THE FALL OF TROY
Il primo gruppo ad esibirsi sono i The Fall Of Troy. Il nome altisonante stride leggermente con quello che ci troviamo dinanzi sul palco: una formazione a tre composta esclusivamente da ragazzi davvero giovanissimi (vent’anni a dir tanto) forti di un album (“Doppelganger”) impressionante a livello qualitativo quanto di perizia tecnica, che seppur leggermente frenati per la scarsa affluenza reggono il palco in maniera più che credibile, complici i molti anni di esperienza come session men (il frontman ha suonato per Allman Brothers e the Eagles!). Gran parte dell’attenzione è incentrata sul cantante e chitarrista Thomas Erak, che sfodera, oltre ad uno stile vocale ineccepibile e altalenante tra screaming e vocalizzi emo, una varietà ritmica e di riff decisamente imbarazzante per molti dei presenti, curiosi intermezzi jazz e una buona dose di schizofrenia. I pezzi piuttosto lunghi e intricatissimi non sono proprio la cosa più adatta per un opening act di una mezz’oretta, ma quello che potranno diventare in futuro è decisamente chiaro, basta ascoltare “Whacko Jacko Steals the Elephant Man’s Bones”… una band da tenere d’occhio!
FEAR BEFORE THE MARCH OF FLAMES
I Fear Before The March Of Flames (ma dove se li sognano questi nomi?) sono apparentemente promettenti, ma dopo qualche minuto risultano niente più che noiosetti. Giovanissima età anche per loro, cinque elementi sul palco questa volta, un debutto interessante ma un ritorno incerto (“Art Damage”): non basta improvvisare influenze metalliche e urlare come forsennati per convincere. Sul palco questi ragazzini si muovono eccome, si divertono, ma a volte esagerano pure, come quando l’anoressico frontman si scaglia nelle prime file colpendo i presenti, che non gli mettono le mani addosso più per pietà che per effettivo coinvolgimento. Il più grande difetto del gruppo, oltre alla latente originalità, sta nella discontinuità, non solo tra composizioni, ma anche all’interno dello stesso pezzo. Stanno bene in una compilation, magari con la divertente “Hey Kid, I’m A Computer, Stop All The Downloading”, si lasciano guardare di sicuro, ma non impressionano nessuno a tal punto di comprare il cd al banchetto del merchandising.