Report a cura di Elio Ferrara
I Temperance si preparano a lanciare il loro nuovo album “Viridian” e hanno pensato di iniziare il lungo tour promozionale partendo da Milano, presentando le canzoni del disco in anteprima, un giorno prima dell’uscita ufficiale, fissata per il 24 gennaio. Un vero e proprio release party, come si usa ormai dire, che li vede protagonisti con la formazione lanciata in occasione di “Jupiter And Moons”, ora senz’altro più consolidata e affiatata rispetto al precedente tour. Peraltro, oltre ad essere un’autentica anteprima mondiale e la prima data del tour, quella del Legend Club sarà anche una delle pochissime in Italia (in tutto, infatti, sono al momento previsti solo due concerti nella nostra penisola) per una band che aspira ad avere una visibilità quanto più possibile internazionale, quanto meno a livello europeo; a nostro avviso, come vedremo tra poco, i Temperance hanno tutte le carte in regola per raggiungere alti livelli. Ad accompagnarli ci sono due altri gruppi molto interessanti, ovvero i Perpetual Fate e i Sinheresy, che vanno a sostituire i Noveria, annunciati in un primo momento come gruppo spalla.
PERPETUAL FATE
A volte accadono strane associazioni di idee ed ecco che, appena conclusa un’intervista con Michele Guaitoli dei Temperance (ovviamente di futura pubblicazione), arriviamo in sala quando i Perpetual Fate hanno appena iniziato a suonare “Rabbit Hole” con alla voce una cantante bionda; ci vengono quindi per un attimo in mente un po’ Stevie Nicks dei Fleetwood Mac, un po’ i Jefferson Airplane di “White Rabbit”. Naturalmente, però, il genere suonato dal gruppo padovano non ha niente a che vedere con le due storiche band, e la singer in questione è Maria Grazia Zancopè, mentre al basso la band è coadiuvata per questa serata da Daniele Duca (chitarrista dei Capenorth e degli Overtures). I ragazzi propongono un buon metal melodico e nel poco tempo a disposizione cercano di giocare al meglio le loro carte, proponendo principalmente i loro singoli: oltre alla già citata “Rabbit Hole”, possiamo dunque ascoltare alcune canzoni davvero apprezzabili, come ad esempio “Cannibal” e “Smothered” – certamente il brano più articolato, tra parti melodiche e ripartenze più dure – ma anche “Mark Any Youth” e, nel finale, “Rainfall”, tutti brani tratti dal loro album “Cordis”, edito nel 2018. Sicuramente avrebbero meritato più partecipazione, ma questa è purtroppo la dura legge degli opener, alla quale neanche i Perpetual Fate riescono a scampare.
Setlist:
Rabbit Hole
Cannibal
Smothered
Mark Any Youth
Rainfall
SINHERESY
Dobbiamo sinceramente convenire che la notizia dei Noveria sostituiti dai Sinheresy ci era sfuggita, per cui, riconoscendo questi ultimi sul palco, siamo stati vittime di un bell’effetto sorpresa. Già, perchè in effetti si tratta di un gruppo che riesce ad avere davvero una sua riconoscibilità, sia a livello visivo che musicale. C’è però anche da dire che aspettiamo ancora di capire come e quale sarà il futuro della band, alquanto stravolta da importanti cambi in lineup un paio di anni fa, e che è passata, a nostro avviso, da un autentico capolavoro quale “Domino” ad un disco che ci ha lasciato alquanto perplessi, “Out Of Connection”. Per questo concerto i Sinheresy si presentano con una formazione a cinque, con chitarra, batteria, basso e, ovviamente, i due vocalist Cecilia Petrini e Stefano Sain. Il gruppo concentra il proprio show sugli ultimi due album, proponendo invece da “Paint The World” solo la titletrack. Dopo un paio di pezzi iniziali, si entra nel vivo del loro spettacolo con “My Only Faith”, che scatena i salti di tutta la band e del pubblico. Possiamo dire che le versioni qui proposte sono senz’altro funzionali all’attuale formazione e dunque non sfigurano tutto sommato neanche i pezzi dell’ultimo disco, tra i quali si mettono in evidenza ad esempio “Blood Like Water” e “Facts, Words, Sand, Stone”. La cantante Cecilia cerca di coinvolgere il pubblico con qualche vocalizzo prima di “Out Of Connection”, e il loro show volge poi al finale proprio con ‘l’altra’ titletrack dei lavori citati in precedenza, “Domino”, che chiude una performance senz’altro divertente e gradevole.
Setlist:
What Makes Us Human
Zero One
My Only Faith
Paint The World
Blood Like Water
Facts, Words, Sand, Stone
Immortals
Star Dome
Out Of Connection
Break The Surface
Domino
TEMPERANCE
Come anticipato, il concerto dei Temperance prevede fondamentalmente la presentazione in anteprima assoluta del nuovo album, “Viridian”, che uscirà il giorno dopo. Noi abbiamo avuto il piacere di ascoltare già con largo anticipo il loro promo e abbiamo già anche pubblicato la recensione, quindi possiamo prefigurarci un bel concerto, vista la qualità delle canzoni. In realtà però, i Temperance costruiscono una scaletta in funzione di quello che sarà il loro tour e non solo con riferimento al release party, perciò non ascolteremo l’intero album, ma anche altre perle del loro repertorio.
Si parte subito con la stessa opener di “Viridian”, “Mission Impossible”, e l’impressione è subito quella di un gruppo che, come scrivevamo in sede di introduzione, ha davvero compiuto un significativo salto di qualità: i ragazzi sanno tenere il palco con maestria e si riescono a percepire una notevole professionalità e una sintonia generale in tutto: nei gesti, nei movimenti, nell’intrecciarsi ed incastrarsi delle tre voci di Michele, Alessia e Marco; persino nella mimica facciale e, ciò, nonostante la maggior parte dei brani interpretati venisse suonata dal vivo per la prima volta. Naturalmente il pubblico ascolta con curiosità le nuove canzoni, benchè qualcuna di queste, nello specifico “My Demons Can’t Sleep”, per la quale è stato anche girato un videoclip, siano state già pubblicate alcuni giorni prima, ma ovviamente c’è più partecipazione su brani più datati come “Save Me” (dall’album “Limitless”, del 2015) e soprattutto su quelli tratti da “Of Jupiter And Moons” – “The Last Hope”, “Broken Promises”, “We Are Free”. Viene riproposto anche “Maschere”, un pezzo in italiano che non molto spesso viene eseguito dal vivo, mentre non ci ha molto convinti per la verità “Nanook”, una delle tracce più particolari dell’album, ma che dal vivo risente molto della presenza di basi registrate. Per il resto davvero un bel concerto, che si conclude con un bis, ovviamente “Of Jupiter And Moons”, al quale segue il battimani con le tre voci di “Catch The Dream” che, quando sarà più conosciuta dopo la pubblicazione del disco, immaginiamo potrà diventare uno dei punti di forza nei loro concerti. Intanto, in generale, per essere una prima, possiamo dire che la serata è andata più che bene e questo è senz’altro un buon punto di partenza per questa nuova fase della carriera della band.
Setlist:
Mission Impossible
We Are Free
My Demons Can’t Sleep
Save Me
Viridian
Unspoken Words
I Am The Fire
Maschere
Start Another Round
The Last Hope In A World Of Hopes
Broken Promises
Side By Side
Nanook
The Cult Of Mystery
Revolution
Encore:
Of Jupiter And Moons
Outro: Catch The Dream