20/02/2006 - The Domination Tour 2006 @ Transilvania Live - Milano

Pubblicato il 01/03/2006 da

A cura di Luca Pessina

Il No Mercy Festival non passa in Italia? Poco male, perchè molti extreme metaller nostrani quest’anno hanno avuto l’opportunità di consolarsi grazie al The Domination Tour, che ha visto come protagonisti assoluti i canadesi Cryptopsy! Metalitalia.com ha assistito alla data di Milano di questo nuovo festival itinerante e qui di seguito vi racconterà come sono andate le cose…

HURTLOCKER

Non è facile fare gli opener di un concerto. Bisogna avere la fortuna di godere di suoni buoni e, soprattutto, bisogna dare assolutamente il massimo sul palco per cercare di coinvolgere quel poco pubblico che solitamente è presente appena dopo l’apertura dei cancelli. Si deve fare di tutto per attirare la sua attenzione e per fargli staccare gli occhi dagli stand di CD e merchandise… in sintesi, bisogna essere professionali e spaccare il più possibile. I thrash-corer Hurtlocker probabilmente devono ancora comprenderlo, in quanto oltre a suonare una manciata di canzoni con una sufficienza disarmante, non hanno neanche avuto la voglia di interagire un po’ con gli astanti. Inutile dire che i loro venti minuti sono filati via tra l’indifferenza generale.

VESANIA

La musica è cambiata (in tutti i sensi) con l’arrivo dei black metaller polacchi Vesania, formazione che annovera fra le proprie file Orion dei Behemoth e Daray dei Vader. Il combo ha calcato il palco con molta sicurezza e in circa mezz’ora ha letteralmente rapito la folla grazie a dei suoni discreti e ad una presenza scenica di alto livello. Il black metal pseudo-sinfonico della band è stato riproposto in sede live molto fedelmente (cosa più unica che rara) e non sono mancati momenti di totale coinvolgimento, soprattutto quando i nostri hanno sfoderato i brani più death metal-oriented del loro repertorio. Niente male.

ABORTED

Gli Aborted cambiano line up praticamente ogni mese, eppure ciò non sembra affatto minare la stabilità della band, che dal vivo offre sempre spettacoli di tutto rispetto. Anche lo show di questa sera ha confermato tutte le doti del gruppo belga, il quale si è dimostrato sin dalle primissime battute molto carico e affiatato. La scaletta ha pescato brani dagli ultimi tre full-length, ma ha ovviamente avuto un occhio di riguardo per l’ultimo “The Archaic Abattoir”, i cui pezzi rendono sicuramente più dal vivo che su disco. “Dead Wreckoning”, “Gestated Rabidity” e “The Holocaust Incarnate” hanno fatto scoppiare i primi mosh-pit della serata e sono state acclamate da una folla sempre più adorante, che ha tributato al gruppo applausi degni di un headliner. Mezz’ora di show e poi i saluti… ma non c’è stato proprio di che lamentarsi.

DEW-SCENTED

Solito buono show per i Dew-Scented, che negli ultimi tempi stanno venendo in Italia sempre più spesso. Il gruppo tedesco anche questa volta si è reso protagonista di una prova più che sufficiente, della quale però molti si sono stancati dopo sole alcune canzoni. Sarà stato per il fatto che – come dicevamo – il quintetto ormai è quasi di casa dalle nostre parti, o forse perchè la scaletta è sempre più o meno la stessa… o forse, ancora, perchè questa volta i nostri si sono esibiti davanti ad un’audience prevalentemente composta da death metaller. Sta di fatto che i cinque thrasher, pur suonando e tenendo il palco piuttosto bene, non sono riusciti a coinvolgere più di tanto i presenti. “Turn To Ash” e “Bitter Conflict” hanno strappato come sempre molti applausi, ma, in generale, l’accoglienza tributata alla band è stata freddina. Peccato, perchè non se lo meritava.

GRAVE

Lo stesso discorso fatto per i Dew-Scented potrebbe essere adattato anche ai Grave, i quali hanno dato vita ad uno show discreto senza però essere supportati degnamente dalla folla. E’ vero che l’impatto tipico dei loro concerti questa sera non è stato purtroppo replicato – complice, in primis, l’assenza del chitarrista Jonas Torndal – però il buon Ola Lindgren e i suoi soci hanno comunque dato il massimo sul palco, proponendo una setlist davvero esemplare, per lo più basata su brani estratti dai primi due album! Bisogna anche dire che buona parte dei presenti non sembrava conoscere granchè il gruppo svedese, però ciò non giustifica del tutto la freddezza con cui sono stati accolti molti dei pezzi suonati. Giusto “Turning Black”, “You’ll Never See”, “And Here I Die” e il super classico “Into The Grave” hanno scatenato un piccolo pogo e hanno riscosso un po’ di applausi, ma, per il resto, c’è stato quasi da gridare allo scandalo! Speriamo di rivedere presto i Grave con due chitarre e, soprattutto, in un contesto migliore…

CRYPTOPSY

Dopo un po’ di amarezza, chi scrive è potuto finalmente tornare a sorridere grazie alla performance dei Cryptopsy, che hanno letteralmente demolito il Transilvania Live! I cinque canadesi hanno tenuto il palco per un’ora e hanno coinvolto il pubblico nella sua totalità, grazie ad una presenza scenica ottima e ad una potenza e ad una coesione semplicemente disumane! Del resto, quando si può contare sul miglior batterista al mondo in questo genere di musica – il tentacolare Flo Mournier – tutto diventa più semplice. E che dire della prova del frontman Lord Worm? A molti non è piaciuta affatto, ad altri tantissimo! In effetti, stiamo parlando di uno dei growling più cavernosi e incomprensibili che ci siano sulla piazza… o lo adori, o lo detesti! Al sottoscritto non è dispiaciuto, anche se, probabilmente, il vocalist più adatto per i Cryptopsy era Martin Lacroix, un ragazzo dotato di un’ugola potente ma senz’altro più chiara e versatile. Tornando al concerto, i nostri hanno suonato senza quasi mai fermarsi e hanno goduto dall’inizio alla fine di suoni più che dignitosi. La scaletta è stata incentrata quasi del tutto sull’ultimo album, “Once Was Not”, e ha lasciato davvero poco spazio ai brani più datati. “Carrionshine” è stato sicuramente il pezzo nuovo più apprezzato dagli astanti, mentre – per quanto riguarda il vecchio repertorio – i picchi di maggior coinvolgimento si sono raggiunti con “We Bleed” e “Graves Of The Fathers”, entrambe eseguite in maniera perfetta. Che altro dire… i Cryptopsy non venivano in tour in Europa dal 2002, ma l’attesa è stata ripagata nel migliore dei modi: davvero un gran concerto, il loro!

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