La serata non è iniziata esattamente nel modo migliore visto che, appena entrato nel locale, sono stato subito informato che i God Dethroned erano rimasti in Olanda a causa di non meglio specificati problemi in aereoporto. Mi sono accinto allora ad ascoltare le performance dei supporter Adimiron, Ingraved e Kenos. I primi purtroppo non mi hanno per nulla impressionato, anzi! La band pugliese, pur proponendo pezzi propri, mi è parsa la cover band dei Children Of Bodom (formazione che ultimamente non apprezzo per nulla): riff a metà tra power e thrash, melodie becere a vagonate e cantato in pseudo scream senza un briciolo di cattiveria. La presenza scenica del quartetto non era inoltre nulla di speciale e devo confessare che la conclusiva “Behind Space”, cover degli In Flames resa in modo indecente, mi ha davvero fatto invocare la fine del loro show. Mi spiace, ma non si tratta proprio di un gruppo per me. Gli Ingraved hanno dimostrato una certa dose di esperienza in più ma la loro proposta, molto debitrice nei confronti di Deicide e Six Feet Under, mi è sembrata troppo scontata e monocorde: alcuni riff non erano disprezzabili ma la noia ha preso ben presto il sopravvento. I Kenos invece sono stati senz’altro i migliori tra i supporter, forti di un death-thrash abbastanza tecnico ed articolato condito da buoni spunti melodici. Niente male la prova dei chitarristi e del frontman, e buona anche la presenza scenica. Una band che mi ha incuriosito molto e che terrò d’occhio in futuro.
THE CROWN
I The Crown sono una live band formidabile! Questa affermazione credo che possa sintetizzare al meglio la mia impressione sul loro concerto. Non vedevo il quintetto in azione dal lontano Wacken del 1999 ma la buonissima impressione che mi fecero allora è stata subito confermata questa sera. Tornati con il vecchio singer Johan Lindstrand dopo la parentesi con Tompa, i nostri hanno dato libero sfogo ai loro istinti più bestiali mettendo insieme un concerto assolutamente da urlo. “Crowned In Terror”, “Deathexplosion”, “The Executioner” e “World Below”: queste le prime mazzate scagliate sul pubblico letteralmente esaltato (che non mi aspettavo accorresse così numeroso!). La prestazione del drummer Janne è stata indescrivibile, questo ragazzo, purtroppo ingiustamente ignorato, è un vero mostro di bravura, precisissimo e fantasioso… insomma, il batterista perfetto per la musica dei nostri! Buona anche la prova dei chitarristi, anche se il volume non ha reso piena giustizia alla loro performance. Se voce e batteria, infatti, godevano di suoni ottimi, lo stesso non si è potuto dire delle chitarre, le quali venivano spesso sovrastate dal resto e ciò non permetteva di distinguere bene i loro intrecci (soprattutto durante l’esecuzione della vecchia “Angels Die”). Un concerto quasi impeccabile quindi, che si è concluso con un trittico da infarto composto da “1999 Revolution 666”, “Total Satan” e “Death Metal Holocaust”, ovvero i brani simbolo della band. Grandiosi e simpaticissimi, i The Crown meritano senza dubbio tutto ciò che sin’ora hanno guadagnato, e spero vivamente che riescano ancora a superarsi con il prossimo album, il quale verrà registrato all’inizio dell’estate… welcome back to planet Satan guys!!!