05/02/2009 - The Black Dahlia Murder + Cephalic Carnage + Psycroptic @ Rockplanet Club - Cervia fraz. Pinarella (RA)

Pubblicato il 13/02/2009 da
A cura di Emilio Cortese
 
 
L’Emilia Romagna è sempre più terra di concerti: stavolta è il Rock Planet ad ospitare la performance dei The Black Dahlia Murder che, in compagnia di un nutrito seguito di gruppi di tutto rispetto, ci regalano una gran bella serata di sudore, riff e volumi assordanti. Purtroppo la sorte delle band che aprono per prime il concerto, si sa, spesso non è edificante. E’ il caso stasera dei Sylosis, la formazione britannica infatti (incontrata a show terminato) era visibilmente contrariata dal fatto che il locale avesse aperto le porte praticamente nello stesso momento in cui la band iniziava a suonare. Nulla purtroppo sappiamo dirvi a riguardo della loro performance, le nebbie della pianura padana hanno molto più potere degli organizzatori dei concerti metal…

 

PSYCROPTIC

Vengono nientepopodimeno che dalla remotissima Tasmania gli Psycroptic e, dopo un velocissimo soundcheck, assalgono il pubblico presente con la lama tra i denti. Vengono riproposti soprattutto brani estratti dall’ultimo album, dall’impatto più immediato e sicuramente più accessibile rispetto ai primi capitoli della band. L’efficacia degli stessi anche in sede live è evidente e la voce, che su disco talvolta risulta un po’ monocorde, in questo contesto è brutale, potente e terribilmente incisiva. Jason Peppiatt, oltre ad essere promosso a pieni voti sul piano vocale, va anche elogiato per la sua attitudine da frontman. Nonostante il pochissimo spazio a disposizione sul palco, Jason ha quella capacità di coinvolgimento che, sulle note di “Ob(Servant)”, fa partire il pogo nelle prime file di un pubblico fino a quel momento abbastanza immobile. Peccato per i suoni poco precisi e la batteria praticamente non amplificata, le terremotanti sfuriate di doppia cassa di David Haley avrebbero sicuramente meritato udibilità migliore. Pollici alzati, speriamo di rivederli presto, magari in una performance in cui possano godere di maggior spazio.

CEPHALIC CARNAGE

Senza voler sembrare troppo oltranzisti o forzatamente a sostegno della musica più ricercata, chi scrive non capisce proprio per quale motivo una band del calibro dei Cephalic Carnage, formazione in vita dal lontano 1992 e con alle spalle ben cinque album di indiscusso valore, debba fare da apripista ad una formazione che (con tutto il rispetto per i The Black Dahlia Murder, che sono bravi e simpatici) di album all’attivo ne ha giusto tre ed è sulla scena dalla metà del tempo senza aver dato al genere nessuna ventata d’aria fresca… Carenza di pubblico, forse? Non si direbbe, visto che giunti a questo punto il locale è affollato e le prime file sono ammassate in un microclima torrido di teste roteanti e capelli squassati senza sosta. I Cephalic Carnage non si sono di certo risparmiati e hanno regalato al loro pubblico una performance a dir poco debordante! Il loro grind death schizzoide, ultratecnico e a tratti volutamente confusionario la fa da padrone assoluto, le tracce si susseguono come schegge impazzite tra pause e controtempi, urla gutturali e assoli incrociati con precisione chirurgica. Il quintetto sul palco è maturo ed esperto e, senza steccare una nota, si prende anche la briga di deliziare il pubblico astante coinvolgendolo in uno show adrenalinico ed esaltante. Si canta quindi tutti insieme sulle note di “Dying Will Be the Death Of Me”, ci si fa volentieri trascinare in un circle pit fortemente preteso da Lenzig senza pugni e calci, così come vuole la vecchia scuola. Una breve pausa per rifiatare e i nostri si ripresentano sul palco con delle demenziali maschere di carnevale a forma di scheletri e demoni malvagi, e borchiati dalla testa ai piedi danno inizio ad un’irriverente quanto distruttiva “Black Metal Sabbath”, con tanto di crocifisso rovesciato costruito con forchetta e coltello! C’è tempo anche per la cavalcante “Endless Cycle Of Violence” che stordisce definitivamente il pubblico. Chiamatela esperienza, attitudine, chiamatela capacità esecutiva, estro artistico, chiamatela come vi pare: i Cephalic Carnage comunque hanno quella dote che rende una band entusiasmante, vivace e assolutamente vincente. Da non perdere mai!

THE BLACK DAHLIA MURDER

Nonostante la loro ancor breve carriera sulle scene, gli americani The Black Dahlia Murder nutrono già di una discreta quantità di fan. La loro proposta musicale, si sa, di nuovo ha ben poco, ma tuttavia il loro melodic death, sporcato qua e là di un vago sentore di metalcore, è diretto e ben suonato. Il problema qui è nella varietà delle tracce e nella complessiva varietà dei brani che hanno tutti o quasi la stessa struttura. Apertura tirata in mid tempo, blast beat in tempi pari, riff di scuola melodeath, scream alternato al growl, qualche stacco cadenzato… poco altro. Spezziamo una lancia in favore del nuovo chitarrista, Ryan Knight (già in forza negli Arsis), che dimostra di essere già a proprio agio con il repertorio degli americani: negli assoli ci mette pure un tocco personale che è giusto sottolineare. Vengono riproposte principalmente tracce estratte da “Nocturnal” e “Miasma”, i due album che hanno dato maggior visibilità alla band; si rincorrono brani quali “Everything Went Black”, “Miscarriage”, “Nocturnal”, a cui i cinque intervallano qualche simpatico siparietto, molti dei quali riguardanti le ragazze giunte ad ammirare le loro performance. I fan dei The Black Dahlia Murder sicuramente avranno apprezzato la prestazione dei loro beniamini che, merito anche di una bella presenza scenica, sono divertenti e coinvolgenti; per contro, chi nutriva qualche dubbio sulla formazione di Michigan, difficilmente si sarà ricreduto.

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