La moda di proporre un album per intero, magari in concomitanza con un particolare anniversario, contagia anche gli Swallow The Sun, che in questo 2013 hanno deciso di imbarcarsi in un breve tour europeo per festeggiare il decennale della pubblicazione del loro debutto, il magnifico “The Morning Never Came”, opera che ancora oggi ci sentiamo di annoverare tra i lavori doom migliori degli ultimi dieci/quindici anni. Ad affiancare il gruppo finnico, troviamo poi due ospiti d’eccezione: i capitolini The Foreshadowing, ormai lanciatissimi dopo il successo internazionale dell’ultimo “Second World”, e gli Antimatter, la band guidata dal sempre più affermato singer/songwriter britannico Mick Moss. La carovana giunge a Londra proprio al termine del tour, in un freddo lunedì sera novembrino, ma la risposta di pubblico è più che buona, anche perchè parecchi doom e gothic fan provenienti da fuori città hanno deciso di cogliere i cosiddetti due piccioni con una fava, fermandosi nella capitale per assistere a questo evento e allo show dei Paradise Lost della sera prima.
THE FORESHADOWING
È un Underworld già abbastanza pieno quello che accoglie i The Foreshadowing, che questa sera possono contare su un Marco Benevento davvero in gran forma. La proposta del gruppo non è certamente tra le più energetiche in circolazione, eppure il frontman sembra proprio possedere una sua capacità di catalizzare le attenzioni del pubblico, con movenze eleganti e introduzioni ai pezzi sensate e posate. La voce poi è esattamente quella che tutti possono ascoltare su disco; anzi, forse in concerto questa assume toni anche più passionali. Il gothic-doom del sestetto italiano ha senz’altro le carte in regola per incuriosire i fan degli headliner e infatti ben presto il gruppo si ritrova a suonare davanti ad una platea sempre più partecipe. Giuseppe Orlando alla batteria, entrato nei The Foreshadowing da circa un anno, pare perfettamente inserito nel sound della band, ma anche il resto della lineup ovviamente non sfigura, suonando senza sbavature una setlist che comprende gli episodi di spicco di “Second World”, un paio di estratti dai lavori precedenti (tra cui la potente “Chant Of Widows”) e, come sorpresa finale, la cover di “Russians” di Sting, alla quale partecipa anche il cantante degli Swallow The Sun, Mikko Kotamäki. Un finale inaspettato e molto gradito sia dai sostenitori dei Nostri che dai curiosi presenti in sala. Siamo convinti che questa sera i The Foreshadowing siano riusciti a guadagnare qualche nuovo fan.
Setlist:
Havoc
The Forsaken Son
Fallen Reign
Departure
Ground Zero
Chant of Widows
Russians (Sting cover)
ANTIMATTER
Non sono un gruppo metal, ma negli anni gli Antimatter sono comunque riusciti a ritagliarsi un certo seguito nei “nostri” ambienti, se non altro per i vecchi legami con l’ex Anathema Duncan Patterson e il contratto con la Prophecy Productions. Questa sera i britannici rappresentano una parentesi di pura melodia e atmosfera all’interno di un bill dalle indubbie radici metalliche; il pubblico, comunque, pare essere anche qui per loro e non nasconde una certa esaltazione quando Mick Moss e soci si presentano sulle note dell’ottima “Paranova”. Le composizioni recenti del progetto possiedono una componente elettrica più pronunciata, a discapito di quella puramente ambient/trip hop tipica degli esordi, e queste si prestano quindi piuttosto bene ad essere proposte sulle assi di un palco. Inoltre, Moss per questo tour si è circondato di musicisti preparatissimi, che non sbagliano letteralmente una virgola e, anzi, arricchiscono le trame con una serie di finezze che strappano numerosi applausi ad una platea a questo punto decisamente attenta, silenziosa e riverente. Moss non è chiaramente un frontman nel senso stretto del termine, ma di certo non si possono fare appunti alla sua prestazione: la voce è sentitissima e anche lui non commette errori, infondendo quasi un senso di serenità nei presenti man mano che i brani vengono snocciolati. I paragoni con i migliori Anathema non sono fuori luogo, ma gli Antimatter, a maggior ragione dopo un’esibizione impeccabile come questa, meritano assolutamente di essere visti come un’entità a sè stante, che non ha niente da invidiare ai più noti colleghi.
Setlist:
Paranova
Firewalking
The Last Laugh
Landlocked
Leaving Eden
Over Your Shoulder
The Immaculate Misconception
Monochrome
Redemption
SWALLOW THE SUN
È ora il turno degli headliner e l’incipit del concerto ovviamente non regala sorprese, visto che è appunto prevista l’esecuzione del debut album nella sua interezza. Il gruppo denota subito un notevole affiatamento, i suoni sono quasi perfetti e il pubblico segue adorante ogni mossa di Juha Raivio, Mikko Kotamäki e compagni. La cornice, insomma, è ideale per gustarsi pienamente questo piccolo capolavoro di doom-death metal melodico, ormai uscito dieci anni or sono. Dobbiamo dire che davanti a perle come “Through Her Silvery Body”, “Silence Of The Womb” o “Hold This Woe” è difficile non decretare la superiorità di questo album sul resto del repertorio dei finlandesi. Da un lato resta un po’ di amaro in bocca pensando che i Nostri siano partiti subito alla grande senza poi mai riuscire a confermarsi sugli stessi livelli; dall’altro, si è comunque grati alla band per aver confezionato in carriera un disco tanto curato ed ispirato, che ancora oggi suona attuale e regala grandi momenti all’ascoltatore. La spontaneità e la freschezza di “The Morning Never Came” probabilmente non potranno mai essere replicate o superate dal sestetto, ma ormai poco importa: sia i fan che il gruppo stesso potranno sempre rifugiarsi nelle sue trame quando si sentirà il desiderio di tornare alle origini. Questa sera pubblico e musicisti si prendono per mano e si imbarcano in una sorta di viaggio a ritroso nel tempo, riscoprendo tutti questi mini-classici degli esordi che da qualche anno non venivano inclusi nelle scalette dei concerti. Per i fan della prima ora è un trionfo, per tutti gli altri una performance diversa dal solito, che probabilmente porterà ad una progressiva riscoperta del vecchio repertorio della band. Terminata la tracklist dell’album, l’orologio indica che c’è ancora il tempo per un “encore” e così trovano spazio tre brani estratti dal resto del catalogo: “Labyrinth Of London”, immancabile in uno show nella capitale britannica, “Night Will Forgive Us” e “The Giant”, altra perla degli esordi acclamata a gran voce. Sarebbe bastato il solo “The Morning…” a decretare la serata un successo, ma così si può dire che gli Swallow The Sun abbiano accontentato quasi tutti. Materiale di primo livello e ottima esecuzione – cosa da non dare per scontato quando si parla di gothic e doom in sede live – per una serata da ricordare.
Setlist:
Through Her Silvery Body
Deadly Nightshade
Out of This Gloomy Light
Swallow (Horror Pt. 1)
Silence of the Womb
Hold This Woe
Under the Waves
The Morning Never Came
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Labyrinth of London (Horror pt. IV)
Night Will Forgive Us
The Giant