Report di Maurizio ‘morrizz’ Borghi
Foto di Riccardo Plata
Dopo una serie di concerti che ha visto Limp Bizkit, Korn, Slipknot, Deftones e Linkin Park trionfare davanti a platee enormi, spesso paragonabili a quelle del ‘prime’ del nu metal tra fine 90 e inizio 2000, è tempo di accogliere una formazione che col genere è evidentemente cresciuta e si presenta con l’energia e la carica degli esordienti.
I Tetrarch sono di sicuro tra i migliori nelle nuove leve: emersi dall’underground di Atlanta, dopo partecipazioni ai grandi festival americani quali Welcome To Rockville, Louder Than Life, Inkarceration, nell’estate 2025 invadono l’Europa per una serie di concerti a contorno delle apparizioni a Copenhell e Resurrection Fest. Vista la distanza percorribile, salta fuori anche un appuntamento in Italia tra la data di Ginevra e quella di Dunaujvaros (Ungheria): così nella cornice dello Slaughter, alle porte di Milano, si radunano una serie di opener nostrani per accogliere la giovane band nei nostri confini.
Ad aprire la serata ci pensano NOUMENIA e DISTORTED VISIONS: i primi sono caratterizzati dalla frontwoman Vivian Black, che fronteggia una formazione dedita ad un groove metal con tinte djent e post-hardcore.
I secondi, che qualcuno ricorderà per la breve partecipazione al popolare format tv “X-Factor”, sono un quartetto metalcore milanese che mette in piedi un set groove/modern metal stile Pantera/Machine Head. La band appare più coinvolgente e matura rispetto ai colleghi che li hanno preceduti.
Sfortunatamente, entrambe le band si esibiscono davanti ad un locale praticamente vuoto, tanto che anche chi scrive riesce ad ascoltare solo una parte del set della band milanese, da fuori, causa traffico e pratiche di tesseramento.
Assistiamo per intero alla performance degli opener principali ERALISE, che si presentano in maniera ultraprofessionale, con un set di basi molto ben realizzate e strumentazione da professionisti, ma soprattutto con una grandissima disinvoltura sulle assi del palco. Il loro è un alternative rock/nu metal fortemente influenzato dai primi anni 2000, fatto di riff rotondi, aperture melodiche e grandissimi ritornelli.
Inutile nascondere la palese influenza dei Linkin Park, ma non siamo sicuramente davanti a dei cloni, inoltre il paragone, che facilmente potrebbe essere schiacciante nei loro confronti, ci fa piuttosto apprezzare la bontà dei cori e le buone capacità del frontman. Il loro set scorre veloce, sfortunatamente davanti a poche presenze, molte delle quasi preferiscono la ristorazione o quattro chiacchere all’esterno.
Inutile girarci intorno, la data di questa sera è andata proprio male a livello di pubblico: è lunedì, il portafogli degli appassionati è stato dilaniato da un giugno carichissimo di eventi, i TETRARCH sono ancora annoverabili come artisti emergenti e per qualche motivo la data di stasera non figurava nemmeno nella lista di appuntamenti del tour europeo.
Lo Slaughter inoltre, sprovvisto di aria condizionata, è davvero caldissimo, tanto che non è da scartare l’ipotesi che qualcuno abbia rinunciato al concerto anche per le condizioni estreme.
Ironicamente Diamond Rowe, chitarrista e volto del gruppo, il giorno prima chiedeva su Instagram perché noi europei non siamo soliti utilizzare ghiaccio ed aria condizionata come avviene negli States. E’ anche vero, pensiamo quando vediamo il quartetto salire sul palco, che indossare una maglia a maniche lunghe non la aiuterà in nessun modo.
Assistere alla loro performance amplifica le sensazioni che si provano nell’ascoltare il secondo e terzo disco in studio della band, quelli della palese svolta nu metal: le ‘vibe‘ di stasera sono infatti quelle di un ‘second stage’ dell’Ozzfest dei primi 2000, quelle del successo commerciale della manifestazione e del boom sregolato del nu metal.
Come noto, i Tetrarch non hanno inventato niente, assomigliano parecchio a formazioni come Korn e Linkin Park, anche di più agli Adema (che già si posizionavano tra i due big all’epoca), ma è anche vero che gli Adema non hanno mai fatto dei dischi apprezzabili come “Unstable” e “The Ugly Side Of Me”. C’è del sincero entusiasmo negli occhi di questi ragazzi di Atlanta, quello di chi sta vivendo il proprio sogno e finalmente sta girando i palchi d’Europa grazie alla propria musica.
Nonostante si possano contare una cinquantina di persone davanti al palco, la band dà tutto, fisicamente, vocalmente e in una performance fisica decisamente coinvolgente.
Da questo punto di vista è impressionante osservare il batterista Ruben Limas, che si alza spesso dal kit per cercare lo scambio col pubblico, per poi incarnare spesso le movenze del compianto Joey Jordison nel suonare lo strumento. Josh Fore è un ottimo frontman e, anche se le sue interazioni sono un po’ scolastiche ed ingenue, c’è sincerità e sentimento, inoltre vocalmente non perde nemmeno un colpo.
Abbiamo già detto che il volto principale dei Tetrarch è probabilmente la chitarrista Diamond Rowe: vederla sul palco è onestamente una gioia, sia per quel che trasmette fisicamente che per i suoi riff e fraseggi che riportano direttamente all’epoca d’oro del nu metal, con qualche azzeccato passaggio al microfono nei brani più recenti.
Inutile dire che il grosso della setlist è fatto da singoli e pezzi dalle grandi melodie, escludendo quasi del tutto il debutto “Freak”, dal quale resta curiosamente la furiosa “Oddity” a concludere il concerto. Gli highlight restano ovviamente brani come “Live Not Fantasize”, “Cold”, “Never Again” o “I’m Not Right” e “You Never Listen”, in cui l’urgenza melodica esplode in maniera maggiormente significativa insieme all’impatto dei brani.
Nonostante il flop in biglietteria, i presenti ricorderanno di sicuro questo primo passaggio dei Tetrarch in Italia, che fa rivivere un’epoca d’oro ai quarantenni e dona ai più giovani una band entusiasta e potenzialmente vicina all’esplosione. Scambiando quattro chiacchere con il gruppo, che post-concerto si è concesso per foto con tutti i presenti, ci viene confidato che torneranno dalle nostre parti. Inutile dirvelo, se siete appassionati di nu metal, non mancate.
NOUMENIA
DISTORTED VISIONS
ERALISE
TETRARCH