchi, organizzato in grande – sempre restando nel significato underground dell’aggettivo – e, a posteriori, davvero riuscitissimo! La storia del sestetto lombardo, perlomeno su queste pagine, è ben ripercorribile attraverso i numerosi articoli ad esso dedicati e gli svariati concerti a cui abbiamo assistito, per cui ciò che più importa oggigiorno non è far conoscere ai lettori una band promettente o all’esordio, bensì tastare dal vivo lo status di una formazione che ormai è un po’ sulla bocca di chiunque bazzichi un minimo la prolifica scena post- italiana e non. In uno dei primi veri gelidi sabato di questa stagione concertistica, dunque, amici, fan, appassionati e semplici avventori si mescolano nel capiente locale della Leonessa d’Italia per attendere i giovani gnari, che per l’occasione hanno chiamato i compari di studio di registrazione Void Of Sleep ad aprire il concerto. Sunpocrisy e Void Of Sleep, un’accoppiata che in soli quattro dischi totali ben dimostra come il nostro Belpaese possa vantare realtà di tutto rispetto e di livello internazionale. Vero, non abbiamo scoperto l’acqua calda, ma ricordarcelo ogni tot non fa mai male. Appoggiamo i giubbotti sui divanetti dall’oscuro passato del Colony e gustiamoci per primi i ravennati…

sunpocrisy - date live - 2015

VOID OF SLEEP
I Void Of Sleep, già innalzanti il nostro livello di guardia all’epoca del debutto targato 2013, “Tales Between Reality And Madness”, hanno bissato poco tempo fa le positivissime impressioni iniziali sfornando il degno seguito “New World Order”, che li ha visti abbandonare relativamente le dipendenze Mastodon per addentrarsi più nel profondo di una ricerca progressiva e psichedelica esplorante uno stile stoner/sludge personale e ben studiato. I musicisti su palco – e non stiamo parlando di giovani alle prime armi, bensì di strumentisti dotati di una certa esperienza – sanno il fatto loro e piace subito l’atteggiamento umile e partecipe in una serata prevalentemente dedicata agli headliner. I corposi tre quarti d’ora a disposizione dei romagnoli, fra i quali ricordiamo la presenza al basso di Riccardo Pasini, ingegnere del suono sia della propria band che dei Sunpocrisy nel suo rinomato Studio 73, vengono riempiti dai quattro con quasi tutto l’ultimo lavoro, eseguito per intero ad esclusione di “Ordo Ab Chao”, brano sostituito da una prepotente riproposizione di “Wisdom Of Doom”, tra gli highlight dell’esordio. Su di un palco forse troppo ampio per il loro reale fabbisogno di movimento e per la natura del sound proposto, i Void Of Sleep si destreggiano con sapienza tra le partiture sconnesse e la non particolare immediatezza della loro musica: le linee vocali di Andrea ‘Burdo’ Burdisso non cercano l’impatto, ma si insinuano melliflue a cavallo di ondeggiamenti ritmici a volte sognanti, a volte lisergici e spesso posseduti da un groove dannatamente – questo sì – coinvolgente! Le canzoni proposte sono tutte di medio-lunga durata e talvolta non è facile districarsi tra i cambi di tempo e le trame sulfuree della band, che però spicca per attitudine e padronanza strumentale. Il pubblico che assiste – e non sapremmo definire quanti abbiano positivamente scoperto i VoS oggi e quanti già li conoscessero – comincia ad applaudire in maniera convinta e la prestazione dei Nostri, baciata da suoni ottimi e problematica solo per pochi minuti all’altezza di “New World Order”, si chiude con la lunga “Ending Theme”, epica cavalcata dai contorni prog, perfetta per congedarsi da una platea soddisfatta ed interessata.

