Quella al Legend Club di Milano è l’unica data italiana prevista per questo lungo tour che ci offre una selezione doom metal con tre band di primo livello.
I finlandesi Swallow The Sun, ormai una sicurezza in ambito doom/death metal melodico, stanno promuovendo, con un po’ di ritardo dovuto alla pandemia, il loro ottavo album “Moonflowers”, uscito nel 2021 e che li conferma tra i più credibili eredi dei mostri sacri del genere.
Molto differente la proposta degli svedesi Avatarium, che proprio stasera fanno il loro debutto in questo giro di concerti (in precedenza al loro posto c’erano i Draconian) e che per la prima volta si esibiscono in Italia: nato come creatura di Leif Edling dei Candlemass, il quintetto si muove in territori di un doom metal più tradizionale, con frequenti inserti atmosferici; la loro uscita più recente è l’ottimo “Death, Where Is Your Sting” dello scorso anno.
Ad aprire la serata i nostri Shores Of Null, freschi della pubblicazione di “The Loss Of Beauty”, fautori di un doom/gothic metal con sfumature black che sta conquistando sempre più ammiratori e che, con questo tour, potrebbero ambire alla definitiva consacrazione.
Gli SHORES OF NULL sono decisamente una band che sta crescendo ed ampliando il proprio pubblico: a dimostrazione di ciò, il fatto che il Legend sia già quasi pieno quando i cinque salgono sul palco, cosa che assai raramente capita ai gruppi di supporto.
I romani/abruzzesi hanno suonato parecchio negli ultimi mesi (o almeno, da quando la fine della pandemia ha sancito il via libera ai concerti live) proponendo il lunghissimo, unico pezzo “Beyond the Shores (On Death And Dying)” che costituiva il penultimo album. Ma oggi c’è un’altra uscita da promuovere, il nuovo “The Loss Of Beauty” pubblicato un mese fa, attorno al quale la scaletta è ovviamente incentrata, con ben sette estratti su nove canzoni proposte. Si vede che la band ha ormai acquisito una certa esperienza e che, inoltre, è rodata dalle date precedenti di questo lungo tour in giro per l’Europa, poiché tutto funziona bene: i volumi sono ben equilibrati, il gruppo è compatto e l’esecuzione precisa; Davide Straccione si conferma potente nel growl e personale nelle escursioni in voce pulita, le trame chitarristiche sono raffinate e la sezione ritmica è ben distinguibile nel bilanciamento dei suoni, anche se la resa migliorerà con i gruppi successivi.
I nuovi pezzi, anche dal vivo, hanno un mood abbastanza omogeneo – d’altronde si tratta di una sorta di concept album – sempre basato su una certa malinconia di fondo ma meno cupi che in precedenza e, soprattutto, il loro classico death/doom assume un leggero ed inaspettato retrogusto black metal. Tra i brani che più impressionano, “Destination Woe”, per quel senso d’urgenza trasmesso dal riffing, e “The Last Flower” per l’intensa prova vocale, mentre gli unici tuffi nel passato, la gotica “Quiescent” e una “Black Drapes For Tomorrow” in versione death/doom, suonano come lievi divagazioni sul tema della serata, a testimonianza di un repertorio già variegato dal quale attingere.
Gli AVATARIUM sono sicuramente la band più leggera delle tre nel bill e, con il loro doom metal di derivazione Candlemass inframezzato da momenti acustici e da un’attitudine vagamente prog, rappresentano una sorta di esplosione di colori in una serata in cui è il nero a dominare.
Probabilmente i Draconian, protagonisti della prima parte del tour, sarebbero stati più adatti all’occasione, ma l’esibizione degli svedesi non ha affatto deluso chi è accorso per vederli nella loro prima calata italiana (qualche anno fa una data proprio a Milano era stata cancellata all’ultimo momento). Il centro della scena è tutto per la cantante Jennie-Ann Smith che, oltre a fornire una prova vocale che colpisce per il vigore più che per le capacità tecniche e a prendersi carico di tutte le parti con la chitarra acustica, interagisce sorridente con il pubblico, visibilmente soddisfatta per essere riuscita finalmente ad esibirsi nel nostro paese.
