Live report a cura di Claudio Giuliani
Il Rock in Rome Festival ospita la sua serata più estrema con le comparsate di Cathedral, Kreator e Testament, un bill bene assortito che ha richiamato thrasher incalliti da tutte le parti d’Italia. Anche gli appassionati del doom e dello stoner, incarnato dai Cathedral rispettivamente nelle loro prime e recenti produzioni, hanno affollato l’ippodromo romano delle Capannelle, una location fantastica dotata di tutti i comfort. Il Legend Of Chaos Fest ha fatto quindi tappa a Roma per devastare l’udito dei fan dei gruppi, che questa volta hanno goduto di un’amplificazione veramente potente, con degli ottimi suoni, usufruendo dei vantaggi della struttura che ospiterà nei prossimi giorni artisti ben più commerciali. Il palco è stato allestito direttamente sull’erba dell’ippodromo, ovviamente fuori dall’area della pista, sotto la tribuna dalla quale era possibile seguire il concerto con molta comodità. Presenti poi tanti spazi destinati alla ristorazione e quant’altro, e addirittura lo stand che vendeva le sigarette! Ma al di là di questo, erano presenti tre gruppi che hanno fatto la storia dei loro generi: Metalitalia.com era presente e vi propone il report del concerto, un altro grande evento targato Live.
Il Rock in Rome Festival ospita la sua serata più estrema con le comparsate di Cathedral, Kreator e Testament, un bill bene assortito che ha richiamato thrasher incalliti da tutte le parti d’Italia. Anche gli appassionati del doom e dello stoner, incarnato dai Cathedral rispettivamente nelle loro prime e recenti produzioni, hanno affollato l’ippodromo romano delle Capannelle, una location fantastica dotata di tutti i comfort. Il Legend Of Chaos Fest ha fatto quindi tappa a Roma per devastare l’udito dei fan dei gruppi, che questa volta hanno goduto di un’amplificazione veramente potente, con degli ottimi suoni, usufruendo dei vantaggi della struttura che ospiterà nei prossimi giorni artisti ben più commerciali. Il palco è stato allestito direttamente sull’erba dell’ippodromo, ovviamente fuori dall’area della pista, sotto la tribuna dalla quale era possibile seguire il concerto con molta comodità. Presenti poi tanti spazi destinati alla ristorazione e quant’altro, e addirittura lo stand che vendeva le sigarette! Ma al di là di questo, erano presenti tre gruppi che hanno fatto la storia dei loro generi: Metalitalia.com era presente e vi propone il report del concerto, un altro grande evento targato Live.
CATHEDRAL
Ad aprire il concerto è la band inglese. Le prime note di “Fire” movimentano i fan asserragliati nelle prime file: sale sul palco Lee Dorrian ed è ovazione totale. Il leader del gruppo, autentico prime mover del genere, dopo gli esordi nei Napalm Death, è dotato di un carisma come pochi altri. E’ in gran forma, vestito sempre come un hippie degli anni ’70 e la sua voce non tradisce affatto. Dopo “Fire” viene pescata subito “Soul Sacrifice” dalla pietra miliare del genere, quel “Forest Of Equilibrium” che è uno degli album più cupi di sempre. Passare dal primo disco all’ultimo a livello di song rende l’idea di quanto siano cambiati i Cathedral da allora ad oggi. Non tantissimo, ma di certo “North Berwick Witch Trials”, tratta da “The Garden Of Unearthly Delights” è canzone più allegrotta, molto più stoner che doom. All’annuncio di “Cosmic Funeral” la gente va in delirio, il pezzo è fantastico e c’è poco altro da aggiungere. Spazio poi ancora a “Melancholy Emperor”, alla trascinante “Ride” e chiusura con la mitica “Hopkins (The Witchfinder General)”. Il pezzo è uno dei migliori dei Cathedral, la caccia alle streghe da parte di Matthew Hopkins viene rappresentata dal vivo con questo brano dall’incedere trascinante e dal break veramente possente. Lee Dorrian finisce impiccato come le streghe, con il suo microfono a cingergli il collo. Grande concerto, ottima partecipazione dei fan e Cathedral decisamente soddisfatti dell’accoglienza. Gli inglesi hanno dominato ancora una volta!
