Report a cura di Alessandro Corno
Che gli Iron Maiden in Italia godano di un enorme successo è fuori discussione ma tale popolarità nel nostro paese assume i connotati di un vero e proprio amore da parte dei fan verso questa band. Un attaccamento che si concretizza nella grandissima affluenza ad ogni loro esibizione e anche quando a suonare è la più famosa Iron Maiden cover band italiana. Aggiungiamoci che in questo caso a partecipare allo show, in veste di ospite, c’era nientemeno che Dennis Stratton, chitarrista storico che suonò su “Iron Maiden”, e come spalla i Trick Or Treat, un ottimo gruppo cover degli Helloween. Al nuovo Live di Trezzo sull’Adda non sono mancati nemmeno due stand con CD a prezzo assolutamente concorrenziale, rarità dei Maiden e magliette. Non c’è che dire, una serata veramente ben organizzata e riuscita.
TRICK OR TREAT
Per proporre pezzi degli Helloween del periodo pre-Deris ci vogliono sicuramente un bel po’ di umorismo e un cantante che sia in grado di muoversi sulle linee vocali di Michael Kiske. Se sul primo punto i ragazzi se la cavano più che degnamente, quello che sorprende è la somiglianza tra il singer Alessandro Conti e l’ex Helloween di cui sopra, sia in quanto a timbro che estensione. La partenza con “I’m Alive”, seguita da “Future World” non lascia dubbi. Il gruppo è compatto, i due bravi chitarristi Luca Cabri e Guido Benedetti sembrano provenire direttamente dagli eighties in quanto a look e la sezione ritmica suona precisa, con il bassista Leone Villani Conti che si sposta agevolmente sulle trame tessute dal collega Markus Grosskopf. A calamitare l’attenzione del pubblico è comunque Alessandro che riesce a riproporre con disinvoltura e in modo praticamente identico all’originale pezzi storici come “Dr. Stein”, “I Want Out” e “Eagle Fly Free”, senza risparmiarsi qualche battuta tra una canzone e l’altra. Veramente notevole. C’è spazio anche per la powerissima “Evil Needs Candy Too” e la cover di Cyndi Lauper “Girls Just Want Have Fun” (guardatevi il video sulla loro pagina MySpace), entrambi brani presenti sul disco d’esordio della band. Finale con “Ride The Sky” a chiudere una prestazione convincente ed apprezzata da un pubblico che è andato via via aumentando, fino a riempire buona parte del locale.
THE CLAIRVOYANTS
Dopo un lunghissimo assolo di batteria di Tony Liotta (Tina Turner, Phil Collins), esibizione promozionale sponsorizzata dalla CVL, tocca ai The Clairvoyants calcare le assi del palco. Inizio come da copione con “Doctor Doctor” degli Ufo a fare da intro, seguita da “Aces High”. Ottima partenza, con Marco che da subito incita il pubblico saltando da una parte all’altra del palco. Vengono poi come al solito sfoderati i cavalli di battaglia della band di Steve Harris, tra cui “Wasted Years”, “The Trooper”, “The Evil That Men Do” e “Afraid To Shoot Strangers”. Chi di voi li ha già visti, saprà che il gruppo è assolutamente fedele all’originale e suona con una compattezza ed una professionalità invidiabili. L’attacco di “The Wicker Man”, nonostante il pezzo sia decisamente più recente dei brani finora riproposti, strappa un’ovazione dalla platea, sostegno che non manca nemmeno quando i cinque ragazzi ci sorprendono con un medley di cover tra cui “Walk”, “Highway To Hell” e “Seek And Destroy”. Si torna quindi ai primi grandissimi album con “Wrathchild”, la monumentale “Halloweed Be Thy Name” e “The Number Of The Beast”. Dopo l’immancabile “Run To The Hills” arriva il momento più atteso della serata. Affiancato dal chitarrista Michael Dejager, sale sul palco Dannis Stratton. Visibilmente emozionato, l’ex-Maiden parte proprio con “Iron Maiden”, sfoderando una grinta inossidabile. Notevole il muro di suono creato dalle quattro chitarre. Molto emozionante “Remember Tomorrow”, che si conclude con grandi applausi e i ringraziamenti di Dennis a tutto il pubblico. Dopo “Phantom Of The Opera” e “Runnig Free” si chiude con “Bad Case Of Loving You” di Robert Palmer e la celeberrima “Smoke On The Water”, entrambe cantate da Stratton. Uscita di scena tra gli applausi per un finale di concerto che è stata una vera e propria chicca per i fan italiani degli Iron.