Su un palco piuttosto spoglio, l’apertura è affidata a “Stockholm”, brano poetico e molto sentito, poiché dedicato alla città natale della band: è subito chiaro come il pregio più evidente degli svedesi sia quello di ‘avere i pezzi’, ossia di essere in grado di scrivere musica che conquista al primo ascolto. E la stessa constatazione si potrebbe fare per canzoni nuove e vecchie come “Porcelain Skull”, “Pearls And Coffins”, “God Is Silent” (in verità con qualche lieve increspatura a livello vocale nel ritornello) e soprattutto “Girl With The Raven Mask”, in un’interpretazione che ne amplifica il fascino misterioso.
La prova degli Avatarium è intensa, elegante e raffinata, in modo particolare colpisce la naturalezza con cui combinano i riff più doom con aperture melodiche suadenti, spesso sostenute dalle tastiere, replicando dal vivo passaggi articolati senza eccessiva rigidità e aggiungendo un’attitudine vintage ancora più percepibile che su disco.
L’ora si fa tarda e, finalmente, è il turno degli headliner: gli SWALLOW THE SUN mancavano dall’Italia dal 2019, ed anche allora erano passati dal Legend. Ad un tratto il locale si fa completamente buio e partono le note di “The Fight Of Your Life”, utilizzata come intro per l’entrata in scena della band della terra dei laghi; inizia un gioco di luci potenti che lasciano spesso i cinque nella penombra e, sull’attacco di “Enemy”, si intuisce fin dal principio che si assisterà ad uno show suggestivo e con una forte carica emotiva.
I finlandesi, alcuni di loro incappucciati, dimostrano una presenza scenica superiore al passato, sicuramente frutto dell’esperienza e del carisma guadagnati sul campo in anni di esibizioni dal vivo, ma abbinano sapientemente questo dinamismo ad una freddezza che lascia ammutoliti. Il cantante Mikko Kotamäki appare gelido anche quando interagisce con il pubblico e, anche quando lancia qualche battuta, non cambia mai quella sua intonazione meccanica; il suo growl, inizialmente un po’ basso come volume, è profondo ed inquietante, in perfetta antitesi con una voce pulita limpida e seducente, anche se di frequente doppiata dallo scream di Juho Räihä che, insieme al leader della formazione Juha Raivio, costituisce una coppia alle sei corde ben assortita. Si nota la ricercatezza di alcuni arrangiamenti, con una sezione ritmica non banale e diversi cambi repentini di mood; non è scontato, in ambito death/doom metal, riuscire a combinare, quando si suona dal vivo, l’impatto e l’atmosfera, ma è proprio in questo che i finlandesi eccellono, nella capacità di sprigionare un’oscurità che entra dentro anche quando ricorrono a rassicuranti melodie.
Tra i brani proposti, ovviamente la parte del leone è per gli estratti dall’ultimo “Moonflowers”, e tra questi spiccano “This House Has No Home”, con la sua esplosione di blast beat che sembra uscire dal nulla, e “Keep Your Heart Safe From Me”, forte di un’esibizione sofferta e sentita. “Firelights”, altro brano piuttosto recente, diventa una ballad oscura, mentre “Descending Winters” libera tutta la propria rabbia death metal. A chiudere il cerchio la plumbea “Swallow (Horror, Part 1)”, dall’esordio, suggello su una prestazione enorme.
Setlist:
The Fight Of Your Life
Enemy
10 Silver Bullets
Falling World
Keep Your Heart Safe From Me
Firelights
Woven Into Sorrow
Stone Wings
New Moon
This House Has No Home
Descending Winters
Swallow (Horror, Part 1)
SHORES OF NULL
AVATARIUM
SWALLOW THE SUN