Live report a cura di Alessandro Corno
IRREVERENCE
Quando si tratta di far casino a suon di thrash metal old school (e quando uno degli organizzatori è il loro frontman Ricky …) gli Irreverence non mancano mai! Anche questa sera hanno l’onore di aprire per una delle loro band ispiratrici di fronte ad un locale già abbastanza pieno. Il frastuono ha inizio con “War Was Won” e la parola “frastuono” non è lì a caso, visto che dalle amplificazioni escono dei suoni a dir poco confusi che penalizzano non poco il quartetto milanese. La prestazione dei Nostri è la solita scarica di riff forsennati e drumming a velocità folle, il tutto eseguito senza esibizionismi di tecnica o precisione millimetrica ma semmai con l’intento di scatenare quanto più pogo possibile. Come sempre è il cantante chitarrista Ricky Paioro a incitare un pubblico già abbastanza caldo e ad accompagnarlo tra pezzi di thrash classicissimo figlio di Sodom e primi Kreator quali “Elements Of Wrath”, “Darkening Their light” e “Slaughter Of The Innocents”. C’è spazio anche per due pezzi inediti, “Hands Of Fate” e “Echoes Of War” che andranno a finire sull’imminente nuovo album ma non è questa la sede giusta per valutarli, visto il discorso suoni sopra accennato. “The Last Chapter” anticipa la solita chiusura con la cover di Onkel Tom Angelripper, “Es Gibt Kein Bier Auf Hawaii”, che scatena un bel pogo sotto al palco. Nulla da aggiungere, gli Irreverence sono questo: thrash, sudore e casino.
TANKARD
Sono decisamente attesi questa sera i quattro thrasher più simpatici di Germania e quando iniziano con la devastante “The Morning After”, la platea è stracolma di ragazzi di tutte le età, da chi conosce la band dagli albori a chi ancora non era nato quando il gruppo pubblicò il primo disco “Zombie Attack” (1986). Segue proprio la titletrack di questo album e sotto al palco è il putiferio. Pogo a non finire e gente che salta sul palco già da questi primi pezzi, con evidente soddisfazione di un Gerre stranamente dimagrito. I suoni sono decisamente migliori rispetto allo show precedente, anche se permane qualche fastidioso fischio che ogni tanto mette a dura prova i nostri timpani. La band è in buona forma, con il suo carismatico frontman che si dimostra essere sempre una vera icona di simpatia. Abbigliato con una maglia della nostra nazional con il suo nome stampato sul retro, Gerre non risparmia ringraziamenti in italiano e battutine varie mentre annuncia mazzate sonore come la tiratissima “Sleeping Reality”, “Stay Thirsty” o “Beermuda”. Il caldo inizia a farsi sentire e il sudore pure ma il pubblico dei Tankard non molla e ogni brano è un’occasione per saltare e scatenare il pogo. Si torna agli esordi con “Alcohol” e “Maniac Forces” mentre “Octane Warriors” ci riporta all’ultimo e buono “Thirst”, anche se ovviamente sono i brani più datati ad essere accolti con più entusiasmo. Gerre fa felici tutti i milanisti e gli interisti quando prima di “Die With A Beer In Your Hand” fa intonare al pubblico un bel “Juve, Juve, vaffanc…!!!”, mentre ben pochi sono quelli che non ridono vedendo il frontman saltellare, ballare e mostrare la sua panza mentre il resto della band picchia duro con “666 Pack”, “Nation Over Nation” e “Sexy Feet Under”. Una grande atmosfera di festa e divertimento che non cessa fino a “Stop The Chemical Invasion”, con singer e pubblico in evidente debito d’ossigeno. Il tempo stringe e dopo una breve pausa, durante la quale si levano cori da stadio, arriva la chiusura con l’immancabile “Empty Tankard”.che termina tra gli applausi. Finale col botto per uno show a dir poco esplosivo che ha divertito e coinvolto tutti.