Report di Maurizio ‘morrizz’ Borghi
Il torrido agosto milanese offre ancora parecchi appuntamenti per quanto riguarda la musica dal vivo, nonostante la grande maggioranza delle venue sia chiusa per ferie.
Il Circolo Magnolia di Segrate ospita diversi eventi per gli amanti dell’hardcore punk, dai Rise Against ai Militarie Gun, per arrivare all’evento di stasera, che unisce le leggende della west coast Terror alle sonorità più ricercate degli Show Me The Body. Dobbiamo purtroppo riportare la mancanza di comunicazione che ha portato questi ultimi a suonare davanti a una manciata di persone: fino al giorno stesso, ovunque era riportato l’inizio concerti alle ore 21:00, mentre nel pomeriggio del giorno del concerto (giovedì 8 agosto) il solo profilo Facebook del promoter Barley Arts ha diffuso l’informazione che gli SMTB avrebbero suonato alle 20:00, mentre i Terror alle 21:00. Di fatto, il risultato è che una larghissima fetta di pubblico, tra i quali vari fan del gruppo di New York, si è presentata troppo tardi, per grande rabbia di molti.
Sono davvero pochissimi gli spettatori quando il trio composto dal vocalist e bangioista Julian Cashwan Pratt, il bassista Harlan Steed e il batterista Jack McDermott dà inizio ad un live set dalla profonda anima punk, eseguito però nel loro personalissimo filtro influenzato da hip hop, noise e metal. Un approccio che al primo ascolto appare molto destrutturato, potremmo dire anche ‘monco’, per la volontaria assenza di chitarre (sostituite dal banjo e dal basso distorto) e per prolungati segmenti in cui la voce è accompagnata solo da un sottofondo tra basso, batteria e suoni elettronici.
Se Pratt fa spesso il matto senza nemmeno toccare il banjo, Steed fa il doppio turno al basso, impegnato con basi, effettistica, distorsioni e sintetizzatori. Lo scatenato frontman prende in giro i presenti perplessi ed immobili mimando un bambino che piange, ripetendo “non è vero hardcore” prima di lanciarsi nei brani rumorosi, sconnessi, bizzarri ed eccentrici degli SHOW ME THE BODY.
Un minimo di connessione coi presenti arriva solo alla fine, quando sono arrivati i sostenitori del gruppo e quando la band esegue una cover di “Sabotage” dei Beastie Boys per creare facile presa. Quando i tre pazzi sono dinanzi al proprio pubblico, è ormai tempo dei saluti, col frontman che inneggia alla liberazione della Palestina e che sui social, il giorno dopo, se la prenderà esplicitamente con il locale.
Con oltre vent’anni di carriera e dieci album in studio, i TERROR sono uno dei portabandiera del genere in giro per il mondo, dei veri e propri veterani e delle leggende della scena. Il set di stasera sarà composto interamente dai cavalli di battaglia del gruppo, a celebrare una carriera di devozione al ‘codice’ hardcore: si indugia perlopiù sul classico “One With The Underdogs”, primo vero full-length in studio uscito nel 2004, che contiene la title-track e “Spit My Rage”, brani che aprono il concerto, come la successiva “Overcome”, uno dei momenti più attesi e partecipati, e “Keep Your Mouth Shut”, proposto verso la fine.
Com’è giusto che sia, arrivano anche una manciata di brani dall’ultimo “Pain Into Power” del 2022, che, non spostandosi troppo dalla matrice classica dei Terror, si integrano perfettamente con il resto del repertorio, con la violenta e veloce “Can’t Help But Hate” che colpisce più duramente delle altre.
L’età media del pubblico è sicuramente sopra i trenta, quindi in questa circostanza non si viene a creare quello spazio vuoto fronte palco che si prendono i mosher per violent dance, two step e le più fantasiose espressioni del pubblico contemporaneo: tutti sono compatti nelle prime file a cercare il microfono, pogare e correre in qualche circle pit. Scott Vogel è magro ed abbronzato, sorride e non perde occasione per coinvolgere i presenti e celebrare la serata nella sua maglia gialla dei Piece Of Mind. Come tutti i concerti dei Terror, si assiste ad una dimostrazione di potenza e attitudine, incarnate in brani intramontabili come “Always The Hard Way” e la conclusiva “Keepers Of The Faith”, che confermano come i Terror siano un’assoluta certezza, una di quelle band che sono il pilastro di un genere e che fino a quando avranno benzina in corpo saranno in tour a rappresentare l’hardcore più duro e fedele alla linea.
I brani eseguiti sono solo dodici ed è passata da poco la mezz’ora, ma chi segue i losangelini sa che i set del gruppo son sempre brevi e concisi, accompagnati dalla consapevolezza che il quintetto tornerà presto, data la dedizione assoluta alla vita da tour.
Certo, stasera la brevità del concerto sarà più amara del solito per chi si è perso il gruppo spalla, ma non possiamo certo attribuire a queste inamovibili leggende il pasticcio organizzativo. Difensori della fede.