Setlist:
The Devil’s Conjuration
Hidden Revelations
Wisdom Of Doom
Slaves Shall Serve
New World Order
Ending Theme

SUNPOCRISY
Si fanno quattro chiacchiere con gli amici in attesa dell’ascolto integrale, dal vivo, del superbo “Eyegasm, Hallelujah!”, seconda prova di forza di una band che ormai ha tutte le carte in regola per sfondare definitivamente e magari anche all’estero. E quest’impressione è ancora più chiara, addirittura chiarissima, al netto dell’esibizione del Colony, davvero orgiastica e perfetta, senza sbavature visibili o udibili e apprezzata in toto dal folto parterre accorso. Si fa buio sul largo e profondo palco del locale bresciano e la nebbia artificiale viene prodotta in quantità moderate: i Sunpocrisy hanno alle loro spalle un ampio telo sul quale Stefano Gritti manda in proiezione le immagini stranianti e psichedeliche che sono leit-motiv di tutto l’artwork del nuovo disco, quindi tanto fumo non serve; il buio invece sì, e la sagoma di Matteo Bonera si intravede appena quando inizia a produrre le prime distorsioni che portano ad “Eyegasm”, ovviamente la prima traccia ad essere eseguita. Alla spicciolata entrano tutti gli altri ragazzi, occupando in precise geometrie l’area dello stage: la postazione di synth e tastiere e la batteria di Riccardo Fanara sono a fondo palco, sui lati; Gabriele Zampieri, al basso e alla seconda voce, si pone poco davanti ai visuals ed è libero di muoversi a piacere, mentre il terzetto di chitarre – Bonera/Panada/Tabacchini – funge da avamposto verso le prime file. Tutto lo show verrà eseguito in una costante ed oscura penombra, con luci laser e riflettori colorati posizionati e studiati ad hoc per ogni brano e per ogni postazione, come sono spesso usi fare i The Ocean, una delle influenze più importanti per la formazione nostrana. Dopo un brevissimo saluto di benvenuto da parte del frontman, la doppietta iniziale, “Eyegasm” / “Mausoleum Of The Almost”, serve ai Sunpo per rompere il ghiaccio emozionale: la suite viene eseguita dal vivo da ormai parecchio tempo, perciò il rodaggio live è ben assicurato. Ciò che stupisce – e che stupirà fino alla fine, dopo praticamente un’ora e mezzo di concerto – è la potenza e la roboanza dei suoni: gli intrecci delle tre chitarre sono ascoltabili con tranquillità e solo quando il caos è volutamente totale si fa fatica a distinguere chi suona cosa; ma la verità è che l’acustica di questo set di presentazione è stata realmente strepitosa. Anche la voce di Jonathan Panada, nettamente migliorato in qualità e anche in quantità, considerato che per il cantante si trattava della prima volta ad essere impegnato in un set di novanta minuti, ha retto botta per tutto il tempo, dolce ed espressiva nelle molte sezioni pulite e urticante e fusa nel magma sonoro durante le sfuriate aggressive. Quasi inutile segnalare un pezzo eseguito forse meglio di un altro, in quanto “Eyegasm, Hallelujah!” è stato performato in ordine e tutto ad altissimi livelli, contornato da una presenza scenica sposantesi in modo egregio con l’evolversi della musica. Una menzione particolare ci sentiamo di farla, però, per l’incredibile lavoro dietro le pelli di Riccardo, un acquisto ottimo e abbondante per i Nostri, e per il trasporto emotivo di Matteo nell’esecuzione delle proprie parti di chitarra, solitamente coincidenti con le trame ripetitive, ipnotiche e sognanti che sono nucleo fondamentale della musica dei Sunpocrisy. I Nostri tengono particolarmente a questa data – poco ma sicuro – e lo si vede dall’impegno e dalla concentrazione con i quali si prodigano on stage. A fine disco, con le distorsioni ancora riverberanti in sala, il sestetto si concede una pausa di un minuto circa, prima di risalire sul palco per eseguire, a mo’ di bis, l’ormai classica “Φ – Phi”, chiusura super di un release party pienamente riuscito e confermante quanto di buono andiamo scrivendo ormai da anni su questi giovani musicisti. Bravissimi, nient’altro da scrivere.

Setlist:
Eyegasm
Mausoleum Of The Almost
Transmogrification
Eternitarian
Of Barbs And Barbules
Kairos Through Aion
Gravis Vociferatur
Festive Garments
Hallelujah!
Encore:
Φ – Phi

1 commento
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