Setlist:
Fire
Soul Sacrifice
North Berwick Witch Trials
Cosmic Funeral
Melancholy Emperor
Ride
Hopkins (The Witchfinder General)
KREATOR
Tutto pronto per la macchina del thrash tedesco, che quest’anno è tornata sulla scena con un album di thrash metal così pesante che solamente gli Slayer potranno battere. Il cambio di scenografia è imponente, dietro il palco troneggia un drappo enorme grande come un mini-appartamento, tutto a colori, che rappresenta il nuovo cd “Hordes Of Chaos”. Un intro strumentale in playback, che non c’entra veramente niente con la musica estrema, accoglie l’ingresso sul palco di Petrozza e compagni, che aprono subito lo show con l’opener della loro ultima fatica. “Hordes Of Chaos” è trascinante nel suo incedere, ma i tedeschi fanno capire subito che la setlist non sarà la stessa del tour di supporto all’album. “Phobia” fa subito la sua comparsa, il testo sinistro, complice il calar del sole, è molto atmosferico, uno dei pezzi più belli dei Kreator. Segue subito un’accoppiata micidiale, molto old school: “Terrible Certainty” e “Betrayer”, che infiammano la platea. Nelle prime file è pogo, con conseguente devastazione. Spazio poi per citazioni dirette al Vaticano: si capisce che sarà “Enemy Of God” a fare la sua presenza di lì a poco. Si rifiata un po’ con “Destroy What Destroys You” e poi ci si avvia verso il gran finale. “Violent Revolution” si pone in mezzo a mazzate storiche del calibro di “Pleasure To Kill” e “Flag Of Hate”, precedute dal riff principale di “Coma Of Souls”, il tutto sfociato su “Tormentor”, brano storico del gruppo tedesco. Un’ora piena di thrash metal, da parte di una band parsa assolutamente in forma. Ventor a tratti si stanca, ma picchia ancora selvaggiamente; Mille ha una voce sempre più potente, a volte sembrava veramente di udire il Diavolo in persona urlare. Gli anni passano ma il Creatore continua a macinare thrash e a non deludere più i fan.
Setlist:
Hordes Of Chaos
Phobia
Terrible Certainty
Betrayer
Enemy Of God
Destroy What Destroys You
Pleasure To Kill
The Patriarch/Violent Revolution
Extreme Aggression
Coma Of Souls/Flag Of Hate
Tormentor
TESTAMENT
Le note di “More Than Meets The Eye”, suonate in playback, aprono il concerto. Tanto è vero che la gente si chiede perché non la suonino direttamente dal vivo. Perché? Perchè non la suonano! Ad aprire lo show è infatti una fantastica “The Preacher”, che scatena il pogo definitivo scaldando subito i fan dei thrasher americani. I suoni di batteria sono inizialmente troppo secchi, c’è bisogno di fare del rodaggio forse, e già “The New Order” gode di suoni migliori. I volumi sono molto alti, e allora brani del passato come “Over The Wall” e “Practice What You Preach” vengono esaltati dal muro sonoro del quintetto. Bostaph è in piena forma, sembra il batterista perfetto per il gruppo, il suo fare headbanging durante i brani gasa i sostenitori dei Testament, thrasher storici. Dall’ultimo album, “The Formation Of Damnation”, vengono eseguite una dopo l’altra “More Than Meets The Eye” e “The Persecuted Won’t Forget". Brani potenti, ottimo il primo, inatteso il secondo, che non è fra i migliori del cd uscito nel 2008. “The Haunting”, estratta da “The Legacy”, scatena il delirio; “Electric Crown” serve ad esaltare il lavoro di Skolnick alla chitarra, autentica primadonna del gruppo, che durante gli assoli si pone al centro del palco a mo’ di protagonista assoluto. Break poi con la ballata “Return To The Apocalyptic City”. Il finale è ovviamente tutto pesante: ci pensa “Into The Pit” a scatenare l’inferno, seguita dalla mitica “Disciples Of The Watch” prima del tris finale. E’ “D.N.R.”, opener di “The Gathering”, da molti considerato l’opera magna dei Testament, a fare comparsa. Il brano è assolutamente storpiato e oseremmo dire boicottato da Skolnick. Il pezzo non è stato scritto da lui infatti, ma da James Murphy, e il chitarrista attuale non sembra impegnarsi troppo nella sua esecuzione. Lo stesso dicasi per “3 Days In Darkness”, altro brano estratto da “The Gathering”, che serve a dividere i fan nel wall of death, molto carino dal punto di vista coreografico ma deleterio per chi all’indomani deve andare a lavoro. Chiude “The Formation Of Damnation”, brano abbastanza noioso: se proprio si voleva suonare qualcos’altro dal loro ultimo lavoro, be’, “The Henchmen Ride” sarebbe stata la scelta migliore. Dettagli, in un’esibizione da numeri uno, quali sono gli americani nel thrash.
Setlist:
The Preacher
The New Order
Over The Wall
Practice What You Preach
More Than Meets The Eye
The Persecuted Won’t Forget
The Haunting
Electric Crown
Return To The Apocalyptic City
Into The Pit
Disciples Of The Watch
D.N.R.
3 Days In Darkness
The Formation Of Damnation