A cura di Maurizio “morrizz” Borghi
Dopo Stick To Your Guns e Backtrack la serata più attesa dal pubblico hardcore milanese è sicuramente quella che vede protagonisti i Terror, attualmente a supporto dell’ultima fatica “Live By The Code”. Il contorno è particolarmente internazionale: vediamo i paladini anti-sxe Deez Nuts con componenti da Australia e Stati Uniti, i Nasty da Belgio e Germania e i Broken Teeth dal Regno Unito! Peccato non ci sia nessun esponente locale ci vien da pensare, anche se col senno di poi non ci sarebbe proprio stato spazio utile…
BROKEN TEETH
Con mezz’ora di anticipo rispetto agli orari del cartellone, e per fortuna visto che sono già le 21.30, salgono sul palco i Broken Teeth. Il giovane combo hardcore crossover da Manchester UK si sta facendo strada alla vecchia maniera, ovvero macinando date su date assieme a formazioni più o meno blasonate per l’Europa intera e il nuovo continente. Bastano pochi minuti per capire che la loro formula è devota ai maestri del tough crossover Biohazard e Merauder, riproposta in maniera molto agile e fresca, tanto da apparire sempre attuale e in linea con la serata. Coinvolgente la prova del frontman, che anche se il coinvolgimento del pubblico è scarso tira avanti la carretta per tutti i trenta minuti a loro disposizione. Li rivedremo con piacere.
NASTY
Chi scrive attendeva di assistere ad uno show dei Nasty da tempo, attratto dal beatdown ignorantissimo della loro proposta e, in tutta sincerità, anche dal merch delirante che ne racconta in modo visuale l’attitudine. L’impatto è imponente, sia per la stazza dei musicisti che per la proposta pachidermica, che abbandona ogni tipo di finezza per colpire e far male. Per molti dei presenti la mezz’ora a loro disposizione sfora nella cacofonia, ma è evidente sicuri sia il frutto di una scelta precisa e portata avanti con attitudine e zero compromessi. Se questi aspetti si allineano alle nostre aspettative la performance del frontman tratteggia una figura folle e teatrale, che con mimiche accentuate, mosse e danze accennate e sguardo da psycho sopra abbigliamento XXXL si rivela la carta vincente della crew DE/BE. Viene naturale, com’è giusto che sia, che anche le prime file inizino a sudare a suon di mosh e two stepping, in quella che sarà, per chi scrive, la performance rivelazione della serata. Cazzo!
DEEZ NUTS
Ormai conosciamo bene JJ Peters e i suoi Deez Nuts. Premesso che non abbiamo smesso di amarli e che il nuovo “Bout It” ci ha esaltato alla grandissima, abbiamo preso coscienza da tempo del fatto che l’attitudine al party e la passione per il gin unite ad una tour schedule serratissima piegano le ginocchia a chiunque. Per il loro pubblico fedele non è che una qualità e una dimostrazione della credibilità di inni come “Shot After Shot” e “Tonight We’re Gonna Party Like There’s No Tomorrow”, quindi basta che il gruppo si esibisca e abbia qualche bella tee sul tavolo per il successo assicurato. Per fortuna stasera i quattro sono arrivati sul palco con le loro gambe, Realbad è anche riuscito a trattenere il vomito per il tempo in cui abbracciava lo strumento. Anche se la voce del frontman non era al massimo la band si è esibita ad un buon 70% delle proprie possibilità, garantendo “stage dives and high fives” e facendo divertire dal principio alla fine. Proprio i presenti accrescono il valore dell’esibizione della band partecipando attivamente, a riprova dello status raggiunto anche in Italia. Alla salute.
TERROR
Giunto il momento degli headliner diamo un’occhiata all’orologio, e scopriamo con preoccupazione che mancano pochi minuti alla mezzanotte. I cambi palco si sono dilungati più del previsto e forse qualche gruppo ha sforato, sta di fatto che per chi viene da lontano “s’è fatta una certa”. Nonostante tutto nessuno abbandona la sala, anzi la densità di popolazione sotto il palco aumenta, come ci si può aspettare per gli headliner, anche per quanto riguarda l’età media. I Difensori Della Fede sono una sicurezza, e anche questa sera la loro esibizione è da manuale. Scott Vogel forse non sta invecchiando come i colleghi (sotto la jersey fa capolino una panza evidente) ma la performance non ne risente se non per una sudorazione accentuata. La band invita i JJ e Realbad, in occasioni separate, come guest vocalist apprezzatissimi. Con grande spirito di unità non manca di ringraziare gli opener, e in totale disinvoltura, con una sicurezza e una naturalezza che nessuno ha sfoggiato in serata, offre uno show maiuscolo, da manuale. Sfortunatamente si è sforato troppo coi tempi, quindi la setlist va mutilata senza pietà, tagliando tre-quattro brani con rammarico e sgombrando immediatamente dopo i saluti, senza quasi lasciar tempo a Nick Jett di afferrare le chiappe dell’ammiratrice più fortunata. Nessuna lamentela in ogni caso, i Terror torneranno presto a rappresentare l’hardcore e il pubblico sarà pronto a sostenerli.